Nel triangolo tra via Claudia Augusta, via Roma, viale Trento, vi è una via minore, via Romano Guardini, piccola via ma dedicata a grande uomo. Nato il 17 febbraio 1885 a Verona, Romano Guardini aveva un anno quanto fu portato a Magonza dal padre, che in tale città commerciava in pollame e uova. A Magonza Romano frequentò il Gymnasium umanistico, a Tubinga la facoltà di chimica, a Monaco di Baviera quella di economia politica. Deciso di entrare in seminario, studiò teologia a Friburgo e Tubinga. Ordinato sacerdote il 28 maggio 1910, mentre continuava agli studi teologici svolse un’intensa attività pastorale come cappellano in varie parrocchie. Dai contatti con il movimento giovanile e con il movimento liturgico fu stimolato ad approfondire la riflessione teologica. Laureatosi a Friburgo il 15 giugno 1915, nel 1922 ottenne l’abilitazione all’insegnamento di teologia dogmatica. Nel 1923 fu pubblicato “Il senso della Chiesa”, opera che contribuì a far nascere la nuova coscienza della Chiesa. Fu nel 1923 che aprì la cattedra di “Filosofia della religione e visione cattolica del mondo” all’Università di Berlino; a Berlino Guardini svolse anche l’attività di conferenziere, predicatore, scrittore, che lo rese famoso anche all’estero. Per il suo brillante insegnamento fu molto seguito dai giovani; lo stesso Guardini guidò uno dei movimenti giovanili, il “Quickborn”, dal quale prese ispirazione il gruppo della Rosa Bianca. Importante e impegnativa opera di Guardini fu “Der Herr” (Il Signore), che uscì in italiano nel 1949. Revocata la cattedra da parte dei nazisti nel 1939, Guardini si ritirò a Mooshausen (Allgäu) presso Josef Weiger, un amico parroco. Ripreso l’insegnamento a fine guerra a Tubinga e a Monaco di Baviera, nel 1952 gli fu conferito il Premio della Pace dei librai tedeschi, nel 1962 il Premio Erasmo a Bruxelles, nel 1963 il Premio San Zeno a Verona; seguì nel 1965 la laurea honoris causa dell’Università di Padova. Romano Guardini morì il 1° ottobre 1968.
Autore: Leone Sticcotti