Il rosso è il suo colore preferito, lo si era capito da tempo, e come nelle copertine dei dischi precedenti, torna nell’abito indossato da Giulia nella foto che la ritrae in questo EP nuovo di zecca, uscito lo scorso 28 settembre.
Il nuovo CD della cantautrice meranese giunge dopo una pausa di oltre quattro anni, tanta è la distanza dal precedente Wanderlust, anche se in mezzo ci sono stati i singoli The Crown e Mentiroso, inediti su supporto fisico, e più recentemente quelli che figurano su questo nuovo Roller Coaster Ride, il cui titolo è un po’ il riassunto della vita di Giulia Martinelli in questi ultimi anni, quattro lunghi anni che l’hanno messa alla prova, non solo riguardo alla sua volontà di proseguire con l’attività di cantautrice, anni in cui ha dovuto fare i conti col fatto che la vita è un po’ come le montagne russe del titolo.
“Questo lungo intervallo – ci racconta – è un po’ dovuto anche al fatto che ho una facilità di scrittura quasi eccessiva, le canzoni mi vengono fuori con una facilità estrema. Ne riempio i cassetti e poi però ho la tendenza a lasciarle lì, considerandole cose mie. Sono canzoni che vengono direttamente dall’anima e dal cuore e a volte ho paura che il condividerle mi sottoponga a opinioni e di conseguenza a critiche. E non sono sempre sicura di essere pronta ad accettarle. Ecco perché è trascorso tanto tempo dal disco precedente, tra un ripensamento e l’altro, col timore che avrei potuto fare di meglio. Su ogni brano ci lavoro davvero molto, dal far leggere un testo a persone di madrelingua, dallo studiare l’intonazione e la dizione, ora comunque il disco è qui e tutto sommato va bene così, alla fine è prevalsa l’idea che la condivisione va bene, anche perché mi è stato fatto notare che se i cantanti che mi piacciono si facessero gli stessi problemi, sarei la prima a dispiacersi molto per non aver potuto avere in condivisione le loro canzoni”.
Rispetto ai lavori precedenti, Giulia dopo aver registrato a Milano e Bolzano, stavolta si è affidata alle cure del produttore bolognese Riccardo Cesari.
La modalità di lavoro è comunque già tutta nella testa della cantautrice, che quando consegna al produttore i brani sa già in qualche modo come vorrebbe sentirli suonare, anche sperimentando di proposito, come avviene in questo EP in cui particolarmente nel brano For Myself e nella title track vengono adottate sonorità più virate verso l’elettronica e con strizzate d’occhio al pop rispetto ai lavori precedenti, ma proprio nel brano che titola l’EP fanno capolino anche suggestioni insolitamente rock.
Dead End Street, il brano più antico del nuovo lavoro è forse quello dalle atmosfere più cupe, mentre con il suo arrangiamento quasi calypso, e quindi solare per definizione, Supergirl è indubbiamente quello che potremmo definire il singolo trainante.
Autentica novità è poi il cambio di denominazione dell’artista, che dopo tre EP come Giulia Martinelli ha adottato il nome d’arte di Giulia Olivia.
“La storia del nome d’arte è una storia che ho sempre avuto in mente, soprattutto per il fatto che Giulia Martinelli è un nome molto comune, ho davvero tantissime omonime, così tante che più d’una volta mi sono ritrovata taggata in post o addirittura invitata ad eventi da gente che pensava di aver invitato un’altra Giulia. Olivia suona bene accanto a Giulia, c’è una buona assonanza ed è un nome che mi piace. E poi c’è il fatto che sono convinta di non essere sempre la stessa persona, non mi sento ogni giorno nello stesso modo e anche le mie canzoni sono così, diverse. Nel disco canto che la vita è come le montagne russe, ci sono gli alti e i bassi, è stato bruttissimo prenderne atto, ma ora so che se i bassi non li posso eliminare, ci posso però lavorare su e soprattutto posso imparare a godermi i momenti belli della vita, cosa che non è assolutamente automatica.”
Autore: Paolo Crazy Carnevale