Guardando la cartina geografica, Anterivo appare come una minuta appendice sudtirolese in territorio trentino. In effetti, più volte nel corso della storia il piccolo comune di confine è passato da una provincia all’altra, l’ultima nel 1948 grazie all’accordo De Gasperi – Gruber. La prima citazione del paese risale al 24 luglio 1321, quando il re Enrico di Boemia concedette, “per particolari meriti”, al suo vassallo Gottschalk di Bolzano, all’epoca titolare del giudizio di Egna, di realizzare “in loco dicto Antereu inter Cauerion et Castel” in Val di Fiemme dieci masi e di affidarli “esentasse per sempre” a coloni tirolesi.
Ciò fu possibile in quanto era il periodo storico in cui la Val di Fiemme era governata dai conti del Tirolo, che per qualche decennio l’avevano sottratta al principe-vescovo di Trento. Alcuni secoli dopo, nel 1779, l’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo scambiò il piccolo comune della Val di Fiemme con quello di Termeno, fino ad allora appartenuto dal vescovo di Trento.
Nell’agosto dell’anno 1532 avvennero i fatti che portarono al processo entrato negli annali della storia come “Heuprozess”, processo del fieno.
Da tempo, i contadini di Anterivo avevano problemi di confine con quelli di Trodena. Diversi pascoli e prati erano contesi tra i due comuni che ovviamente avevano bisogno del fieno per i loro animali. In misura minore, anche tra Anterivo e i vicini della Val di Fiemme non di rado scoppiavano controversie sui terreni appartenenti all’uno o all’altro comune. In località “Schwabenmoos” (oggi chiamato Tonci-Moos) e “Langen Moos” gli abitanti di Anterivo, che ritenevano i terreni e quanto vi cresceva di loro pertinenza, raccolsero e asportarono il fieno che quelli di Trodena avevano falciato. Lo scandalo fu grande e volarono parole grosse. Per poco non si arrivò allo scontro armato.
Il comune di Trodena sporse denuncia nei confronti dei vicini e ne conseguì un processo con due tumultuose udienze tenute presso la “stuba superiori palatij”, ossia nel palazzo vescovile di Cavalese: la prima alla fine del 1534, la seconda nel 1535. Secondo l’accusa, “illis de trudena” erano stati derubati di una certa quantità di fieno dai vicini. L’interrogatorio degli imputati (Antonius Indereben, Georgius Ludbich, Simon Perdatij, Christanus Texor et Petrus de Chuchal) fu condotto dal capitano della Val di Fiemme Simon Botsch di Ora. I cinque confermarono di essere “vicini de antarudo” e di aver partecipato alla raccolta fraudolenta del fieno. Ammisero che i prati da cui avevano prelevato il fieno venivano lavorati da quelli di Trodena ma asserirono anche con convinzione che i prati si trovavano in territorio di Anterivo. Il fieno era stato prelevato da un prato denominato “das schwoben mos”, da uno chiamato “zonlongamos” e perfino da uno appartenente “illorum de sancto Lugano”.
Ma con questi ultimi non erano sorti problemi in quanto quelli di San Lugano erano “consanguinei” di quelli di Anterivo. Spesso i buoi di Anterivo pascolavano in territorio di San Lugano ma nessuno aveva nulla da ridire.
Gli imputati confermarono di aver partecipato, con il consenso del consiglio comunale, alla raccolta del fieno e di essere stati sempre presenti con eccezione di Anton in der Eben e Peter von Guggal. Il motivo per cui avevano raccolto il fieno era da ricercarsi nel fatto che gli abitanti di Anterivo pagavano da sempre tributi al “graziosissimo Domino suo” per questi prati, che dunque dovevano per forza ricadere nella loro giurisdizione. Per tale motivo, il “furto” era stato addirittura preannunciato con largo anticipo a quelli di Trodena. Venne chiesto se i contadini di Anterivo si fossero presentati con armi da fuoco (sclopos cum igne) alla raccolta del fieno ma risultò che solo una persona fosse armata di un fucile da caccia.
Al termine dell’interrogatorio, il giudice rimandò a casa gli imputati, che con una stretta di mano gli promisero di ricomparire in udienza dopo 30 giorni. Nel frattempo potevano cercare testimoni e prove dei diritti vantati sui prati oggetto della contesa.
Non è noto l’esito del processo ma si suppone che quelli di Anterivo avessero ottenuto ragione in quanto anche negli anni successivi continuarono a versare al loro signore i tributi per i parti in oggetto.
I confini con Trodena furono poi definitivamente regolati da un decreto di Blasy Khuen von Belasy nel 1560.
Autore: Reinhard Christanell