Il sogno del Gruppo Natura, centro diurno per persone con disabilità medio – lieve del Comprensorio Oltradige Bassa Atesina, era di avviare un progetto che potrebbe portare i diversamente abili a coltivare un proprio orto. Un sogno che si è realizzato, concretizzandosi grazie ad una collaborazione con Casa Emmaus: per tutta l’estate gli ospiti delle due strutture hanno collaborato per coltivare la terra e raccogliere i frutti.
Era la metà dello scorso febbraio, quando nella redazione del “QuiBassaAtesina” era giunto un annuncio da parte di Filippo Manara, educatore responsabile del Gruppo Natura: “Cercasi piccolo terreno a Laives e dintorni per avviare un progetto di orticoltura per persone con disabilità”. La richiesta era stata pubblicizzata fra le colonne di questo giornale, e poco dopo è giunta la lieta notizia: il progetto è andato in porto.
Filippo Manara, come è andata questa prima stagione estiva del progetto?
È andata ben oltre le mie più rosee aspettative: abbiamo ottenuto un ottimo risultato, che ben ci fa sperare nel futuro. I nostri ospiti erano entusiasti sin dal primo giorno, e nel giro di pochissimo tempo sono diventati quasi totalmente autonomi. Negli ultimi tempi li accompagno fino all’orto e poi non devo fare più nulla: si attivano e lavorano da soli.
Stanno imparando molto da questa esperienza e ne hanno tratto benefici; un nostro ospite, in particolare, viene dalla scuola agraria di Laimburg ed è un grande appassionato di fiori: abbiamo approfittato di questa sua passione per riservargli uno spazio per la sua coltivazione, che ha gestito in totale autonomia ed ha fatto sbocciare dei fiori bellissimi. L’interazione con casa Emmaus, poi, è un valore aggiunto, perché ci hanno aiutato, hanno interagito con i nostri ragazzi ed hanno potuto investire in maniera costruttiva il loro tempo.
Come siete riusciti a creare questo progetto con Casa Emmaus?
Subito dopo aver lanciato il nostro appello su “QuiBassaAtesina” ci siamo incontarti, abbiamo iniziato a gettare le basi per una possibile iniziativa condivisa, ed abbiamo tutti compreso che si trattava di un’ottima idea. Di fronte al loro edificio c’è un grande giardino esterno, e qui un angolo lasciato a prato che si poteva adibire a orto.
A maggio abbiamo iniziato a coltivarlo partendo da zero, tutti assieme, noi del Gruppo Natura e un gruppo di ospiti di Casa Emmaus.
Maggio è un po’ tardi per iniziare a preparare un orto…
Già, infatti inizialmente abbiamo provato a seminare le piante, ma ci siamo accorti che non ne usciva nulla. Così siamo passati al trapianto, e i frutti del nostro lavoro si sono visti subito: abbiamo piantato lattuga, zucchine cetrioli, fagioli, fagiolini e diversi tipi di pomodori. È stato un esperimento, una prova per vedere come comportarci in futuro; è anche per questo che non abbiamo voluto utilizzare tutto il terreno che ci hanno messo a disposizione, siamo rimasti “in piccolo”, per ora, ma già il prossimo anno sarà diverso.
E ora che cosa ne fate degli ortaggi che state raccogliendo?
Vengono utilizzati in cucina da noi e dagli ospiti di Casa Emmaus. Una volta a settimana i nostri utenti cucinano autonomamente. Prima ci servivamo di un catering, ora abbiamo le nostre verdure: mettersi ai fornelli è un’attività autonomizzante, cucinare gli ortaggi prodotti da loro è una marcia in più, anche soltanto perché sono prodotti a chilometro zero, quindi sani.
E ora cosa fate?
Adesso stiamo portando avanti un altro esperimento: preparare l’orto per l’inverno. Abbiamo iniziato iniziato a piantare le verdure che maturano tardi, come porri, cappucci, sedano rapa, e aspettiamo di vedere se funziona. Questa prima stagione è stata di prova, abbiamo imparato moltissimo, ma – e soprattutto – abbiamo capito ci piace. Anche l’”orto invernale” sarà una bella sorpresa: sia che non ne esca niente sia che riusciremo ad avere un raccolto tardivo non importa, sarà comunque un successo.
Autore: Luca Masiello