Votare per riaffermare il nostro percorso di pace

I recenti tragici fatti in Israele mi hanno fatto venire in mente un articolo che scrissi più di 9 anni fa e che prendeva spunto da una semplice applicazione web che consentiva di confrontare la dimensione della striscia di Gaza a qualsiasi altro territorio a livello globale. L’applicazione è ancora online, si chiama Gaza Everywhere, e già allora mi aveva consentito di fare alcune considerazioni che voglio riprendere. La prima riguarda il fatto che la striscia di Gaza è perfettamente sovrapponibile alla nostra Bassa Atesina (il solo fondovalle), sia come estensione che addirittura come “inclinazione” sulla mappa. Ma naturalmente le analogie si fermano qui, essendo le due situazioni sociali assolutamente agli antipodi. Com’è noto la striscia di Gaza oggi ha più di 2 milioni di abitanti (nel 2014 erano 1.640.000). Riusciamo ad immaginarci cosa accadrebbe se una popolazione pari a 4 volte quella altoatesina andasse ad abitare tutta in Bassa Atesina? Anche da noi si verificherebbe inevitabilmente una concentrazione umana tra le più alte del mondo. Un altro aspetto che non è mai abbastanza evidenziato dalle cronache è il fatto che nella striscia di Gaza il 41% della popolazione ha meno di 14 anni. Stiamo parlando in sostanza di 890.000 bambini. è una demografia che ancora una volta ci pone agli antipodi. Ma perché a Gaza ci sono così tanti bambini? Già all’epoca un articolo pubblicato dalla rivista Wired aveva avanzato a questo proposito un’ipotesi che non sappiamo se considerare incoraggiante o meno. “In una situazione in cui l’impotenza, la sottoccupazione e l’emarginazione hanno lasciato poche opportunità per l’espressione della propria identità, la riproduzione è una delle poche libertà che resta, e contribuisce anche al più ampio obiettivo di aumentare il popolo palestinese.” 

L’efferato attacco terroristico compiuto da Hamas e le sofferenze provocate da questa organizzazione sulla popolazione palestinese e le conseguenze dei bombardamenti e dell’assedio di Gaza da parte di Israele possono essere un importante monito, anche per noi che il prossimo 22 ottobre ci recheremo alle une per le elezioni provinciali. I conflitti possono essere gestiti solo attraverso percorsi democratici all’insegna del compromesso. La memoria del percorso di pace compiuto nel nostro territorio non può dunque che essere rinnovata attraverso la partecipazione al voto. Dobbiamo sentirlo anche come un dovere, oltre che un diritto.

Autore: Luca Sticcotti

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