Il paese di Egna tra Romani e Baiuvari

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la Val d’Adige è rimasta “romanizzata” anche dopo la scomparsa dell’impero romano d’occidente nel V secolo. Se da Bolzano in su avevano lentamente preso piede popolazioni germaniche come i Baiuvari – che poi gradualmente si sarebbero “allargati” anche verso la Bassa Atesina, parte dell’Oltradige e la Piana Rotaliana governati dai Longobardi “trentini” – nella parte meridionale della regione per sei o sette secoli non vi fu un vero e proprio ricambio di popolazione e lingua. 

Proprio la lingua è uno degli elementi cardine per rilevare con relativa certezza il passaggio da un’epoca e da una cultura all’altra. I nomi dei paesi, i microtoponimi, i nomi delle famiglie ci svelano chi fosse la gente insediata in un determinato territorio. 

Questi passaggi sono quasi sempre avvenuti con estrema lentezza e gradualità, nel senso che spesso popolazioni – e lingue – assai diverse condividevano uno spazio comune nel reciproco rispetto o, anche, disinteresse. Era soprattutto la disponibilità di terra da coltivare e di lavoro ad attirare nuove famiglie ed in quel periodo l’economia locale non offriva grandi opportunità.

I Romani, memori delle sanguinose battaglie con le popolazioni retiche, avevano condannato la Bassa Atesina a una situazione piuttosto precaria.

I pochi villaggi vivevano essenzialmente in funzione delle importanti strade di transito come la Claudia Augusta. Perciò anche secoli dopo il ritiro dei Romani i paesi rimasero piccoli e insignificanti e la valle una zona di transito e presidio militare. Dopo l’anno 1000 le cose iniziarono a cambiare piuttosto repentinamente. I nuovi “padroni”, ossia i vescovi trentini, favorirono lo sviluppo del territorio e soprattutto i commerci sia con l’aria germanica sia con l’Italia settentrionale. 

Poiché le strade erano quel che erano, ossia quasi inservibili per gran parte dell’anno, non rimaneva che la risorsa del fiume Adige, navigabile tra Bronzolo e Verona. Già un millennio prima il fiume era stata la via principale degli scambi commerciali tra Etruschi e popolazioni alpine ed il porto principale allora si trovava a sud di Bronzolo in località Laimburg. Qui sorgeva anche un importante emporio commerciale da cui partivano merci di ogni genere e soprattutto prodotti artigianali verso l’Etruria.

Lungo l’Adige, che divenne il motore dello sviluppo economico di un’intera regione, si svilupparono i villaggi, attirando persone da ogni dove e attività utili al sistema economico. Accanto a Bronzolo e in parte Laives, specializzata nel trasporto dei beni tra il fiorente mercato di Bolzano e il porto fluviale, crebbero in maniera significativa Ora e soprattutto un borgo completamente nuovo, fondato proprio dai vescovi trentini: Burgum Novum de Egna. 

Era l’anno 1189 e il fondatore del nuovo borgo nell’antico plebatus, a cui appartenevano Villa, Ora e alcuni masi sparsi, fu il vescovo Corrado di Trento. Egna era il nome del luogo da secoli, di chiara derivazione romanico-latina, e nei primi documenti in lingua tedesca veniva spesso tradotto come Enne o Enn. Nel 1216 Egna appare come importante sede doganale e commerciale sul fiume Adige e nel 1309 le sue prerogative mercantili furono ulteriormente ampliate. Nel 1222 l’Adige distrusse completamente il borgo e i vescovi lo fecero ricostruire sempre con il nome di Burgum Egne, nome che non mutò fino al XV secolo. Ciò conferma che in questa parte della Bassa Atesina era sempre insediata la vecchia popolazione romanica e si parlava un idioma latino volgare simile all’odierno ladino. In diversi documenti del XII e XIII secolo compare anche il nome Enne o Enn, ed è probabile che per alcuni secoli due popolazioni e due lingue coesistessero nel borgo e nelle altre località limitrofe. 

Nel 1260 appare finalmente il nome di Novum Forum, che si potrebbe tradurre con il moderno Neu(er) Markt, fatto che testimonia il graduale passaggio verso una situazione che poi si cristallizzerà definitivamente soltanto nel XV secolo, con la netta prevalenza della popolazione di lingua e tradizioni tedesche. 

Autore: Reinhard Christanell

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *