A vederlo non lo direbbe nessuno, sportivo da sempre per passione e professione, Gianni Ghirardini festeggia quest’anno i suoi primi settant’anni e visto che la passione per lo sport è sempre andata di pari passo con quella per la musica, il chitarrista bolzanino d’adozione, ma vipitenese di nascita, ha ben pensato di festeggiarsi dal vivo, con tre concerti, che si terranno sui palchi di San Giacomo (sabato 23 marzo, ore 20.30) , Vipiteno (sabato 15 giugno) e Bolzano (Teatro Cristallo, in dicembre, giorno da definire) e in cui salirà sul palco accompagnato dalle formazioni musicali con cui si è esibito negli ultimi trentacinque/quarant’anni, quelle con cui si sente più coinvolto e che ha contribuito lui stesso a fondare.
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando, ragazzino, insieme ad un amico era sceso nella piazza della sua città d’origine con chitarre e amplificatore per suonare del blues. Ai carabinieri che gli avevano fatto una semplice lavata di capo aveva risposto che non trovava giusto che lui dovesse sorbirsi ad ogni piè sospinto la musica della banda cittadine e che per la musica che piaceva a lui non ci fosse posto!
“La matrice blues c’è dappertutto – ci dice Ghirardini –, in qualche modo compare sempre in ciò che suono, ma i quattro gruppi con cui festeggerò questo compleanno sono in realtà molto diversi, con i Deja Vu rivisitiamo il repertorio di Crosby Stills Nash & Young, con l’Incredible Southern Blues Band è protagonista il blues elettrico, con i Pangea l’approccio è più di carattere etnico con l’esplorazione della musica africana che sta alla base del blues ma anche con influenze orientali. Il gruppo di più recente formazione si chiama MeBo e ne fanno parte anche Manni Pardeller in veste di percussionista e il chitarrista meranese Rolando Biscuola: quello che proponiamo è un blues acustico che gioca tra lo stile finger picking in cui Rolando è un portento e il mio lavoro con la slide.”
Gianni, che ai suoi esordi ha suonato persino con Enrico Micheletti in una mai decollata del tutto Hard Time Blues Orchestra che avrebbe dovuto essere un’evoluzione della defunta Hard Time Blues Band, ha suonato spesso con la Spolpo Blues Band e fin dagli inizi ed è stato il chitarrista di una storica formazione chiamata Trinciato Forte, in auge negli anni ottanta.
“Nell’organizzare questi concerti mi sono trovato a fare una riflessione – ci confida il chitarrista –, nella vita mi è capitato spesso a fare l’autostop, ho chiesto un sacco di passaggi, e spesso ne ho dati a chi ne chiedeva. E ho trovato l’analogia con quello che è stata la mia vita musicale: quante volte mi sono ritrovato a chiedere ad un gruppo di amici se mi portavano a fare un viaggio musicale con loro? E quante altre, invece, sono stato io a chiedere ad altri se volessero salire a bordo del mio progetto per venire a fare un viaggio musicale con me. È uno spirito forse tipico della mia generazione quello che ti porta a fare dei viaggi musicali con altre persone. Senza un background basato sullo studio, ma per il gusto dello scoprire insieme, esplorare un territorio musicale. La stragrande maggioranza delle cose che ho fatto nella mia vita l’ho fatta seguendo questa attitudine. Senza maestri, senza internet, sempre e solo scambiandosi conoscenze con gli altri, io ti insegno questo accordo, tu mi insegni quel trucchetto… Adesso tutto è diventato più veloce, non ci sono più questi incontri preliminari, questa ricerca. I musicisti si vedono mezz’ora prima del concerto e via. Uno arriva da qui uno da lì, tutti sono bravissimi, ma lo spirito si è perso.” Per quanto riguarda la struttura dei concerti ognuno sarà costituito da quattro mini set in cui ciascuna formazione avrà il suo spazio, con Ghirardini sempre sul palco a fare da filo conduttore suonando e raccontando, con jam finale al termine ad appannaggio della Incredible Southern Blues Band che ospiterà gli altri amici.
Autore: Paolo Crazy Carnevale