Giorgio Moroder: un amarcord d’antan

Ne hanno parlato tutti i media, lo scorso maggio Giorgio Moroder ha ricevuto il David di Donatello alla carriera per il suo lavoro nel campo delle colonne sonore, che gli è già valso ben tre premi Academy Award. Era giusto che anche in patria il suo talento venisse riconosciuto. A modo nostro vogliamo anche noi ricordare questo autentico mito della musica che è indubbiamente il fiore all’occhiello della nostra regione in questo settore, e vogliamo farlo con qualcosa di eccezionale, legato a doppio filo con l’Alto Adige e risalente a molto prima che Moroder diventasse quel Moroder.

Correva l’anno 1959, il 7 luglio di sessantacinque anni fa per la precisione, e una trasmissione televisiva chiamata Telesquadra fece tappa nella nostra regione: si trattava di una sorta di carovana televisiva che si muoveva attraverso le zone periferiche della penisola portando le proprie telecamere laddove nessuno se le aspettava, ben prima dell’avvento di Rai3. Nelle giornate precedenti venivano fatti girare volantini per reclutare i talenti locali e far loro prendere parte alla trasmissione, che veniva poi mandata in onda il giorno successivo. Nella fattispecie la puntata altoatesina di Telesquadra fu registrata a Bressanone, presso la sala del Credito Consorziale, il 7 luglio e trasmessa l’8. Scriveva il quotidiano l’Adige nella sua uscita del 9 luglio: ”Il giovane Giorgio Moroder (all’epoca aveva diciannove anni, n.d.r.) accompagnandosi con la chitarra elettrica, ha cantato un moderno ritmo americano, stile P. Anka o Elvis Preslej (sic!), mentre la graziosa Monica Mader ha eseguito una canzonetta popolare tedesca”. Alla serata presero parte anche altri giovani, come Gianni Signorini, la dodicenne Franca Motta, Wolfgang Lucerna, gli Schuplatter di Spinga e, soprattutto, ad accompagnare i vari cantanti solisti, un complessino dell’epoca diretto dal maestro Fulvio Del Marco (che si occupava del piano) di cui facevano parte Walter Dall’Igna alla tromba, Gianni Piasenti alla chitarra, Umberto Dianese al contrabbasso, Gianfranco Filippi al sax e Renzo Boschetti alla batteria. Apprendiamo i nomi di questi ragazzi dell’epoca dal quotidiano Alto Adige che sempre il 9 luglio non esitava a scrivere: “bravissimo Giorgio Moroder in un rock’n’roll; applauditi anche i ballerini Maria Ludovica e Gabriele Torggler”, a proposito della performance del futuro hit maker gardenese. Quello che i giornali dell’epoca non sapevano è che l’amicizia e la passione comune per la musica tra Giorgio Moroder e Renzo Boschetti (di un anno più giovane) era di lunga data.

“Abbiamo frequentato insieme le scuole medie e i primi due anni delle superiori – ci racconta oggi Renzo Boschetti, professionista bolzanino in pensione–, ci siamo conosciuti in collegio a Rovereto dove a quell’epoca molte famiglie mandavano i figli per terminare le scuole dell’obbligo, abbiamo solidarizzato subito e poi ci siamo ritrovati insieme anche all’ITG, dopo il biennio io mi sono trasferito a Ferrara, dove abitava mia sorella ed ho terminato le superiori lì, prima di fare ritorno in Alto Adige. Giorgio di lì a poco si è trasferito a Monaco in cerca di fortuna.”

Negli anni delle superiori, siamo nel 1956 circa, Giorgio Moroder abitava in uno studentato nell’edificio INPS sopra la vecchia libreria Cappelli e lì si trovava proprio con l’amico Renzo per suonare insieme agli altri ragazzi che lo avrebbero accompagnato poi in quello che possiamo definire il suo debutto televisivo nel 1959. Entrambi avevano un registratorino a bobine della Geloso e facevano esperimenti, registrando quello che suonavano.

“Ricordo – prosegue Boschetti – che ci trovavamo a suonare presso lo studentato. Registravamo una prima parte su uno dei registratori, poi facevamo andare il nastro e si suonava una seconda parte in contemporanea registrandola con l’altro Gelosino e via così. Me ne sono reso conto solo tempo dopo, una delle canzoni di Giorgio che avevamo provato a registrare era Looky Looky!”

Quel brano, la cui trascrizione sulle copertine dei dischi fu talvolta Luky Luky, divenne addirittura disco d’oro nel 1970 e finì in alto nelle classifiche belghe, tedesche e svizzere!

“Dell’esibizione per il secondo canale RAI – conclude Renzo Boschetti – ricordo solo che è stata una grandissima emozione e che tra i partecipanti c’era anche un certo Cordioli, un violinista molto conosciuto e molto bravo”.

Autore: Paolo Crazy Carnevale

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