Tra il XVIII e il XIX secolo aumentò considerevolmente il fenomeno migratorio interno al Tirolo asburgico ossia all’odierno Trentino Alto Adige. A partire dal 1860 il governo di Vienna iniziò a occuparsi seriamente dello spostamento dei confini linguistici lungo l’asse dell’Adige tra Merano e Bolzano e, soprattutto, tra Lavis e Salorno e tra Salorno e Bolzano. In linea generale si assistette a un consistente ridimensionamento della tradizionale presenza tedesca nelle vallate trentine e sugli altopiani veronesi e vicentini e a un forte incremento della presenza italiana nell’Unterland.
Scrive l’incaricato governativo Stimpel: “Vadena, fino al 1817 completamente tedesca, è ormai italiana, Bronzolo lo sta per diventare e a Laives i cittadini di lingua italiana hanno superato quelli di lingua tedesca. La stessa cosa accade nel Burgraviato, dove Gargazzone e Postal sono di fatto comuni italiani”.
Stimpel individua nelle invivibili paludi della Val d’Adige la causa principale di questo fenomeno: infatti sostiene, a torto o a ragione, che “i contadini tedeschi si ritirano nei territori in altura mentre i poveri coloni italiani sono più resistenti alle febbri malariche e si adattano meglio alle avverse condizioni ambientali”.
Il terreno di scontro diventarono inevitabilmente scuola e chiesa, con Vienna che impose scuole e sacerdoti tedeschi anche nei comuni a maggioranza italiana. Il contrario accadde in Trentino, dove il potente vescovado volle scuole e sacerdoti italiani anche nei comuni a maggioranza tedesca. Scrive a tal proposito l’ufficio giudiziario di Rovereto nel 1835: “Gli abitanti di Folgaria, dei comuni di Trambileno e di Terragnolo sono di origine tedesca e sebbene da molti secoli siano da popolazioni italiane circondati e rinchiusi, pure hanno sempre fra di loro conservato l’uso del nativo idioma, il quale però a giorni nostri si va menomando, che in capo a non molti anni puosi predirne l’intera sua estinzione”.
Se dunque nel Fersental (Val dei Mocheni), in Valsugana e in Val di Cembra l’elemento tedesco andò gradualmente a scemare fino a sparire quasi completamente alla fine del XIX secolo, in altre vallate come in Val di Non o di Fiemme le autorità asburgiche riuscirono a conservare la lingua tedesca in alcune località come Proves, Lauregno, Senale, Trodena e Anterivo.
A nord di Salorno, dove dal XV secolo si era consolidato l’elemento germanofono, a partire dal XVII secolo iniziò ad aumentare la presenza italiana soprattutto nei comuni di Appiano, Caldaro, Termeno e Cortaccia grazie ai braccianti della Val di Non. Secondo la relazione del funzionario giudiziario di Egna Roeggla, gli immigrati di Bronzolo e Vadena erano originari di Trento e Rovereto, quelli di Pochi di Cembra, della Val di Fiemme gli abitanti di Villa e Egna. Infine i nonesi, tedeschizzati entro la seconda generazione, hanno “invaso” stabilmente i comuni di Caldaro e Termeno,
Se proviamo a risalire alle origini delle famiglie dell’Unterland attraverso alcuni cognomi molto diffusi, troviamo a Vadena i Mosna di Trento, i Larentis di Garniga, gli Orsi di Rovereto e Besenello. A Termeno gli Enderle provengono da Aldeno, i Dissertori dalla Valsugana.
A Salorno i Ceolan sono di Grauno, gli Eccli di Grumes, i Faustini di Grumes e Giovo, i Pomarolli di Giovo.
A Laives i Frasnelli sono originari di Taio in Val di Non, i Tezzele di Folgaria, i Franceschini di Trento, i Forti di Romagnano, i Comperini di Besenello, i Cont di Aldeno e Cimone, i Coser di Garniga, i Simeoni di Grumes, i Tabarelli di Faver, i Dalsass di Cavedago. Il cognome Baldo è diffuso in vari comuni e proviene da Cimone, Villa Lagarina e Alto Garda. Micheletti proviene dalla Valsugana, i Bona sono giunti dal comune di Mori, i Curti da Villa Lagarina.
Ad Appiano ci sono diversi Giuliani, originari della Val di Non. A Cortaccia il cognome Pomella è giunto da Lomaso / Comano Terme.
A Cortina i Terzer sono di Mezzocorona, i Giacomozzi di Segonzano, i Pojer di Grumes, i Pedrotti di Pomarolo, i Zanotti di Aldeno e Campodenno.
A Egna i Girardi provengono da Pergine, i Boscheri da Civezzano. I Vaja sono arrivati da Cavalese. Infine a Caldaro i Morandell e i Cristanelli sono di Fondo, i Florian della Val di Fassa, i Seppi d Ruffrè, i Bernard della Val di Fassa.
Autore: Reinhard Christanell