Parto da Bolzano con mia madre per raggiungere la Liguria. L’A22 è sempre un terno al lotto, tra incidenti e traffico pesante, dunque per non restare imbottigliati usciamo a Egna e, seguendo pedissequamente la destra Adige, raggiungiamo Affi; è una guida più lenta, ma più rilassante agli occhi. I meleti e i vigneti sono il paesaggio dominante, con le rose a fare da sentinelle all’inizio dei filari e indicare ai contadini quando trattarli a seconda dei patogeni. Il grande Fiume è gonfissimo. Vegetazione, prati, pendici boschive esultano di un verde tonico. Rientriamo sull’A4 a Peschiera e raggiungiamo Novara per una visita a zia Linda; notiamo subito le risaie completamente allagate dalle piogge, campi di granturco e alcuni aironi nei dintorni. Anche qui il verde del paesaggio è scintillante. Dopo i convenevoli ripartiamo verso Vercelli est e imbocchiamo l’A26 fino a Genova Voltri e poi l’A10, direzione XXmiglia. Giungiamo a destinazione poco dopo le otto di sera e ci rifocilliamo grazie ai manicaretti di zia Pia. L’aria è umida, una brezza frizzante accarezza le chiome argentate degli olivi, la flora è lussureggiante, come raramente accade nella seconda decade di giugno in queste lande, soffocate dalla siccità. Stellanello, comune di poco più di 800 anime abbarbicate nella parte superiore della Val Merula, torrente o fiumana a seconda delle piogge, in piccole frazioni, sparse qua e là, ognuna con la sua chiesa, in provincia di Savona. Nei miti dei tempi antichi l’axis mundi, il pilastro del mondo, è rappresentato da un albero che unisce i tre piani della creazione, il cielo, la terra e gli inferi, e sorregge la volta celeste. Sotto la sua chioma sempreverde si incontrano le divinità per decidere le sorti del mondo. Per gli antichi popoli germanici, quell’albero era il frassino. Nella cultura islamica, invece, l’asse del mondo era costituita dall’olivo come portatore di luce e saggezza. Entrambi gli alberi, il nordico frassino e l’olivo delle terre del sud, fanno parte della famiglia delle Oleacee, a cui appartengono anche il ligustro, la forsizia, la fillirea, il lillà e il gelsomino. Un connubio non troppo azzardato dopotutto tra il germanofono Südtirol dove sono nato e la Liguria, terra natia dei miei genitori (e lo stemma municipale). Cala l’oscurità e finalmente ci prepariamo per dormire. Di notte le voci di un paesino sono le imboscate e i sibili dei gatti, l’abbaiare in risposta dei cani ognuno col suo timbro specifico, il gracidio delle rane, il frinire ritardatario delle cicale, il tintinnio delle tante campane e qualche, ormai sempre più raro, bagliore intermittente delle lucciole.
Autore: Donatello Vallotta