A Merano presto si sottopose il passeggio a regole ben precise stilate in una Promenade Ordnung, e si pose un guardiano a controllo e a tutela. In primis l’ordinamento imponeva l’abito da passeggio e “vietava” alle signore di indossare abiti con lo strascico o comunque lunghi fino a terra. Indicava anche la misura dell’orlo ammessa e cioè appena sopra il tacco, per evitare di sollevare nocive nuvole di polvere.
Nel XVIII secolo lo sviluppo e la larga diffusione delle cure con le acque oligominerali avevano soppiantato i bagni, di lontana origine medievale. A questo nuovo sistema terapeutico andavano poi connesse salutari passeggiate all’aria aperta, la ginnastica e il moto.
All’inizio del XIX secolo le numerose ricerche mediche sull’efficacia delle cure termali, dei soggiorni in luoghi dall’aria salubre o dal clima secco, avevano fatto sì che si moltiplicassero i luoghi di cura, le città termali, e le stazioni climatiche. Sulla base delle nuove esigenze terapeutiche sorsero anche nuove strutture architettoniche e si svilupparono interi centri urbani.
La gamma delle malattie e dei disturbi che inducevano l’aristocrazia a riversarsi nelle diverse città di cura era assai ampia. Il folto popolo dei turisti di cura era composto dalle prime vittime del logorio della vita moderna, i convalescenti, i sedentari come gli studiosi o gli impiegati, i malati di petto al primo o al secondo stadio della malattia, i sofferenti di mal sottile, coloro che accusavano disturbi all’apparato digerente, chi accusava disfunzioni del ricambio,i malati di idropisia, gli stitici, gli obesi, i rachitici e molti altri ancora. Le città di cura per essere tali necessitavano però di una serie di strutture anche effimere per le cure , lo svago e la ricreazione turistica.
Comparvero così le “Wandelhallen”, colonnati cioè, sotto i quali passeggiare, all’aperto ma al riparo dalle intemperie o dai violenti raggi del sole; i padiglioni dove far zampillare l’acqua minerale, le cosiddette “Brunnenhäuser”, per consentire ad ognuno di servirsi, chiamate anche “Trinkhalle”, come nel caso di Baden Baden.
Si moltiplicavano gli spazi di incontro si moltiplicavano per rendere sempre più piacevole il soggiorno e la cura, quindi nacquero i viali alberati, i giardini e soprattutto i parchi anzi, il “Kurpark”. In queste città, piccole o grandi, ma sicuramente alla moda, aristocratici e classi emergenti si davano appuntamento per un periodo, oltre che di cura, di svago e divertimento. Così ogni luogo si doveva munire anche di questo genere di strutture.
Si aprirono case da gioco, sale da ballo, padiglioni per concerti e teatri. Alle iniziali architetture effimere si sostituirono costruzioni polifunzionali stabili, ossia eleganti edifici dove far convivere sia la zona per le terapie che quella per i divertimenti: sorgeva cioè il Kurhaus.
Passeggiate, parchi e giardini comparivano come costanti nelle località di cura d’Europa. Parchi, giardini, e soprattutto lunghe passeggiate diventavano strutture indispensabili per attirare un folto numero di villeggianti. A Merano dunque tutto ciò andava strutturato per goderne appieno e per farne un punto di forza della città. Sull’esempio della lunga Esplanade lungo il fiume Traun di Bad Ischl e dei percorsi di Baden Baden, Karlstadt e altre, anche a Merano lungo il torrente Passirio si costruirono le Promenade. Si trattava di un’opera che sarebbe durata nel tempo con continui prolungamenti, nuovi percorsi da intrecciare ai precedenti e che dal lungo Passirio sarebbero avanzati sempre più, inerpicandosi dolcemente sulla collina del Küchelberg per costeggiare in posizione panoramica un lato del perimetro cittadino. I lavori per il primo nucleo di passeggiate, erano iniziati a seguito della riedificazione di possenti muraglioni ad argine del torrente subito dopo lo straripamento del Passirio del 1817. Sui cosiddetti “Wassermauer”, era stato tracciato un cammino.
I lavori per l’ampliamento delle Promenade lungo il Passirio, iniziarono nel 1860. Il comune era proprietario del terreno ma lo aveva concesso in usufrutto all’Azienda di cura e soggiorno che avrebbe provveduto alle piante alle panchine e a qualunque altra forma di abbellimento. A tale scopo in seno all’Azienda fu istituita una apposita commissione che in seguito divenne la Gärtnerei, cioè la giardineria provvista di serre e giardinieri esperti.
I parchi, dove spesso si tenevano i concerti, divennero il luoghi abituali d’incontro di nobili e avventurieri. A Merano il passeggio fra parchi e giardini e soprattutto sulle Passeggiate fu presto sottoposto a regole ben precise stilate in una Promenade-Ordnung mentre un guardiano doveva controllarne il rispetto. In primis l’ordinamento chiedeva ai cittadini meranesi di lasciare il posto a sedere agli ospiti di cura e ai turisti nelle giornate di maggior affluenza.
Alle signore invece vietava senza mezzi termini di indossare abiti privi di strascico e comunque non lunghi fino a terra per evitare di sollevare nuvole di polvere. Ai bambini era interdetto il correre. Ai signori era vietato fumare durante i concerti. Il passaggio era vietato a persone a cavallo, ma consentito alle carrozzine degli ospiti ancora deboli e convalescenti.
Vietato era comprensibilmente strappare fiori e piante. I percorsi per le passeggiate non erano mai abbastanza e il sindaco Putz cercava di ampliare sempre più questo patrimonio cittadino.
Autrice: Rosanna Pruccoli