Nei giorni scorsi l’Italia ha superato la fase dei gironi del campionato europeo di calcio dopo una vittoria, una sconfitta e un pareggio. La qualificazione agli ottavi è giunta dopo una partita, quella con la Spagna, in cui l’Italia è riuscita a toccare pochissimi palloni, tra cui purtroppo quello infilato nella propria porta dal giovane Calafiori. è lo stesso difensore del Bologna che, poi, nella successiva partita con la Croazia si è inventato al 98° minuto un passaggio a Zaccagni autore di un bellissimo gol che in un secondo ci ha trasportati dall’incubo di un eventuale ripescaggio alla qualificazione piena. Un pareggio che sa di vittoria, dunque, ma pareri unanimi nel giudicare l’Italia vista finora da brutta a bruttissima, con attaccanti di prima e seconda scelta incapaci di pungere, se è vero che finora hanno segnato nella porta avversaria solo difensori (Bastoni), centrocampisti (Barella) e un attaccante (Zaccagni) entrato nella rosa di Spalletti quasi per caso all’ultimo secondo, al posto di Orsolini.
Pur giocando male, gli azzurri sono riusciti a battere l’Albania, tutto sommato reggere l’urto nei confronti di una fortissima Spagna, e pareggiare con la Croazia che – lo ricordiamo da diversi anni fa parte dell’élite mondiale del calcio.
Vittoria? Sconfitta? Per quanto riguarda il prosieguo degli azzurri nell’Europeo staremo a vedere. Ma quanto accaduto dovrebbe farci riflettere sul significato che siamo soliti dare alla parola vittoria.
Questa parola è stata usata in questi giorni anche per commentare i risultati delle elezioni amministrative che si sono svolte in diverse importanti città italiane. Ed era stata usata qualche settimana prima per le consultazioni europee.
A mio avviso nel campo della politica la parola vittoria non dovrebbe mai essere usata, a differenza che nello sport. Chi prevale un secondo dopo viene investito del ruolo di occuparsi del bene di tutti. Così funziona la democrazia e quindi è meglio lasciare perdere subito l’idea di aver vinto su qualcuno. Per lo stesso principio non mi piace la parola opposizione, contrapposta a maggioranza. Il compito di chi non governa non può essere sempre e solo quello di opporsi. Le soluzioni condivise sono quelle più forti. Politicamente l’Unione Europea è proprio basata su questo principio. è faticoso, ma il consenso che ne scaturisce è di un’altra qualità. Oggi ne abbiamo bisogno come non mai.
Autore: Luca Sticcotti