La via dedicata a Oswald von Wolkenstein

A collegare via Isarco e via Cappuccini vi è via Wolkenstein; è il nome  di una famiglia nobiliare sudtirolese, il più noto esponente della quale fu Oswald. Nato verso il 1377 in Val Pusteria, a otto anni si trovava alla Trostburg (Castelforte), un maniero all’imbocco della val Gardena; fu in quel tempo che perse l’uso dell’occhio destro, trafitto da una freccia, pare in occasione di una festa di carnevale. Perché fosse educato e formato da cavaliere, fu affidato ad un nobile, con il quale Oswald crebbe viaggiando, dal 1387, prima nell’Europa del Nord, poi nei paesi orientali, luoghi che menzionò nel “Canzoniere”, narrando la sua decennale esperienza, nella quale fece diversi mestieri (lavapiatti, mozzo di stalla, staffiere, galeotto, ecc); imparò ben dieci lingue e a suonare vari strumenti (piffero, cembalo, strumenti a corda, tamburo). Ritornato nel 1400 dal lungo viaggio, si ritirò a Castelvecchio (Hahuenstein), presso l’Alpe di Siusi. Dall’autunno 1402 all’inizio del 1404 fu pellegrino per la Terra Santa, con un viaggio avventuroso da Venezia a Gerusalemme. Il viaggio in Oriente fu occasione di rinsaldare l’amicizia con Sigismondo di Lussemburgo (1368-1437), re d’Ungheria, che accompagnò al Concilio di Costanza (1414-1418) e, al suo servizio dal 16 febbraio 1415, in varie spedizioni. Nell’autunno 1417 sposò Margarethe von Schwaugau; ebbero sette figli.  Circa il “ Canzoniere”, risale agli anni tra il 1423 e il 1425 il primo manoscritto, il “Manoscritto A” su pergamena di oltre cento canzoni; risale al 1431 il “Manoscritto B”. Oswald fu al seguito di Sigismondo,  nel viaggio fino a Roma, per l’ incoronazione a  imperatore nel maggio 1433. Dal 1435 al 1445  non si mosse dal Tirolo; nel 1445 partecipò alla Dieta di Merano; fu in giugno che le sue condizioni di salute peggiorarono. Poeta, cantore, guerriero, diplomatico, morì il 2 agosto 1445. La sua salma fu trasferita “magno labore et in calore vectus” (a fatica e con un caldo torrido) da Merano al monastero agostiniano di Novacella.

Autore: Leone Sticcotti

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