Peter Burchia: un cantautorecon chitarra e pennello


Ci aveva lasciati a bocca aperta Peter Burchia, quando a metà del 2022 se ne è uscito con un 33 giri (sì proprio un disco in vinile, come per dare più valore al progetto) che col titolo di Look Back si è rivelato uno dei più bei dischi realizzati in Alto Adige da quando i musicisti di questa regione hanno cominciato a registrarne. Non stiamo esagerando, Look Back, oltre ad una storia incredibile e unica per quanto riguarda la sua realizzazione, è davvero un disco incantevole, fragile e solido al tempo stesso, senza fronzoli ma con una forza unica, tutto realizzato nell’atelier in cui Burchia vive e realizza i suoi dipinti. Già, perché parallelamente all’attività musicale, Peter porta avanti un’interessante carriera nel campo della pittura.

“Sono due cose che non posso scindere – ci racconta –, nella mia vita ho bisogno che ci sia spazio per entrambe, anche se talvolta la pittura ha il sopravvento. È il motivo per cui alla fine degli anni dieci avevo lasciato gli Shanti Powa: la vita col gruppo non mi consentiva di dedicarmi alle cose mie, tour e concerti erano davvero impegnativi”.

Così il nostro ha scelto di proporsi come musicista di strada, suonando ed esibendosi principalmente quando ne aveva voglia, viaggiando, dipingendo e assemblando i brani finiti poi nel disco di cui sopra. Nel frattempo, un po’ per colpa della pandemia un po’ per le scelte personali dei suoi componenti, gli Shanti Powa, pur rimanendo in auge, hanno diradato l’attività live e Peter ne è ora tornato a far parte da un paio d’anni (è tra l’altro sua la splendida copertina del loro terzo album, Til’ Insanity). In attesa di un nuovo lavoro del gruppo, che potrebbe concretizzarsi il prossimo anno, Peter ha messo per breve tempo in stand by i pennelli per uscire, nello scorso luglio, con un nuovo lavoro, stavolta su musicassetta, dimostrando di prediligere i vecchi sistemi all’insipido digitale, ovunque imperante.

“L’ LP mi aveva portato via molto più tempo – prosegue Peter – sia per la composizione che per la registrazione. Stavolta è stato più veloce, i brani erano solo due e ho cercato di farli in maniera più tradizionale possibile. Sono due brani praticamente acustici, ho messo da parte il computer e per registrarli, visto che per la diffusione ho scelto la musicassetta, li ho registrati direttamente su quel tipo di supporto, collegando il registratore al mixer. La musicassetta sta vivendo un periodo di riscoperta, seppur di nicchia, ma la maggior parte di coloro che pubblicano la loro musica in questo formato, lo fanno registrando digitalmente. Io ho voluto essere analogico il più possibile. È evidente che dal punto di vista dell’audio ci si perde, ma questo mi ha permesso di fare il sound che volevo”.

Nella fattispecie i due brani che appaiono rispettivamente sui due lati della musicassetta, uscita per la Riff Records di Paolo Izzo con mastering di Jürgen Winkler, “avrebbero potuto figurare bene anche sul vinile del 2022, solo che – spiega l’autore –, sono venuti dopo. Avrebbero potuto anche attendere un nuovo disco ma, spesso mi accade che se non fisso subito l’idea, rischio di perderne l’immediatezza e il mood cambia. Il brano che intitola la cassetta, The Rain, l’ho scritto in Senegal nel 2021, quando, zaino in spalla ero partito da Bolzano per andare a trascorrere in quel paese tutto l’inverno. Per quanto riguarda la grafica, è opera mia: l’idea di base è che quando do a qualcuno un mio prodotto mi piace che sia un po’ un pezzo unico, così in questo caso ho fatto in modo che le copie stampate del nastro abbiano tutte una copertina differente. Ho fatto una serie di disegni e ritagliandoli, da ognuno ho ricavato dieci diverse copertine”.

Per quanta riguarda il futuro, per ora nei progetti di Peter ci sono la pittura e gli Shanti Powa, sul tornare a suonare per strada, l’artista non esita ad esprimere un certo scetticismo:

“Devo essere sincero – conclude – mi è un po’ passata la voglia, non escludo di tornare a farlo se cambierà qualcosa, per ora la città Unesco della musica ha dei regolamenti assurdi per quanto riguarda gli artisti di strada, i cosiddetti busker. Per noi non sembra esserci spazio. Una revisione dei regolamenti cittadini è in progetto, staremo a vedere, certo che come stanno le cose adesso non ho proprio voglia di essere visto come un criminale per il fatto che mi esibisco in questo modo”.

Autore: Paolo Crazy Carnevale

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