Lever: una vita per il basket


Il bolzanino Alessandro Lever gioca da qualche anno in A1 e lo scorso 18 febbraio ha vinto la Coppa Italia. Ripercorriamo con lui le origini del suo percorso e la strada che ha seguito per arrivare a diventare un giocatore professionista di pallacanestro.

// Di Till Antonio Mola

In questo numero torniamo a parlare di Alessandro Lever, giocatore di pallacanestro professionista,da poche settimane in forza alla Reyer Venezia.
Nato a Bolzano nel 1998, Alessandro e ha fatto tutta la trafila delle giovanili nella società Basket Piani; nel 2014 approda a Reggio Emilia nella Pallacanestro Reggiana dove, dopo aver disputato qualche campionato nelle giovanili, viene aggregato alla prima squadra, quindi in serie A, nel 2015.
Ma è nel 2017 che Alessandro compie il grande passo che lo porta a studiare negli Stati Uniti, precisamente a Phoenix in Arizona dove gioca per quattro anni nella squadra di basket della Grand Canyon University (GCU), arrivando a partecipare al torneo NCAA che decreta la migliore squadra statunitense di college basketball.
Finita quell’esperienza, il lungo bolzanino (208 cm) è tornato in serie A, dove ha giocato due anni a Trieste e l’ultimo a Napoli, con cui il 18 febbraio scorso ha conquistato la Coppa Italia battendo in finale la Olimpia Milano.

L’INTERVISTA

Alessandro, partiamo dalla conquista della Coppa Italia… 

È stata un’emozione bellissima. Diciamo che neanche noi all’inizio ci credevamo. Siamo entrati nella fase finale delle migliori otto per un pelo. Partivamo da una posizione svantaggiosa, perché vi siamo arrivati reduci da tre sconfitte. In una di queste, in casa, avevamo perso di venti punti giocando malissimo, quindi siamo andati alle finali per giocarcela contro tutti. Poi, dopo la prima partita, abbiamo preso il via e non ci siamo più fermati fino alla vittoria della Coppa Italia.

Sicuramente una grandissima soddisfazione. Anche in serie A vi siete salvati con largo anticipo… 

Ci siamo salvati giocando una seconda parte di stagione sicuramente non al nostro livello. Ma con la conquista della Coppa Italia è salita anche l’ambizione e ci sarebbe piaciuto arrivare ai playoff per giocarcela e per provare a portare a casa qualche vittoria.

Parliamo del tuo successo personale. Sicuramente l’hai raggiunto per gradi. Secondo te quanto è stata importante l’esperienza americana da un punto di vista sportivo?

Sicuramente mi ha permesso di fare un salto di qualità, perché mi ha catapultato nel mondo dei semi professionisti, provenendo comunque da una società di altissimo livello con le giovanili come la Pallacanestro Reggiana. Quindi quei quattro anni mi hanno aiutato a crescere e a prendere più fiducia nei miei mezzi e confidenza col gioco.

Oltretutto sei stato uno dei migliori realizzatori nella storia di GCU…

Sì, sono stato il terzo miglior realizzatore della storia. Diciamo che l’inizio è stato un po’ difficile perché giocavo poco e non bene. Quando l’allenatore mi ha messo in quintetto un paio di partite, è poi scattato qualcosa e sono riuscito a ripagare la fiducia giocando delle buone annate.

A inizio estate di quest’anno hai rescisso il contratto con Napoli e dopo qualche settimana c’è stato l’annuncio del tuo approdo alla Reyer Venezia. Cosa significa per te questa nuova sfida?

Sicuramente la Reyer Venezia punta ad essere tra le prime tre – quattro squadre del campionato. È un club di altissimo livello che partecipa ad una competizione importante come l’Euro Cup, la seconda competizione continentale dopo l’Eurolega. Vogliono far bene, vogliono vincere e sarà una sfida importante che mi permetterà di capire a che punto sono della mia crescita e di competere e giocare contro giocatori di altissimo livello.
Il mio obiettivo è di cercare di aiutare la squadra a vincere le partite, lottando su tutti i palloni.


Alessandro Lever proviene da una famiglia sportiva: la mamma, Annalisa Piccoli, ha giocato in Serie A2 nel Basket Club Bolzano, proveniente dal Montecchio Maggiore e dal vivaio della Primigi Vicenza, squadra campione d’Italia e d’Europa per molti anni. Il papà Franco ha attraversato tutte le categorie del Basket Piani, dove ha anche allenato a lungo. Suo padre, Donato, scomparso nel 2007, è stato uno dei fondatori e dirigenti della società. Anche la sorella di Alessandro, Anna, ha giocato a basket prima di passare alla pallavolo, arrivando a giocare in Serie B con il Neruda, fino a un infortunio che ha concluso la sua carriera sportiva.

Franco Lever, come sono stati gli esordi di Alessandro?

Alessandro ha iniziato a giocare a basket a sei anni. In palestra c’erano Paola Mazzali, Laura Lazzari e mamma Lisa ad allenare. L’anno dopo sono subentrato io, assistito da Matteo Moretti. Ho allenato la squadra fino al primo anno Under 13, poi sono subentrati prima Thomas Minati e poi Gianluca Russo.

Una figura fondamentale nel percorso di crescita di Alessandro a Bolzano è stato Franco Socin. Di tutti gli allenatori, è colui che continua ad informarsi e colui che nella pausa estiva gli dedica il suo tempo per allenamenti individualizzati. Si tratta sicuramente del più grande esperto di basket a Bolzano.

Il tuo papà, Donato – che purtroppo non è riuscito ad assistere all’esplosione, sportivamente parlando, di Alessandro – affermava che suo nipote, seppur alto, non aveva le qualità per ambire al basket che conta… 

La frase che gli attribuisci in realtà è la riformulazione di un concetto espresso da un fisioterapista che visitò Alessandro da piccolo, il quale affermò “È come se avesse il motore di una 500 e la stazza di un TIR.” Alessandro ha avuto uno sviluppo muscolare rallentato rispetto a quello scheletrico, ma in linea con l’età. Per questo motivo, per emergere ha dovuto lavorare molto sulla tecnica, in quanto la forza non bastava.

Oggi, guardando i risultati ottenuti da Alessandro, possiamo dire che quel “motore” ha dimostrato di avere la grinta e la determinazione per guidarlo fino ai vertici del basket che conta, superando ogni ostacolo con il lavoro e la passione.

Autore: Till Antonio Mola

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