A collegare via Weggenstein con via Sant’Antonio vi è via Beato Arrigo; si tratta del beato Enrico da Bolzano. Nato a Bolzano nel 1250 da genitori poveri, Enrico dovette ben presto guadagnarsi da vivere come operaio a giornata, ma, pur essendo analfabeta, partecipò con devozione alle funzioni religiose. Sposato e con un figlio di nome Lorenzo, a circa 30 anni, di ritorno da un pellegrinaggio a Roma con la moglie e il figlio, si trasferì a Biancade (Treviso); morta la moglie si stabilì a Treviso dove continuò a condurre una vita di umile lavoro, come bracciante, e a partecipare a varie celebrazioni liturgiche. Quando a causa dell’età avanzata non poté più lavorare, condusse una vita di penitenza, chiedendo l’elemosina, mendicando non tanto per sé quanto per i poveri della città. Recitava il Rosario in qualche angolo della chiesa e se la chiesa era chiusa pregava in ginocchio davanti al portale. Morto in fama di santità il 10 giugno 1315, grande fu la partecipazione di popolo alle sue esequie, durante le quali, si narra, un paralitico improvvisamente guarì. Fu sepolto nel Duomo di Treviso e da allora ci fu un grande afflusso di pellegrini. Beatificato il 29 luglio 1750, nel 1759 sue reliquie (due costole) furono solennemente traslate, con grande partecipazione di fedeli, nella chiesa parrocchiale di Bolzano, da allora conservate nella cappella di Loreto in un prezioso scrigno ed esposte alla pubblica venerazione. Arrigo divenne presto popolare in tutta l’Italia del Nord. Il beato Enrico da Bolzano, patrono di Bolzano, la cui ricorrenza si celebra il 10 giugno, è considerato protettore dei boscaioli. Al beato Enrico di Bolzano è intitolata una parrocchia della diocesi di Bolzano-Bressanone; si tratta della parrocchia Beato Enrico da Bolzano di La Costa/Seit (frazione di Laives); divenuta parrocchia nel 1986, dopo esser stata espositura dal 1859, curazia dal 1948, fa parte del Decanato di Laives, istituito nel 1993.
Autore: Leone Sticcotti