Questo 2024 che va concludendosi è senz’altro stato un anno molto importante per il sestetto bolzanino Jemm, fondato da Max Castlunger e Marco Stagni e di cui ora fanno parte anche Matteo Cuzzolin, Hannes Mock, Mirko Pedrotti e il nuovo arrivato Andrea Polato. I Jemm sono – a ragione e insieme al quartetto di Herbert Pixner – una delle formazioni strumentali più blasonate della nostra terra.
Pulse è uscito in questi giorni per la neonata etichetta 12Ville, che fa capo a Wilfried Gufler, ed è stato registrato come i precedenti presso il Cat Sound Studio di Badia Polesine. L’album mette sul piatto sette brani nuovi di zecca. “Il Cat Sound – ci racconta Castlunger – è ideale per il budget che abbiamo e per quello di cui abbiamo bisogno: siamo una formazione che suona dal vivo, sempre, e quindi ci serve un posto dove tutti possiamo avere una cabina in cui suonare, contemporaneamente agli altri, e non sono molte le sale attrezzate per questo. Le composizioni incluse nel disco sono firmate prevalentemente da me, ma ci sono anche contributi di Matteo Cuzzolin e del vibrafonista Mirko Pedrotti. Inoltre, per quanto mi riguarda, oltre agli strumenti a percussione che suono di solito, qui uso anche un cordofono asiatico molto curioso; ha le corde che si percuotono schiacciando dei bottoni che sembrano i tasti di una macchina da scrivere, e ci posso poi attaccare effetti come delay e wahwah, però non posso fare accordi!”.
Il disco oltre che sul groove tipico dei Jemm, conta molto anche sulla varietà musicale a livello stilistico, si sente infatti la presenza dei tre autori diversi. Il brano Cassiopea, composto da Cuzzolin, oltre ad essere caratterizzato dal suo inconfondibile stile col sax, ricorda in qualche modo le composizioni delle colonne sonore dei film di James Bond. Nell’album c’è per la prima volta anche un brano di Mirko Pedrotti, che s’intitola Takatakatum ed è giocato su una serie di incastri musicali.
“L’artwork del disco – prosegue Castlunger – è della nostra amica Elisa Grezzani che ha anche creato i disegni delle nostre camicie: ci è sempre piaciuto vestire in modo colorato, perché il colore è una delle caratteristiche di quanto suoniamo, però stavolta volevamo qualcosa di diverso rispetto ai classici temi floreali hawaiani o indonesiani. Ed Elisa è davvero riuscita a fare un lavoro originale.”
Si diceva in apertura di come questo sia stato un anno intenso per i Jemm: la scorsa primavera, i sei musicisti sono stati invitati ad un prestigioso festival in Marocco. Tutto è nato dalla loro partecipazione ad un’analoga manifestazione a Bruxelles, due anni fa. I due eventi hanno lo stesso direttore artistico che, dopo aver visto in azione il sestetto, ha ben pensato di inserirne il nome tra le sei band europee invitate a Rabat per suonare in una specie di fortezza dell’epoca romana, nel corso di un jazz festival che va in scena da trent’anni.
“È stata un’esperienza fantastica – commenta il percussionista – siamo stati accolti come star, tutto era pagato, prelevati in aeroporto con un pulmino, portati in albergo. Una cosa mai vista. Secondo il programma le band europee ospiti suonano anche in jam session con formazioni marocchine di musica gnawa, un genere a base di basso, voce e una specie di nacchere. Loro hanno eseguito le musiche della loro tradizione e noi ci siamo inseriti con la nostra strumentazione. Il bello è che non è una cosa per stranieri e turisti, il pubblico è soprattutto locale. Per di più, dopo il concerto c’è stata una session in albergo ed io sono arrivato dopo gli altri. Tutto l’entourage era già lì e anche qualche appassionato: nel momento in cui sono entrato qualcuno mi ha riconosciuto e ha richiamato l’attenzione degli altri indicandomi, la musica si è fermata, il pubblico è scattato in piedi applaudendomi, ed io lì ammutolito a bocca aperta!”
Per il pubblico altoatesino invece, i Jemm presenteranno in esclusiva il loro disco sabato 19 ottobre all’UFO di Brunico e il sabato successivo, 26 ottobre, a Collepietra nell’ambito della rassegna Steinegg Live.
Autore: Paolo Crazy Carnevale