Nel comune svizzero di Quarten, nel Canton San Gallo, distretto di Sarganserland, sul lago di Walenstadt, e presso il nuovo centro di Schönstatt s’è tenuto il 40° congresso europeo dei Cortinari, organizzato dall’associazione micologica JEC. Dopo la prima trasferta parmense dello scorso anno, raggiungere Quarten da Merano è stata un’esperienza decisamente importante; – in primis – perché vissuta al di fuori di una sorta di zona di confort; e, in secondo luogo a causa del fatto che sono stato ufficialmente incaricato di realizzare fotografie e video delle attività sociali, godendo di ampia autonomia, intento a catturare sfumature, particolari e dettagli in una zona ancora sconosciuta agli occhi. Non mi sono dunque limitato a ritrarre i carpofori in habitat (a mano libera s’intende, perché predisporre un set, nel bosco, necessiterebbe di troppo tempo), ma di descrivere e regalare, sia ai soci presenti, sia a quelli che non hanno potuto aderire quest’anno, testimonianze e ricordi della settimana elvetica. Anche al Nord delle Alpi sono state giornate meteorologicamente frizzanti, condite da tanta pioggia, vento e poco sole. Mercoledì 9, dai resti dell’uragano Kirk, abbiamo provato sulla nostra pelle gli effetti del favonio da Sud con raffiche davvero costanti e imponenti fino a notte fonda. Il vociare dei rami flessi dal vento sormontava i nostri richiami! Purtroppo la speranza di immortalare l’aurora boreale e la SAR del 10/11 ottobre è svanita a causa della copertura nuvolosa e della pioggia incessante; mentre in Italia le condizioni erano ottimali. Il nuovo centro di Schönstatt aveva tutto l’occorrente a portata di mano, quindi ogni attività, dal pernottamento, alle determinazioni, alle riunioni, al rifocillamento la si è potuta svolgere comodamente in sede, eccetto, naturalmente le gite. Ogni mattina, infatti, dalle ore 9, tre gruppi di diversi colori (escursioni rossa, verde e blu) partivano verso i boschi prescelti per raccogliere miceti. Il Direttivo ha vagliato luoghi dalle molteplici quote (da 450m in su), variegate varietà arboree e tipi di suolo (acido/calcareo); nello specifico Arvenbühl, Amden, Elm, Obersee, Klöntal, Mollis, Chapfensee e Wichlen. Da Wichlen, e dai boschi di conifere a 1600m di quota, abbiamo ammirato tutta la Valle del Sernf, circondata ambo i lati da incantevoli vette alpine quali Kärpf 2794m, Hausstock 3158m, Blistock 2448m, Vorab 3028m, Laaxer Stöckli 2898m, Piz Segnas 3099m, Piz Sardona 3056m. Evidenti le differenze di vegetazione rispetto all’Alto Adige, come boschi misti fino a 1500 metri di quota (perlomeno nelle zone visitate), con faggi e aceri a spadroneggiare, e già con un foliage avanzato. Ho riscontrato un grado maggiore di civiltà, di pulizia e rispetto assoluto nei confronti della Natura, rispetto ai nostri boschi. Il ritorno a casa percorso mediante strade di montagna ha confermato ancor di più questa considerazione, specie al momento di attraversare il Passo Flüela, 2383m, un valico montano di rara bellezza che collega Davos a Susch e poi, ancora, da Zernez, tramite il passo del Forno, 2149m, a Müstair e a Tubre, fino al suolo italico. La Svizzera orientale è una zona poco abitata, un luogo aspro e selvaggio e di una magnificenza naturale incredibile.
Autore: Donatello Vallotta