Le servitù di pascolo a Ora e Bronzolo

Tra metà ottocento e i primi anni del novecento un viaggio in treno attraverso l’Unterland poteva riservare visioni bucoliche del tutto inattese. Tra Ora e Bronzolo, i campi primaverili permeati dalle acque stagnanti dell’Adige ospitavano immense greggi di pecore la cui presenza sembrava appartenere al mondo dei sogni più che a quello della realtà.

Le centinaia di pecore intente a brucare l’erbetta fresca provenivano dalla Val di Fiemme e si trovavano in quei luoghi in virtù di un secolare diritto di pascolo. Questa servitù della Magnifica Comunità di Fiemme – ossia dei comuni di Cavalese, Carano, Daiano, Castello, Molina, Moena, Panchià, Predazzo, Tesero, Trodena, Varena e Ziano – un tempo comprendeva territori molto più vasti, che grazie al passaggio dei pastori fiemmesi e fassani introitavano dazi non indifferenti.

Tutto cambiò dopo l’anno 1777, quando il bolzanino von Zallinger realizzò due grandi canali di scolo in grado di raccogliere le  acque ristagnanti attorno al lago di Caldaro. I proprietari dei terreni poterono iniziare a coltivare mais, legumi e altri cereali e le pecore erano mal tollerate. A partire dagli anni 1887 e 1889, un’apposita commissione governativa iniziò a valutare la possibilità di escludere le greggi mediante un risarcimento finanziario. In quel periodo, accanto ai comuni di Ora e Bronzolo, anche Caldaro, Termeno, Cortaccia e Egna ospitavano greggi di pecore provenienti dalle valli di Fiemme e Fassa. 

La commissione promosse le trattative tra i comuni interessati e la Magnifica Comunità; solo Ora e Bronzolo non sembravano interessate a liberarsi della servitù. Fu infine stabilito un importo forfettario di un Gulden per ogni starland (corrispondente a 720 metri quadri) per cancellare definitivamente l’atavica servitù. Ora, con i suoi 2121 starland e Bronzolo con 866 avrebbero dovuto corrispondere alla Comunità 2987 Gulden ma, come detto, rinunciarono in quanto, secondo l’opinione pubblica dell’epoca, i loro terreni sarebbero rimasti paludosi e poco adatti alla coltivazione anche in futuro. Inoltre, i soliti complottisti che, come si vede, esistono in tutte le epoche, riponevano scarsa fiducia nella regolazione del corso dell’Adige e parlavano ironicamente di “Etschruinierung” (rovina dell’Adige) anziché di “Etschregulierung” (regolazione dell’Adige). 

Ora e Bronzolo si videro dunque costrette ad aumentare la presenza di pecore sui loro territori. Il numero fu stabilito in 600 unità, oltre a 90 agnelli. Il periodo fu fissato dal 25 marzo al 4 maggio, durante il quale per 5 giorni le pecore pascolavano a Ora e per 2 (il martedì e il venerdì) a Bronzolo. Le ore notturne dovevano recarsi nei ricoveri di Ora. 

In seguito alla disastrosa inondazione del 1890, furono finalmente ultimati i lavori di bonifica anche dei terreni di Ora e Bronzolo, iniziati nel 1801. Nel 1912 fu realizzato un secondo canale di scolo (Uhl) che partiva dalla stazione di Bronzolo e confluiva nella fossa grande di Bronzolo nei pressi della stazione di Ora. Una fitta rete di canali minori completò l’opera e a quel punto il comune di Ora inviò alla commissione competente una petizione per chiedere di essere affrancato dalla servitù che danneggiava irrimediabilmente le coltivazioni. Iniziò un estenuante batti e ribatti tra i comuni e la Magnifica Comunità. Dovette intervenire l’autorità competente di Innsbruck, obbligando i fiemmesi ad accettare un ragionevole confronto. Ma scoppiò la prima guerra mondiale e il discorso fu accantonato. Nel dopoguerra, le trattative ripresero vigore e proseguirono, tra le reciproche rivendicazioni delle parti, fino al 1927, quando, grazie a una sentenza definitiva del Tribunale di Trento, i due comuni si liberarono della servitù pagando una somma di 66 Lire per ogni starland. 

Calò così il sipario su un’epoca memorabile e si spalancarono le porte per la monocoltura moderna.

Autore: Reinhard Christanell

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