Devo dire che mi ha sorpreso non sentire pronunciare quasi per nulla questa parola, sportività, in merito non solo alle imprese ma soprattutto ai comportamenti che denotano la forte personalità di Jannik Sinner, nonostante la sua giovane età. Molti avranno seguito in questi giorni la straordinaria affermazione del tennis italiano in Coppa Davis. Il campione di Sesto in questo 2023 ha scalato le classifiche mondiali e ci ha dato un assaggio di quella che, probabilmente, diventerà una carriera leggendaria nel tennis.
Il suo gioco mano a mano si sta imponendo per le sue caratteristiche vincenti, soprattutto da fondocampo. Ma un elemento fondamentale del suo profilo tennistico, a detta di tutti, è la sua grande capacità di gestire non solo le energie fisiche ma soprattutto quelle mentali. E questo in uno sport in cui spesso i suoi protagonisti si lasciano andare a manifestazioni plateali di insofferenza o di sfida rispetto alle decisioni arbitrali, al pubblico e agli avversari. Nello sport c’è una parola che spesso viene utilizzata, per fare riferimento al forte tasso di spirito agonistico necessario per vincere: cattiveria. Ecco: questa parola sembra fuori luogo quando osserviamo Jannik Sinner. La forte determinazione c’è, e si vede anche in campo. Ma la si vede, controllata, solo nei confronti di sé stesso, quando sbaglia. Ma mai nei confronti degli avversari, né tanto meno del pubblico o degli arbitri.
Intorno al nostro campione sono state anche montate alcune polemiche, dal sapore etnico. Troppo poco italiano per mettersi a disposizione dell’Italia in Davis? Abbiamo visto com’è andata a finire. Al contrario: troppo italiano per essere un sudtirolese? Su quest’ultimo aspetto, dobbiamo dire, è un segno dei tempi il fatto che non si sia insistito troppo, negli ultimi giorni, sulla stampa locale e sui social network. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che Jannik Sinner si stia sempre più profilando per una sportività quasi fuori dal tempo. Con i suoi atteggiamenti e le sue parole il tennista ringrazia tutti, ha un pensiero per gli avversari e per i loro tifosi, mantiene sempre un comportamento pacato e non manca di rimarcare il fatto che la sua attenzione massima va sì all’affermazione agonistica, ma solo se ciò va di pari passo a un atteggiamento di rispetto generalizzato nei confronti di tutti gli attori in gioco. Questa cosa si chiama sportività: grazie Jannik per ricordarcelo in ogni occasione. Ne abbiamo bisogno. In tutti i campi, non solo in quelli da tennis.
Autore: Luca Sticcotti