Quando nel 1980 nei negozi di dischi fece la sua comparsa No More Words, LP dei bolzanini Stary Most, non erano decisamente in molti gli artisti della nostra zona che riuscivano a farsi pubblicare un disco, soprattutto con l’ambizione di poterlo anche portare in giro dal vivo in altre regioni. La storia degli Stary Most e del loro disco, deve molto all’intraprendenza del vulcanico Peter Ghirardini, che registrò il disco nel suo studio di Via Palermo e lo pubblicò sulla sua piccola etichetta, riuscendo a farlo uscire dagli stretti confini regionali. In realtà, nonostante la determinazione, soprattutto da parte del chitarrista e autore Werner Bauhofer e del cantante Heinz Madder, la storia degli Stary Most non durò moltissimo, ma l’interesse per il loro disco ha continuato a rimanere alto, un po’ per il gusto della riscoperta da parte del pubblico del classic rock, un po’ per il collezionismo: sta di fatto che se voleste cercare una copia di quello storico lavoro vi trovereste a sborsare oggi cifre oscillanti tra i duecento e i quattrocentocinquanta euro!
“Quando l’ho scoperto – ci racconta Werner Bauhofer – sono rimasto di stucco, nel 1980, quando lo abbiamo registrato, credevamo sì nel nostro disco, ma che potesse avere una storia così era una cosa assolutamente non prevedibile. In particolare pare ci sia molta richiesta in estremo oriente! La cosa divertente è che la possibilità di ristamparlo si è materializzata grazie ad una piccola etichetta friulana che ci ha contattati per fare una pubblicazione come si deve: e il proprietario dell’etichetta è un vicino di casa di Peter Ghirardini, che ora vive a Udine ed è un vicino di casa del produttore della ristampa!”
Nel 1980, Bauhofer, dopo una breve militanza nella Hard Time Blues Band di Micheletti, suonava con una cover band che si esibiva regolarmente nei locali, dal lago di Caldaro alla Val Badia. Erano tempi in cui i DJ non avevano ancora preso così piede e i gestori preferivano un gruppo che suonasse le canzoni del momento. Nella band, che si chiamava Abraxas come il secondo disco di Santana, c’erano anche il batterista polacco Benny Zemmler, il chitarrista Jack Telser e il bassista meranese Hubi Weiss; contemporaneamente però, Werner, che suonava anche jazz rock col Quartetto Angolista Sferico, aveva anche cominciato a lavorare su del materiale originale con Madder, suonando in particolare come spalla per i gruppi in voga come Enigma, Otho Mollis e Artificial Joy.
“La vita degli Stary Most – prosegue il chitarrista – è stata breve, ma credo sia stata molto importante per tutti, personalmente credo di aver deciso proprio allora che la musica sarebbe diventata la mia professione, e avevo appena diciott’anni. Era entusiasmante venir chiamati a suonare fuori regione, in televisione, fare la spalla ai New Trolls: ci credevamo davvero che fosse possibile fare il salto, tra le altre cose avevamo inciso un demo per un contest per nuovi talenti bandito in Giappone dalla Yamaha. Quella canzone, che non figurava sul disco, è ora inclusa come bonus track nella ristampa”.
Ristampa che al momento in cui ci leggete dovrebbe già essere disponibile sulle piattaforme online e con i primi mesi del 2024 sarà anche presente nei negozi in formato solido su CD, solamente con una nuova copertina, conditio sine qua non imposta da Werner a cui la copertina originale non era mai piaciuta. E non si può dargli torto, visto che il disegno non aveva nulla a che vedere col rock virato hard che suonavano gli Stary Most.
“Quando Gianluca Sinicco, il nuovo produttore, ci ha contattati – spiega Bauhofer – avevamo temuto che fosse una di quelle operazioni in cui ti propongono la ristampa a spese tue, una volta capito che non era così, l’idea ci è piaciuta e ci siamo buttati a capofitto nel progetto. Il vecchio master è stato rimasterizzato e ora siamo pronti per la distribuzione. Tra l’altro riascoltando i miei vecchi brani col senno di poi, trovo che ci fosse del buono anche nei testi, No More Words è una storia di solitudine e degrado sociale che trovo molto attuale, On My Own è invece dedicata a Enrico Micheletti, Overload Question era invece dettata dall’allora diffusissima passione per l’ufologia, Metropolitan Blues contrapponeva la Bolzano dormiente dell’epoca alle grandi città mentre Sunrise si riferiva ad un’alba vista da Heinz e me al lago di Carezza dove avevamo dormito in macchina dopo un concerto in zona!”
Questo per quanto riguarda la ristampa, ma in casa Stary Most si sta muovendo anche dell’altro, rimanete sintonizzati.
Autore: Paolo Crazy Carnevale