Tra i personaggi vissuti in Bassa Atesina, un posto di riguardo spetta alla scrittrice Lea Selm. Il suo nome è indissolubilmente legato alla minuscola località di Fontanefredde / Kaltenbrunn, frazione del Comune di Trodena. Fontanefredde, come scrisse la stessa Selm, non può vantare una grande storia e per molto tempo la sua esistenza si basò esclusivamente su una sorgente utilizzata dai carrettieri che transitavano sull’odierna strada statale 48 della Val di Fiemme per abbeverare cavalli e buoi.
Dopo l’ampliamento della strada, nel 1860 venne costruito accanto alla sorgente un albergo con stazione postale. L’iniziativa era stata di Giuseppe Rizzoli di Cavalese, che oltre all’albergo aveva intenzione di fondare un birrificio. In effetti, nel 1863 il birrificio iniziò la sua produzione che durò fino al termine della prima guerra mondiale. Più tardi, Fontanefredde si arricchì di una stazione ferroviaria, di una scuola e anche di una chiesetta. Nel vecchio albergo venne sistemato un negozio di generi misti e, molto più tardi, un distributore di benzina.
In questo luogo visse e operò per buona parte della sua vita Lea Selm, autrice di molti testi poetici e in prosa. La sua è una storia assai singolare. Nacque il 19 gennaio 1883 a Montagna, nella casa del nonno materno Martin Selm, fabbro del paese. Sua madre, Elisabeth Selm, era inserviente presso il castello di Enn e qui conobbe un uomo di origini indiane, a sua volta dipendente del maniero. Dall’unione “clandestina” e per l’epoca oltremodo scandalosa nacque Lea, i cui documenti con riferimento al padre riportarono sempre la voce “sconosciuto”. Lea Selm non ha mai parlato del misterioso genitore se non per “accusarlo” della sua carnagione scura, di cui da bambina, in un paese di visi pallidi, non poteva che vergognarsi.
Lea crebbe nella casa del nonno e all’età di 14 anni inizio la sua carriera lavorativa come bambinaia in un maso del luogo. Qui, grazie alla padrona di casa, venne in contatto per la prima volta con la letteratura, che poi avrebbe segnato per sempre la sua esistenza. Karl Felix Wolff, che le fu amico per molti anni, in un suo scritto citò anche alcuni sorprendenti versi dell’allora quindicenne Lea. Altrettanto importante per la crescita umana e letteraria di Lea fu l’incontro con Henriette Schrott, figlia dei proprietari del “Grand Hotel Penegal”. Qui Lea era stata assunta come cucitrice. Anche Henriette era appassionata di poesia e le due giovani donne intrecciarono un’intensa amicizia che durò per tutta la vita. Henriette divenne un’autrice affermata e pubblicò molti romanzi presso grandi editori tedeschi e austriaci. Inoltre, sostenne in tutti i modi l’amica Lea, che di suo aveva frequentato solo le scuole elementari.
Dopo l’esperienza di Innsbruck al fianco di Henriette, Lea Selm fece domanda di assunzione quale impiegata presso le imperial-regie poste austriache. Dopo la prima guerra mondiale, passò automaticamente alle Poste italiane. Dopo alcune tappe in Val Venosta e a Merano, Lea approdò finalmente a Fontanefredde, sicuramente un luogo in cui regnava una pace e tranquillità invidiabile per l’epoca e ideale per la sua creatività. In quell’idillio silvestre Lea Selm compose molte delle sue opere. Sempre Wolff la chiamò la “Waldsängerin”, o anima di Fontanefredde, giacché Lea, oltre al suo lavoro di impiegata postale e poetessa, si dedicò con tutte le sue forze alla vita sociale del piccolo borgo, dove tutti la chiamavano Fräulein Lea. Poiché Fontanefredde era sprovvista di una chiesa, si adoperò in prima persona per far erigere la chiesetta di San Giuseppe, inaugurata nel 1940. All’epoca delle opzioni, Lea Selm optò per l’Italia. Come dipendente pubblica fu costretta a iscriversi al Fascio femminile del PNF. Per 35 anni Lea prestò servizio presso l’ufficio postale di Fontanefredde e anche dopo il suo pensionamento continuò a occupare il suo alloggio nell’edificio postale.
I suo testi apparvero soprattutto sulla rivista Schlern, a cui iniziò a collaborare nel 1920. Pubblicò anche su numerose altre riviste e si dedicò a lungo alla raccolta e trascrizione di leggende e favole popolari. Rimasero inedite due opere di grande respiro: “Fra Solidarius” e “Auf eigene Faust”. Lea Selm morì il 24 novembre 1977, pochi mesi dopo aver ottenuto la croce al merito del Land Tirol.
Autore: Reinhard Christanell