Le vecchie strade della Bassa Atesina

Tutte le strade portano a Roma, si diceva un tempo. Forse era un’esagerazione ma è un dato di fatto che le pietre miliari lungo i 100.000 chilometri di rete stradale lastricata indicavano la distanza dal cosiddetto miliario aureo del Foro romano. 

Tra le tre meraviglie dell’era romana citate da Plinio il Vecchio le strade stanno al primo posto. Le altre due sono gli acquedotti e le cloache. A dire il vero, le strade extraurbane si chiamavano viae mentre con il termine “strata” (fatta a strati) si indicavano quelle nei centri urbani. Oggi la maggior parte di queste strade sono scomparse, hanno preso altri nomi o seguono tracciati diversi che ne rendono complicata la localizzazione. I vecchi percorsi rimangono nella memoria collettiva come “strada vecchia” o, appunto, strada “romana”. 

È sorprendente con quale velocità scompaiano le strade abbandonate, tanto che già dopo pochi anni è difficile riconoscerne il percorso. Se volessimo ricostruire la rete stradale che nei secoli attraversò la Bassa Atesina, dovremmo andare alla ricerca di alcuni elementi che solitamente caratterizzano la presenza di una vecchia strada: pietre miliari, ponti, capitelli. Sappiamo per esempio che al tempo di Augusto una strada di grande importanza, la Via Claudia Augusta, attraversava la Bassa Atesina fino a Ora. Qui, scesa da Castelfeder, dove ancora oggi possiamo ammirarne un breve tratto con una pietra miliare, probabilmente si biforcava: da una parte verso Gmund / Monte attraversando il vecchio rione San Pietro, dove rimane nella memoria il vecchio nome “Strass”, fino all’argine dell’Adige (Urfer), dove un tipico ponte romano di barche e tavole permetteva agli eserciti e ai commercianti l’attraversamento del fiume. Poi la strada proseguiva lungo la valle Lavason fino ad Appiano e Castelfirmiano per imboccare la Val Venosta fino ad Augusta, l’odierna Augsburg. Il tratto forse meno importante e all’epoca ricco di foreste fluviali e paludi proseguiva sotto la montagna in direzione di Bronzolo e Laives, per poi raggiungere Pons Drusi attraverso l’odierno viale Trento e Ponte Loreto. 

Con la crescita dei villaggi della Bassa Atesina tra il XII e il XV secolo, anche la strade, probabilmente abbandonate o trascurate da secoli, si sono adeguate alle nuove esigenze. Lungo le strade si trovavano gli edifici più importanti come chiese, alberghi, magazzini. A Ora sono riconoscibili vari tracciati della “alte Straße”, tutti risalenti all’epoca di espansione medievale della località. Lungo la via principale, raggiunta la piazza centrale (Hotel Elefante) si dirigeva verso l’odierna stazione dove proseguiva in linea retta verso Bronzolo in mezzo alla valle e alla palude. Certo la strada era molto più breve di quelle pedemontane precedenti ma di non semplice manutenzione. Questa strada è anche la prima segnata nel catasto teresiano (1782/85) con il nome di “Landstraße”. Scrive nel 1839 J. Staffler nella sua famosa “Statistik und Topographie von Tirol: “Ancora 42 anni fa la strada tra Bronzolo e Ora di una lunghezza di 300 Klafter correva in mezzo a paludi e acquitrini. Ogni anno doveva essere faticosamente ripulita.” Alcuni decenni dopo, nel 1839, la nuova “Haupt-, Post- und Commerzialstraße” seguiva già il percorso sotto la montagna. Quando fu realizzata non si sa ma un documento del 1821 ci parla di un terreno ubicato presso “la nuova Landstraße”. La costruzione ha sicuramente richiesto anni di lavoro e secondo la leggenda Andreas Hofer nella sua marcia verso Mantova avrebbe percorso ancora la vecchia strada attraverso le paludi. Solo nel 1850 fu realizzato il rettilineo tra l’Hotel Elefante e la chiesa di San Pietro. Era stranamente l’epoca in cui si portavano le grandi arterie nel luogo più centrale del paese, tranciando in due poderi e vigneti. La stessa cosa avvenne a Laives, dove il vecchio precorso attraverso le vie Damiano Chiesa e Marconi fu abbandonato a favore del lungo rettilineo che ancora oggi attraversa il paese. 

Per quasi 150 la strada è rimasta invariata, salvi gli adeguamenti avvenuti a partire dagli anni ‘60 che hanno portato alla situazione odierna con circonvallazione e gallerie per riportare fuori dai centri urbani le strade di grande percorrenza.

Autore: Reinhard Christanell

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