Intingoli di metà primavera

Look Back, il disco di Peter Burchia uscito proprio un paio di anni fa in questo periodo, è senza dubbio una delle più belle sorprese musicali riservateci dagli artisti di casa nostra, un disco tutt’oggi molto bello, ben lavorato, con suoni e idee che non passano di moda. Burchia è uno della grande famiglia degli Shanti Powa e le canzoni che escono sotto l’egida dell’etichetta del gruppo sono spesso soggette a rimaneggiamenti, nuove versioni, all’insegna di un’apertura mentale di tipo universale che ha già dato frutti coi brani del gruppo (pensiamo alla doppia versione, normale e dub del loro ultimo lavoro) e con le divagazioni soliste di suoi componenti come Berise, Thomas Maniacco e Angelo Ippati.

Nella fattispecie, il team di reimmaginatori formato da Lu Fy (al secolo Ludwig Mayr) e dal chitarrista Nea Quo (Nico Lintner), non nuovi a questo tipo di operazioni, ha ripreso la title track del disco di Burchia e, nel proprio studio di Signato, l’ha reimmaginata, rivestita di sonorità moderne, vivaci e di un video animato coloratissimo che sembra fatto apposta per la composizione di Burchia. Meglio questa versione? Meglio l’originale? Sono due cose troppo diverse, due ottime cose.

Rimanendo nell’ambito dei musicisti noti per la loro attività all’interno di un gruppo, non possiamo lasciar passare inosservato il lavoro di Mirko Giocondo: il suo ruolo di bassista e contrabbassista con gruppi rock (pensiamo agli ormai dissolti Ferbegy?), funky (l’inossidabile Homeless Band) o nell’ambito della musica d’autore (Mirko è il bassista dell’Andrea Maffei Spritzband da diversi anni) è noto a molti, quello che forse non tutti sanno è che si tratta di un musicista completo, con un curriculum costruito su studi classici, e che oltre ad essere uno dei migliori in circolazione col suo strumento ha anche una parallela attività come solista.

Le sue composizioni sono per ora ascoltabili tramite il suo canale youtube, in cui sono postate sia incursioni jazz-rock che composizioni strumentali che mescolano suoni quasi ambient con influenze pop, etniche, prendiamo ad esempio l’atmosfera irish del brano che ha postato la vigilia dello scorso Natale, Ineternal, e ancor più evidentemente quella di Irish Valley che si avvale della collaborazione dell’amico Pietro Berlanda, altro nome da non smettere di tener d’occhio).

L’ultimo brano di Giocondo, in ordine di tempo è Lila, che intenzionalmente dovrebbe anticipare l’uscita di un lavoro solista (in forma solida o liquida, questo ancora non lo sappiamo) comprendente altre composizioni del musicista, tutte molto suggestive, che suggeriscono immagini e atmosfere, ma che starebbero molto bene anche nell’ambito di colonne sonore, a dimostrazione della versatilità di questo ragazzo.

Sliding Doors è invece il nuovo singolo (anche questo rintracciabile su youtube) del cantautore Paolo Cara, veneziano d’origine ma trapiantato a Laives: la sua notorietà è dovuta soprattutto alla sua presenza costante su canali televisivi come Canale Italia e Gold Tv, quindi lontano dalla scena locale. Stando alle cronache gode di un certo apprezzamento, certo il suo pop rockettaro può risultare accattivante, ma anche datato, con sonorità anni ottanta in cui lo sferragliare delle chitarre elettriche è soffocato da tastiere plasticose e ridondanti.

Sicuramente più interessante il nuovo video di Dana Tempesta, L’addio, che mescola il mondo delle giovani cantanti contemporanee, con i suoni quasi cameristici di un trio formato da pianoforte, violoncello e violino: l’esecuzione è stata filmata durante un’intima session nell’ambito del progetto Garden Sessions del regista Max Calanducci. Dana Tempesta si conferma con questo nuovo video come una delle nuove promesse da tener d’occhio.

Chiudiamo con la segnalazione di una ristampa: gli Slowtorch il 19 aprile scorso hanno festeggiato dal vivo la ristampa di Serpent, il loro disco del 2014, ora disponibile in veste vinilica grazie all’interessamento dell’etichetta Electric Valley Records, che due anni fa aveva pubblicato l’ultimo lavoro della band fondata da Bruno Bassi.

Autore: Paolo Crazy Carnevale

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