A collegare via Luigi Galvani a via Sigismund Schwarz, in zona produttiva, vi è via Giovanni Caproni. Nato il 3 luglio 1886 a Massone di Arco (TN), frequentata la Realschule di Rovereto, nel 1907 si laureò in ingegneria civile al Politecnico di Monaco di Baviera. Durante un master a Liegi, dopo aver assistito a una dimostrazione dei Fratelli Wright, si innamorò del volo. Tornato ad Arco studiò la realizzazione del suo primo velivolo a motore, il Ca1. I suoi aerei si sarebbero sempre chiamati così, con il “Ca” seguito dal numero di serie. Fu a Taliedo (quartiere di Milano) che venne fondata la “Caproni”. Verso al fine del 1910 si trasferì a Vizzola Ticino (Varese), dove proseguì lo sviluppo di biplani, con i modelli dal Ca2 al Ca7. I primi successi li ebbe dal Ca7 al Ca16. Caproni progettò e costruì diversi modelli e unità, aiutato da Giulio Douhet; tra le unità di quell’epoca, i biplani Ca 32, Ca 33, Ca 44 e i triplani Ca40. I trimotori Caproni furono utilizzati durante la Grande Guerra. Ma Caproni cercò di utilizzare l’aeroplano anche come trasporto civile; tra i progetti vi fu il Ca60, un gigantesco idrovolante a scafo per 100 passeggeri, con 8 motori, destinato a rotte transatlantiche. Tra le due guerre mondiali la fabbrica di famiglia divenne un vero e proprio gruppo industriale. Nel 1940 fu nominato conte di Taliedo. I famosi biplani di Caproni (personalmente contrario alla guerra) furono acquistati dallo Stato italiano durante il secondo conflitto mondiale. Dopo l’armistizio (8 settembre 1943), essendo i principali stabilimenti nel territorio della Repubblica Sociale Italiana, Caproni dovette produrre per le forze armate repubblichine. Iniziò a progettare e collaudare i primi mezzi d’assalto per la X Mas; realizzò anche quello che sarebbe stato il primo aereo a reazione italiano. Nel 1951 il gruppo Caproni fallì. Gianni Caproni fu rimpianto da molti, in Italia e in tutto il mondo, quando morì, a 71 anni, il 27 ottobre 1957.
Autore: Leone Sticcotti