Un piano in più verso l’indipendenza

Se fossimo in Avvento sarebbe una bella storia di Natale. Ma in fondo quella casa a San Giacomo è sempre addobbata a festa, è un luogo dove l’amore tinge le pareti, e non solo. Sabato scorso se ne sono aggiunte altre, di pareti, nella sede dell’Associazione “Aias Laives – Archimede”. Stiamo parlando della casa (privata) di Nelda Bigolin e Paolo Kerschbaumer, una coppia che ha fatto dell’inclusione la propria missione di vita: il piano rialzato è stato ristrutturato in modo da poter costruire al piano superiore appartamenti destinati ad accogliere ragazzi diversamente abili.

C’era il pubblico delle grandi occasioni, al civico 159 di San Giacomo di Laives: le autorità, gli associati, tanti amici e i “padroni di casa”, i quattordici  ragazzi diversamente abili che rendono viva quella casa: “Qui nessuno sta con le mani in mano, i nostri ragazzi sono sempre impegnati. D’altronde sono una ex insegnante, non posso cambiare la mia natura”, spiega con il sorriso Nelda Bigolin. 

È lei che anni fa aveva ricevuto in eredità la metà di quello stabile. Ed è sempre lei che, assieme a suo marito Paolo Kerschbaumer, quattro anni fa ha deciso di rilevarne anche l’altra metà, ristrutturandolo a spese proprie con lo scopo di  utilizzarlo per quei nobili scopi. Sabato scorso, poi, c’è stata la festa per l’ulteriore miglioramento. 

Signora Nelda, la sede si sta decisamente evolvendo…

È un passo avanti verso il coronamento di un sogno, adesso abbiamo molti più spazi per il nostro progetto. Quello che abbiamo inaugurato sabato, poi, è bel salto di qualità per tutti noi. Abbiamo salutato la ristrutturazione del piano rialzato in previsione del risanamento di altri due piani: un piano più un attico destinati ad accogliere ragazzi che potranno convivere tutti assieme in camere grandi, tutte con bagno nell’ambito di quel progetto che chiamiamo il “dopo di noi”.

“Dopo di noi”?

Eh sì. Anche se speriamo tutti di poter restare il più possibile su questa Terra, prima o poi sia io che mio marito non ci saremo più, tutti i genitori di questi ragazzi non ci saranno più. Quindi dobbiamo pensare al loro futuro, ora che siamo ancora in vita. Nel ristrutturare questa casa che ha più di sessant’anni, mio marito ed io abbiamo utilizzato materiale di alta qualità perché abbiamo pensato che questi appartamenti dovranno durare almeno altri 35 – 40 anni, proprio per assicurare un tetto sopra la testa dei nostri giovani.

Quanti sono i vostri ragazzi?

In tutto ospitiamo 14 ragazzi, abbiamo 55 associati e contiamo su 15 volontari. 

Quindici volontari non sono pochi…

Invece purtroppo lo sono. E purtroppo mancano i giovani. La casa è grande, i progetti sono tanti, tutti improntati a guidare gli utenti al raggiungimento di una maggiore autonomia nella quotidianità, far raggiungere loro i primi passi verso una vita autonoma. C’è il laboratorio di pittura, il laboratorio di cavallo, abbiamo anche un pollaio, un orto e un campo di patate: nei giorni scorsi ne abbiamo raccolte ben 7 quintali, e le abbiamo vendute tutte. Ci stiamo dando da fare anche per cercare di autofinanziarci, come quando abbiamo fatto i biscotti di Natale. Il primo anno ne abbiamo fatti 20 chili  e sono andati a ruba, tanto che l’anno successivo ce ne hanno chiesti 30; l’anno scorso abbiamo ne abbiamo preparato 50 chili e per quest’anno ce ne hanno chiesti altri 80, ma non ce la facciamo, non possiamo accettare. È per questo che avremmo bisogno di volontari. Ma nessuno qui sta mai con le mani in mano, noi ci divertiamo: organizziamo una media di sei soggiorni all’anno, siamo stati a Firenze, Milano, Ferrara, in un agriturismo. Abbiamo fatto esperienze interessanti. Se qualcuno avesse intenzione di aggregarsi basta che visiti il sito www.archimedelaives.it

Ma non vi sentite stanchi, ogni tanto?

A volte sì: la casa è grande e a tratti difficile da gestire, le attività sono tante. Ma ce la facciamo, anche quando sembra tutto difficile: è il nostro progetto da sempre, la nostra passione. Non la sentiamo la fatica, perché – senza usare alcuna retorica – facciamo tutto volentieri, sentiamo che stiamo realizzando qualcosa di importante, e la soddisfazione di vedere la gioia negli occhi dei ragazzi ci ripaga di ogni sforzo.

Autore: Luca Masiello

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