Qualche giorno fa, passeggiando in montagna, per l’ennesima volta sono rimasto incantato guardando gli alberi. Ho pensato allora, per una volta, di rubare il mestiere a Donatello Vallotta, il nostro collaboratore che da anni si occupa della rubrica Balconorto che trovate in fondo al nostro giornale.
Perché amiamo gli alberi? I motivi sono tantissimi e – per fortuna – ci sono diversi scrittori e poeti che sono riusciti a condensare in poche parole la profondità e la vastità di questo particolare sentimento umano.
“Amo gli alberi, sono come noi, radici per terra e testa verso il cielo”, ha scritto ad esempio Erri de Luca, anima napoletana ma cuore montanaro. Gli alberi oltre a permettere la vita ne sono una perfetta metafora. Rappresentano la solidità ma anche la voglia di libertà e di leggerezza, simboleggiata dalle radici ma anche e soprattutto dai semi che volano alla ricerca della loro dimora per germogliare e poi dai rami e dalle foglie che si protendono verso il cielo, anelando luce e pioggia.
Gli alberi sembrano fermi ma si muovono; in loro il cambiamento è dolce, lento, legato all’età, alle stagioni, ma anche e naturalmente al tempo atmosferico.
Gli alberi sono belli, hanno delle forme armoniose e sono perenne fonte d’ispirazione per gli artisti, con il loro colori che cambiano, dalle mille sfumature.
Gli alberi hanno anche un suono. “Il bosco risuona e tace: tace quando ascolto, risuona quando mi addormento”, scrisse una volta Pablo Neruda.
Gli alberi e i boschi sollecitano davvero tutti i nostri sensi, compreso naturalmente l’olfatto, un’esperienza particolarmente significativa specie per chi come me e come molti di voi, la maggior parte del suo tempo la trascorre in città.
“Perdersi nei boschi, in qualsiasi momento, è un’esperienza sorprendente e memorabile, e insieme preziosa”, scrisse il filosofo, scrittore e poeta americano Henry David Thoreau, un dei precursori dell’ambientalismo e – non per niente – della nonviolenza.
Ecco: i boschi e gli alberi, uno ad uno, possono essere fedeli alleati nel nostro tentativo di trovare non solo un senso ma anche un ritmo, vitale ed equilibrato, per la nostra vita. Non perdiamo l’occasione di incontrarli e frequentarli, e quindi ascoltarli, guardarli, annusarli e toccarli.
Vale anche in questa stagione in cui gli alberi sembrano morti ma in realtà dormono protetti, in attesa di rinascere, come ogni anno. Pronti ad accompagnarci durante il nostro pellegrinaggio.
Autore: Luca Sticcotti