La Via Crucis sul Monte Calvario del Virgolo a Bolzano

In tutta l’Europa cattolica, fra il XVII e il XVIII secolo, vennero istituite le Vie Crucis per rammentare la “passione di Cristo”, aumentare la devozione popolare, nel contesto di una nuova sensibilità culturale, politica e religiosa. L’istituzione di tali vie sacre o di “vie dolorose” si deve in particolar modo a Carlo Borromeo, vescovo di Milano (1538-1584), che raccomandò che fossero collocate in un ambiente naturale, di rilevante interesse paesaggistico e caratterizzato da una già consolidata tradizione di fede e di pellegrinaggi. A Bolzano un simile sito fu individuato nel promontorio porfirico del Virgolo, con la sua chiesa dedicata a San Vigilio e all’eremo annesso, già meta di pellegrinaggi sin dall’epoca medievale. 
In Alto Adige un precedente storico lo troviamo a Dobbiaco, dove nel 1519 Christoph e Kaspar Herbst, dopo un pellegrinaggio in Terra Santa, realizzarono la prima “via crucis” nel Tirolo del Sud. I “Sacri Monti”, verranno chiamati soprattutto in Lombardia e in Piemonte, mentre qui da noi prenderanno il nome di monti del Santo Sepolcro o del Calvario. Si tratta di ben dodici siti in tutto l’Alto Adige. Saranno soprattutto i due ordini religiosi mendicanti, quello dei Francescani e quello dei Cappuccini, a favorirne la costruzione e ad alimentarne le pratiche di devozione popolare. 
A Bolzano l’istituzione della via Crucis del Virgolo si deve a un frate cappuccino proveniente dal convento di Rosenheim in Germania. Nel 1678, con pochi mezzi, iniziò la costruzione delle sette cappelle poste sul declivio sinistro del Virgolo in direzione della chiesa di S.Vigilio. Ben presto, nella realizzazione dell’opera verrà coinvolta l’intera  città. 
Le cappelle, di gusto secentesco,  furono realizzate con forme e dimensioni diverse a seconda dello spazio che si poteva ricavare dalle roccie sovrastanti. Alla realizzazione dei gruppi scultorei venne chiamato l’artista Georg Mayr Senior di Fiè allo Sciliar. Le raffigurazioni sono volutamente di forma altamente teatrale, ricche di pathos e in qualche modo assurgeranno quasi al grottesco. La prima cappella rappresenta il “Commiato di Cristo da Maria”, le altre “Cristo nell’ orto degli ulivi”, “La cattura di Cristo”, Cristo deriso”, “La flagellazione”, “Il martirio di Cristo” “La salita al Calvario” e infine il gruppo della crocifissione e la “Grotta del Calvario”. 
La stazione finale di tale via sacra  fu costituita dalla costruzione della chiesa del Calvario, realizzata nel 1683 dagli architetti Andrea e Pietro De Lai. Si tratta di un pezzo importante della città che per diversi secoli ha vissuto un’intensa dimensione di fede, soprattutto durante tutto il periodo pasquale e non solo.

Autore: Flavio Schimenti

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