Nei giorni scorsi la giovane insegnante bolzanina Elisa Caneve, vincitrice di un concorso indetto in occasione della festa dell’Europa, è stata invitata in Consiglio Provinciale per leggere il suo racconto intitolato “L’Europa è il suo orizzonte”. Per introdurla il presidente del Consiglio Provinciale Noggler ha avuto la simpatica idea di ricordare la frase del premio Nobel per la letteratura Joseph Brodsky, che disse: “I Parlamenti funzionerebbero in tutt’altro modo se prima di ogni seduta si recitasse una poesia”. Caneve è coinvolta in progetti educativi e sociali con minori con un background migratorio, ha attraversato molte periferie europee e sta tuttora lavorando sulla documentazione di questa esperienza. Il suo racconto accosta significativamente due orizzonti. Il primo è quello da lei osservato dalla torretta del campo di sterminio di Birkenau, raggelante e fortemente evocativo. Il secondo è quello che riguarda il dialogo da lei avuto a Bologna con un quattordicenne con background migratorio che – incaricato dalla scuola di “fare una ricerca sul suo paese” – si trova oggettivamente in imbarazzo essendo i suoi genitori nativi di due diversi stati africani e lui invece… cos’è? Italiano? Bolognese? In definitiva: per lui l’identità, non solo ideale ma anche reale, poggia… sull’orizzonte costituito dall’Europa.
Ebbene: qual è il nostro orizzonte? Noi abitanti della provincia di Bolzano abbiamo davvero il coraggio di contemplarlo anche idealmente e con la necessaria maturità?
Nei giorni scorsi la cronaca ci ha fornito segnali contrastanti in questo senso. Tra questi la positiva apertura dei vaccini anche ai più giovani, ma solo perché molti anziani hanno avuto più paura del vaccino che della malattia. Per non parlare delle centinaia di persone che ancora una volta si sono radunate per rivendicare una malintesa libertà da vaccini e mascherine, esponendo anche cartelli che accostavano Draghi a Hitler e Speranza a Mengele. Per fortuna poi il nostro orizzonte informativo ci ha fatto anche apprezzare il gesto bellissimo di una coppia di anziani bolzanini, che ha donato un’auto elettrica al reparto di cure palliative dell’ospedale di Bolzano.
La vera libertà è quella che ci indica l’altro come un’occasione per allargare i nostri orizzonti e non solo per occuparci del nostro seppur luccicante piccolo orticello. Non credete?
Autore: Luca Sticcotti – Direttore del giornale