Il peggio sembra essere passato, e anche Bronzolo si è pian piano lasciata alle spalle i mesi più bui della pandemia. Ora è tempo di ripartire dopo aver tratto insegnamenti preziosi dalla gestione della crisi. Tra attività estive, sport e progetti per la cittadinanza, abbiamo fatto il punto della situazione con la sindaca Giorgia Mongillo, capace di gestire con grande polso e responsabilità un anno molto difficile.
È tempo di ripartire. I programmi della sindaca di Bronzolo, Giorgia Mongillo, mirano alla messa in sicurezza del paese e dei suoi abitanti. Riprendono anche le iniziative sportive e quelle rivolte a bambini ed anziani. “Sono contenta di come stanno andando le cose: la voglia di ripartire c’è e sono sicura che ce la faremo tutti. La speranza è quella di tornare a vederci e ridarci la mano – commenta – chissà se ne saremo ancora capaci”.
L’INTERVISTA
I mesi più bui della pandemia sembrano passati. Come è stato?
L’inizio è stata una cosa nuova, è stato difficile capire come funzionava il tutto e in particolare spiegare alla cittadinanza quale fosse il problema e come andava affrontato. Poi ci siamo adeguati alle ordinanze e abbiamo cercato di trasmettere dei messaggi rassicuranti ai cittadini. Per fortuna non abbiamo avuto focolai, quindi la nostra cittadinanza ha risposto bene alle varie ordinanze. È stato difficile perché sentivo molto il senso di responsabilità nei confronti della salute dei cittadini, augurandomi che stessero bene, e al contempo avevo il dovere di far capire e rispettare le regole.
Qual è stato il settore più colpito?
Le attività economiche, i nostri esercizi pubblici, i bar e i ristoranti. Abbiamo dato la possibilità di occupare anche il suolo pubblico, gratuitamente, a coloro che non lo avevano, così che potessero riaprire anche all’esterno, viste le limitazioni. Per fortuna adesso hanno riaperto e si stanno riprendendo. Inoltre, ne hanno risentito anche le attività delle associazioni, proprio perché d’estate di solito si organizzavano sagre e feste che permettevano loro di autofinanziarsi. Nonostante tutto, c’è chi è riuscito ad arrangiarsi anche online, in qualche modo. Adesso hanno ripreso anche le associazioni, cominciando a richiedere le licenze per le manifestazioni pubbliche.
L’ostacolo più difficile da affrontare?
Non poter proseguire con le attività programmate è stata la cosa che mi è pesata di più. Il momento più difficile è stato proprio dover vedere fermarsi i nostri progetti politici. Avevamo in mente delle opere pubbliche che abbiamo dovuto fermare per qualche mese, e che quindi hanno subìto un ritardo. Pensavamo a diversi lavori pubblici per la messa in sicurezza del paese, come ad esempio quello della zona sportiva, che stiamo iniziando a recuperare.
E il momento in cui ha avuto più speranza?
Pensiamo così tanto alle cose brutte e così poco alle cose belle, che quasi non mi viene in mente nulla. Riflettendoci, però, sicuramente penso a quando un paio di settimane fa abbiamo inaugurato le nostre panchine arancioni, un’iniziativa legata a Sente-Mente, progetto che vede i Comuni di Bronzolo e Vadena come Comunità Amiche delle persone che vivono con la demenza. È stato uno dei primi momenti pubblici durante il quale abbiamo potuto rivedere un po’ di gente, dove ci siamo ritrovati. Quello è stato proprio il momento più bello, finalmente ritrovarsi insieme a un po’ di associazioni e cittadinanza.
Quali sono i progetti per la ripartenza?
Per quest’estate sono ripartiti i servizi estivi dedicati ai bambini organizzati dal Gruppo Giovani Flowers e anche le attività del Kindergarten Verein. Di solito, poi, i nostri anziani andavano al mare le prime due settimane di giugno: l’anno scorso non ci sono andati, quest’anno invece finalmente sì, seppure in un altro periodo. Infatti, anche il Centro Anziani ha ripreso le sue attività, cominciando ad aprire il sabato mattina e proponendo qualche iniziativa, almeno per rivedere le persone. Non mancheranno poi le occasioni culturali – perché ci sarà un concerto in luglio – e nemmeno quelle sportive, data la ripartenza del tennis club e di alcune associazioni del calcio a cinque. Ho sentito anche dei giovani che vorrebbero organizzare la sagra del pesce, chissà. Le attività ci sono, sono tante, come la voglia di ripartire.
E quelli più a lungo termine?
Innanzitutto, stiamo lavorando ad un regolamento per istituire un comitato delle pari opportunità nel nostro Comune. Portiamo avanti il progetto Sente-Mente e stiamo infatti pensando a qualche altro evento e momento di condivisione in autunno. Dopodiché, abbiamo deciso di fare un controllo generale alla rete fognaria, cosa che non è mai stata fatta, finora. Inoltre ci stiamo concentrando sulle barriere architettoniche e stiamo lavorando anche in questo senso, sulla sicurezza. Ciò non vuol dire che il paese non sia sicuro, ma che occorre sistemare, in base al piano delle zone di pericolo, proprio tutte quelle aree che potrebbero avere o causare problemi qualora si verificassero eventi come ad esempio le piogge insistenti. A questo proposito, Bronzolo è uno dei Comuni pilota prescelti da Eurac per il progetto RiKoSt, riguardo alla percezione del rischio sulla popolazione, da cui è emerso che la percezione del rischio naturale a Bronzolo – ovviamente – non è costante, ma il pericolo che possa esondare il fiume o franare la montagna c’è. Proprio per questo ci teniamo ad avere un paese sicuro.
LA STORIA DELLA CITTA’
Bronzolo è un comune dell’Alto Adige di 2.774 abitanti. Situato nel fondovalle, sulla sinistra orografica dell’Adige circa 13 km a sud di Bolzano, fa parte del comprensorio Oltradige-Bassa Atesina. Sulle sponde dell’Adige (a fianco del ponte per Vadena) si può vedere l’antico porto fluviale. Bronzolo ha una stazione ferroviaria servita da tutti i treni regionali.
La storia del piccolo insediamento è stata da sempre legata al fiume Adige, che proprio nella zona di Bronzolo diventa navigabile con meno rischi che non già a Bolzano.
Il villaggio fu costruito, similmente alle città vicine di Laives ed Ora, su un ampio cono alluvionale, per evitare i pericoli d’inondazioni o esondazioni del fiume Adige, che si verificavano molto comunemente in origine. Sin dal medioevo sono attestate le zattere, che attraccarono in zona per trasportare le merci verso il meridione o per riportarle con l’aiuto del traino ippico, lungo le rive del fiume.
Autrice: Ana Andros