Sono in fiduciosa attesa gli abitanti del rione per quanto si sta facendo per la riqualificazione di Piazza Matteotti. Ma altrettando lo sono stati fino a pochi giorni fa, per quanto concerne la ricollocazione del busto ritratto di Giacomo Matteotti, opera in bronzo dello studio Scaramella, scoperta il 22 aprile 2009. A lungo posto ai margini della piazza, con un piedistallo che a qualcuno pareva un tubo di grondaia piegato, il busto si è senz’altro meritato l’attuale ricollocazione, centrale come chi fu apostolo della giustizia sociale e paladino della verità.
Giacomo Lauro Matteotti, nato a Fratta Polesine il 12 maggio 1885, laureatosi in Giurisprudenza nel 1907, da giovane socialista fu tra i protagonisti della vita politica e amministrativa di Rovigo. Deputato al Parlamento nel 1919, fu rieletto nel 1921 e nel 1924; lottò con la parola e con la penna: disegni di legge e relazioni, 106 interventi in Aula, discorsi su temi tecnici, amministrativi e finanziari. Fu lui a far conoscere, con le inchieste del 1921 e del 1923, gli atti di violenza fascista contro gli oppositori. Fu cofondatore e segretario del Partito Socialista Unitario. Il 30 maggio 1924 intervenne alla Camera per contestare i risultati delle elezioni svoltesi il 6 aprile. Finì l’intervento con le parole rivolte ai compagni di partito: “Io il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me”. Il 10 giugno si stava recando in Parlamento quando sul Lungotevere Arnaldo da Brescia fu aggredito, caricato a forza su una Lancia Lambda, percosso e infine accoltellato. Il corpo fu ritrovato il 16 agosto in un boschetto di Riano Flaminio, noto come la Macchia della Quartarella. Ci fu un processo nel 1926 e la sua revisione nel 1947. Tra gli storici emerse una diversa ipotesi sulla causa del delitto Matteotti: più che il discorso denuncia del 30 maggio 1924, sarebbe stato il possesso di documenti attestanti le tangenti versate dalla Sinclair Oil Company a membri del governo; infatti dalla macchina usata per l’aggressione fu estratta anche una borsa di documenti.
Autore: Leone Sticcotti