QuiIntervista a Simonetta Nardin, bolzanina con forti radici nell’Unterland (papà di Salorno, mamma di Roveré della Luna), è giornalista ed esperta di comunicazione. Ha lavorato a lungo negli Stati Uniti, al Fondo Monetario Internazionale, dove da ultimo ha diretto l’ufficio stampa.
È rientrata a Bolzano per camminare in montagna, stare vicino alla famiglia e mangiare Kastanienherzen a volontà. Nel tempo libero si sta dedicando alla storia della famiglia materna durante la Prima Guerra Mondiale.
La cosa che mi piace di più di me.
Le mie idiosincrasie.
Il mio principale difetto.
Le mie idiosincrasie.
Da bambina sognavo di diventare…
…un’eroina del Far West e cavalcare attraverso montagne e praterie in coppia con Kit Willer, il figlio di Tex.
Un libro da portare sull’isola deserta.
Il buio oltre la siepe, di Harper Lee, una delle mie prime letture, libro che potrei rileggere in eterno.
L’ultima volta che ho perso la calma.
Cinque minuti fa, e la riperderò fra cinque minuti.
La mia occupazione preferita.
Leggere il New Yorker.
l Paese/luogo dove vorrei vivere.
Il Giappone, quando verrà dichiarato zona non sismica.
Il colore che preferisco.
Tutti i rossi di Rothko.
Il mio piatto preferito.
l baccalà mantecato al latte, come lo faceva mia mamma.
Il mio musicista preferito.
Tchaikovsky.
Il mio artista preferito.
Brancusi.
Non sopporto…
…la prepotenza, nei gesti grandi come in quelli piccoli, quotidiani.
Dico bugie solo…
A me stessa.
La mia paura maggiore.
Morire troppo presto.
Il regalo che ho amato di più.
Una scatola da 36 di pennarelli Carioca – non dimenticherò mai la gioia che mi diede quel meraviglioso tripudio di colori.
La disgrazia più grande.
La povertà educativa e culturale.
Il mio primo ricordo.
Gente raccolta nella casa di famiglia, perché era morta mia nonna materna.
Il mio più grande rimpianto.
Regrets, I have a few, but then again, too few to mentions… O meglio, al contrario di Frank, troppo numerosi per menzionarli tutti.
Dove mi vedo fra dieci anni.
Qui.
Per un giorno vorrei essere…
Una rockstar durante il concerto più grande della sua vita.
Nel mio frigorifero non manca mai…
Una bottiglia di vino bianco.
Se fossi un animale, sarei …
Un labrador.
In famiglia mi chiamano…
La Simo.
Mi sono sentita orgogliosa di me stessa quando…
Ogni volta che i miei figli si comportano eticamente.
Il mio motto.
Aut viam inveniam aut faciam – Troverò una strada o ne farò una!
Autrice: Caterina Longo