Didattica a distanza: tecnologie di base

La didattica a distanza (nota ormai comunemente con l’acronimo DAD) ha recentemente inondato la nostra società, entrando nelle case di milioni di bambini e ragazzi. In questa serie di articoli, che inauguriamo oggi, cercheremo di approfondire alcuni aspetti, tecnologici e non, legati alla DAD. Non avremo alcuna pretesa di completezza, trattandosi di un tema con radici molto profonde, e che coinvolge non solo tecnologia, ma anche e soprattutto pedagogia, gestione dei gruppi, insomma il “fattore umano”. Piuttosto cercheremo di aprire qualche finestra su questo tema complesso e mai così attuale. Oggi ci occupiamo delle tecnologie di base per l’erogazione di didattica a distanza. Il primo aspetto da enfatizzare è la necessità di disporre di una connessione a internet. Questo aspetto può sembrare davvero banale, ma non lo è, se consideriamo che da recenti statistiche il 6% delle famiglie non ha potuto usufruire della DAD proprio a cause di carenze nell’infrastruttura di rete.
Su questa base essenziale, la DAD erogata in tempo reale avviene catturando l’audio e il video del docente, mediante l’equipaggiamento audio-video presente ormai in ogni computer, tablet, o cellulare, oppure utilizzando hardware più avanzato (in termini di videocamera e microfono). I dispositivi degli alunni si collegano alla lezione attraverso software dedicati che giocano il duplice ruolo di piattaforme di condivisione (per permettere a più partecipanti di essere presenti in una vera e propria “aula virtuale”) e di streaming (per inviare l’audio e il video ai partecipanti). Alcuni software di base per realizzare questo servizio sono gli ormai famosi Zoom, Teams, e Meet. Offrono tutti simili funzionalità: oltre alla possibilità di seguire la lezione, quella di intervenire (via messaggio o con il proprio audio e video) con meccanismi di gestione del turno che cercano di ricalcare quelle delle aule virtuali (vedi la classica “alzata di mano”), di condividere una presentazione preparata al computer o lo schermo, di attivare lavagne virtuali e collaborative, e così via. Spesso questi software vengono utilizzati o assieme ad altri programmi (come ad esempio “Mentimeter”, per inviare questionari in tempo reale, raccogliere le risposte e visualizzare statistiche), o nel contesto di più ampie piattaforme per la gestione delle classi. Un esempio in tal senso è Meet di Google, spesso utilizzato all’interno di Google Classroom, che supporta l’erogazione di materiale didattico, la consegna dei compiti, e così via. Non abbiamo fin qui però parlato di due aspetti fondamentali. Da un lato il fatto che la DAD apre opportunità e sfide che vanno molto al di là della erogazione di didattica a distanza in tempo reale. Dall’altro lato il fattore umano, pedagogico e di gestione dei gruppi, per far sì che lo strumento tecnologico si trasformi in un vero e proprio servizio. Ne parleremo nei prossimi numeri della nostra rubrica.

Autore: Marco Montali

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