Albert “Knox” Mair: rock indipendente dalla Val Passiria

All’anagrafe si chiama Albert Mair, ma fin dai tempi della scuola superiore lo hanno chiamato Knox e dopo un paio di dischi classificati come dark-folk alla testa degli Undertaker’s Mom (azzeccatissimo nome considerando il genere musicale e gli argomenti trattati nei testi), visto che tutti lo conoscono così, ora ha deciso di debuttare come solista proprio usando quel nom de plume che gli è rimasto appiccicato addosso per tanti anni.

The Head, The Heart & The Fear è il titolo del disco, uscito nei primi giorni dell’anno ed è una buona prova all’insegna di un indie rock che paga dazio alla musica americana riletta però attraverso un sound molto moderno e coeso.
“Dopo aver terminato il secondo disco con gli Undertaker’s Mon – ci spiega Knox –, si è reso necessario prendere una pausa, il nostro fisarmonicista non era più interessato alla nostra musica, la cantante nel frattempo è diventata mamma e quindi il tempo a disposizione per la musica non era più quello di prima. Anche il bassista ha un bimbo, così è successo che il gruppo si è fermato. Io però avevo tanti brani e non volevo lasciarli nel cassetto”.
Ascoltando il disco risultano evidenti le influenze musicali del nostro, si va dal rock più tipico (con tanto di assoli in stile David Gilmour) ad atmosfere più minimali, a brani strumentali d’impronta country/bluegrass, quello che fa la differenza è la grande coesione sonora, segno della maturità artistica dell’autore, che dimostra di avere le idee ben chiare su come devono suonare le sue canzoni, tutte caratterizzate da testi introspettivi non propriamente d’argomento solare.
“Sì – ci dice –, spesso mi ritrovo a riflettere sulle cose che mi succedono, come credo avvenga a tutti, bisogna spesso fare i conti con argomenti come la morte e la separazione, intesa un po’ in tutti i sensi. Per quanto riguarda le influenze, fin da piccolo mi è piaciuta un sacco la musica americana, ma ho ascoltato anche Pink Floyd e Led Zeppelin, e tra i miei preferiti ci sono anche i Porcupine Tree e credo che un po’ di tutto questo sia andato a finire nella musica che faccio. La chitarra acustica è lo strumento che mi piace di più ma suono anche il basso, il banjo, il mandolino. Mi pace anche l’elettrica, ma con l’acustica sono maggiormente a mio agio. È la mia dimensione. Se ho tempo, fin dalla mattina, quando mi alzo, mi dedico un po’ alla chitarra, prima di colazione, quando tutto è calmo: così la giornata non può che cominciare nel migliore dei modi.”

Il disco è stato registrato nello studio in collina di Markus McMayr, che oltre a suonare la batteria ne è il produttore insieme a Knox stesso. La collaborazione e la stima reciproca tra i due musicisti è di lunga data: Knox ha registrato da McMayr anche i dischi degli Undertaker’s Mom: “Con Markus c’è una bella intesa, mi trovo bene da lui e lui riesce a capire alla perfezione come i brani suonano nella mia testa e quindi come farli suonare anche fuori. Sono rimasto con lui anche per il missaggio e il mastering. È stato lui a suggerirmi di coinvolgere nelle registrazioni Valerio De Paola, in un primo tempo solo come bassista, perché secondo lui se ci fosse stato qualcun altro io avrei potuto concentrarmi maggiormente sulle chitarre. Poi però Valerio ha avuto qualche buona idea da apportare al progetto, così oltre al basso ha suonato qualche tastiera e ha pure aggiunto delle chitarre. L’idea di chiamarlo è stata ottima, una gran scelta di Markus.”
Nel disco c’è anche la voce di Barbara Ladurner, la cantante degli Undertaker’s Mom, che duetta e costruisce ottimi cori alle spalle della voce di Knox, per un brano però il cantante ha voluto come ospite un amico, Paul B Movie (un altro nom de plume) della band meranese Bad bastrads, in cui Knox stesso ha suonato per un anno come mandolinista.
“Quando ho scritto questo brano, My Imaginary Dog – conclude Knox –, sapevo già che avrei voluto la voce di Paul. Ora spero di poter fare un po’ di promozione e già qualcosa si sta muovendo per fare dei concerti in estate. Il disco comunque è disponibile sulle classiche piattaforme in formato download digitale, mentre in forma fisica è distribuito dalla Three Saints Records di Herbert Pixner”.

Autore: Paolo Crazy Carnevale

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