La collana TravenBooks di Edizioni alphabeta Verlag è uno spazio dedicato alla narrativa in cui convergono opere di autori – altoatesini/sudtirolesi, ma non solo – che approfondiscono temi o che vivono in realtà di “confine”, nelle molteplici declinazioni di significato del termine. Questi sono gli ultimi titoli della collana, due appena usciti e uno di prossima pubblicazione.
Memoria di un addio
di Franz Tumler
Un “uomo del sottosuolo” vive nella cantina di una casa diroccata e osserva il mondo da una finestrella. All’esterno la Berlino del dopoguerra, ancora segnata dai bombardamenti: impressioni fugaci che l’uomo vede e registra. Il suo unico contatto con l’esterno è una donna che di tanto in tanto gli reca visita. Con lei si apre ai ricordi, frammentari e incoerenti, intrecci di memoria e finzione, di illusione e senso di colpa. Sono squarci di vita contraddistinti da un incombente quanto inevitabile addio. E lei lo ascolta, senza riuscire a far breccia in un isolamento emotivo che sembra assoluto. Il racconto di Tumler, avvolgente e doloroso, è una sottile esplorazione della solitudine umana. Bolzanino di nascita, cresciuto in Austria e poi trasferitosi a Berlino, Franz Tumler (1912-1998) è considerato uno dei maggiori scrittori di lingua tedesca del Novecento, la cui ecletticità formale e incessante esplorazione dei confini psicologici lo collocano a pieno titolo in quella linea narrativa mitteleuropea che va da Robert Musil ed Elias Canetti fino a Thomas Bernhard e Peter Handke.
Le lingue della paura
di Benedetto Saraceno
In un bosco nei dintorni di Ginevra si consuma il cruento omicidio del vicedirettore della HEGA, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di economia sanitaria mondiale. L’autore materiale è un alto funzionario, Andreas Krause, per il quale la vittima rappresenta l’unico ostacolo apparentemente insormontabile alle proprie ambizioni. Assediato dal timore di essere scoperto, si ritrova risucchiato in un gorgo di paure e ossessioni, che degenera in un’autentica paranoia. In breve tempo la sua vita privata e professionale va a rotoli, e ogni tentativo di fare marcia indietro e confessare il proprio delitto è vanificato da continue oscillazioni emotive e confusi progetti di fuga. Nello spregiudicato ambiente diplomatico internazionale affiorano intrighi e personaggi di dubbia moralità, disposti a tutto pur di non perdere potere e privilegi. Le lingue della paura è un raffinato noir psicologico, una storia intrisa di cinismo, avidità e umana fragilità. Tra i più noti professionisti della salute mentale a livello internazionale, Benedetto Saraceno trasferisce in un’intrigante opera di narrativa temi e riflessioni maturati nella sua ricchissima produzione saggistica.
Todos Caballeros
di Lucio Giudiceandrea,
in uscita a maggio
Quando è nata l’idea di un’Europa unita? Gli storici dibattono animatamente sul preciso momento, ma quasi tutti concordano intorno alla figura che a questa idea ha dato maggior sostanza e compiuta declinazione. Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero, artefice dell’universalità cristiana, cercò di improntare l’Europa del Cinquecento ai valori dell’umanesimo, ispirati al suo maestro Erasmo da Rotterdam. Il suo progetto naufragò tra la Riforma avviata da Lutero, l’immobilismo della Chiesa romana, i divergenti interessi delle potestà locali e l’avanzata degli ottomani. Il giornalista bolzanino Lucio Giudiceandrea si muove tra fedeltà storica e invenzione letteraria, raccontando in forma quasi teatrale alcune scene dei primi vent’anni di regno di Carlo V. Sul palcoscenico della storia, attorno al protagonista, si muovono curiosi comprimari e personalità dell’epoca. Tutti concorrono a delineare il profilo psicologico di un uomo di straordinaria modernità, talmente immedesimato nel proprio ruolo da diventarne inconsapevolmente prigioniero. Mai un dubbio sfiora la mente di Carlo. Tranne una notte trascorsa ad Alghero, quando gli effetti di una droga misteriosa squarciano il velo dell’inganno.
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