La battaglia del grano

I registri contabili degli anni dal 1902 al 1907 dello storico Maso Pelhamer (oggi Birti, nome derivato da Cristoforo de Birti, che acquistò il maso nel 1821) ci dicono che gran parte dei terreni di Vadena era destinata alla viticoltura. Uva bianca e rossa in ugual misura, quest’ultima della varietà “fragola”. All’epoca, il maso apparteneva a Giovanni Miori, Bürgermeister asburgico, irredentista trentino e, infine, fascista, figlio di Fortunata che l’aveva acquisito nel 1894. Dopo la sua morte nel 1927, i 150 ettari di campagne e boschi passarono ai figli Luciano (dal 1931 al 1934 podestà di Bolzano e poi consigliere nazionale della Camera dei fasci e delle corporazioni dal 1929 al 1943) e Isidoro.
Poi nel 1925 il duce lanciò, ovviamente in grande stile (chi non ricorda le sue immagini a torso nudo nei campi), le famose “battaglie del grano”. L’obiettivo, battagliero assai, era quello di conquistare l’autarchia alimentare (tema ricorrente, a quanto pare) e, anche, di sfamare ad un costo minore la popolazione. L’iniziativa non risparmiò neppure la provincia da poco italianizzata di Bolzano e, a quanto pare, in particolare le aziende agricole di Vadena. Laives e Bronzolo se ne stettero in disparte. Leggiamo infatti sulla “Alpenzeitung” del 28 novembre 1930 un articolo riguardante la premiazione effettuata in occasione del 7mo concorso nazionale dei “battaglieri” produttori di grano della nostra zona.
La cerimonia ebbe luogo al teatro comunale di Bolzano in presenza di S.E. Marescalchi, dell’immancabile podestà (Felice Rizzini) e delle immancabili “autorità civili, militari e religiose”.

“La massiccia partecipazione al concorso dei produttori locali dimostra che essi hanno compreso appieno il significato economico dell’iniziativa”, scriveva il giornale. “Tenendo conto che la superficie destinata alla produzione di grano è relativamente ridotta rispetto a quella riservata ad altri prodotti, appare evidente il grande entusiasmo con il quale i 90 produttori hanno voluto rendere onore al duce “.
Tre commissioni avevano visitato le aziende agricole partecipanti. I risultati erano stati trasmessi alla commissione provinciale per la battaglia del grano (Provinzialkommission für die Getreideschlacht). Oltre al premio della commissione permanente per il grano, la giuria assegnò anche quello di Lire 2500 messo a disposizione dal consiglio provinciale economico per i piccoli coltivatori, che in virtù della superficie ridotta destinata alla coltivazione del grano non poterono partecipare al concorso nazionale.
Per le grandi aziende agricole il primo premio di 500 Lire non poteva non andare all’azienda dei F.lli Miori di Vadena, seguita dall’azienda del Dr. Silvio Viesi, sempre di Vadena: a lui 400 lire e un diploma. Tra le medie aziende, Borgogni Camillo di Vadena si aggiudicò il terzo posto: 300 Lire e un bel diploma anche a lui. Tra le piccole aziende, la gara fu un monologo vadenoto: 100 Lire e un diploma al primo classificato Sgarbossa Andrea e, sempre 100 Lire e diploma, a Bernardi Francesco, Oliver Albino, Manzana Angelo, Perlot Massimo, Fratelli Conzatti, Comunello Angelo, Chistè Giovanni, Baldo Roberto, Micheletti Michele e Bergamo Ferdinando.
Diplomi al merito furono quindi conferiti ai direttori delle aziende agricole del Dr. Viesi, Tommasi Vincenzo, e dei Fratelli Miori, Giuseppe Giovannini.
Poi, un bel giorno, arrivarono le mele e la democrazia (cristiana).

Autore: Reinhard Christanell

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