Autunno

La data d’inizio dell’autunno meteorologico è stata convenzionalmente istituita al primo di settembre, ma questi ultimi giorni non hanno fatto segnare nessuna tregua, per quanto riguarda caldo e siccità. Al contrario in giro sono molti oggi i segnali di autunno incipiente, se teniamo conto, per estensione e analogia, del secondo significato (figurato) di questa parola. è l’enciclopedia Treccani a ricordarci come per “autunno” si intenda anche il “periodo della vita di una persona che segue la piena maturità, e che segna l’inizio della vecchiaia”. Non è però agli aspetti individuali che vogliamo rivolgerci, ma a quelli collettivi.
Autunno della democrazia, della Repubblica, della Rivoluzione, dell’era nucleare, della coscienza, della tradizione, e chi più ne ha più ne metta.
Questo mese di settembre porta con sé una serie di incognite che, se viste con pessimismo, si trasformano tutte in potenziali “autunni”, cominciando dal clima che ci inquieta e ci confonde. Quando arriverà la pioggia (se arriverà), quest’anno saremo in grado di accoglierla per quello che è, ovvero una benedizione? E il fresco e poi il freddo che immancabilmente si faranno strada, saranno in grado di farci riflettere sul nostro atteggiamento nei confronti dell’energia che da sempre utilizziamo per scaldarci e che sempre abbiamo considerato onnipresente e a buon mercato? C’è poi la politica, sulla quale torneremo anche nel prossimo numero dei nostri giornali, che uscirà qualche giorno prima delle elezioni nazionali del 25 settembre. Il voto è il sale della democrazia, si è sempre detto. Mai come oggi però questo detto viene contraddetto dai sondaggi che indicano un potenziale astensionismo da record, che va di pari passo con la disaffezione se non il fastidio di molti di noi nei confronti dei partiti e delle (scarse) capacità di gestione della cosa pubblica messe in mostra negli ultimi tempi.
Dovremmo forse ricordarci, a questo punto, dell’etimologia della parola autunno. Il nome deriva dal latino autumnus ed indica la stagione ricca di frutta che segue l’estate e aumenta la ricchezza dei contadini. L’immaginario collettivo che inquadra l’autunno come la stagione della decadenza dopo i calori portati dall’estate, andrebbe allora superato pensando invece alle ricchezze di questo periodo.
Una proposta: e se per una volta capovolgessimo – in una sfida con noi stessi – il concetto di “preoccupazione”, assegnandogli un’accezione positiva?
“Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose; la crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni perché la crisi porta progressi”, disse a suo tempo Albert Einstein.
Forse un cambiamento di prospettiva potrebbe consentirci di raccogliere qualche forza in più, viste le sfide che ci attendono.

Autore: Luca Sticcotti

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