Si attribuisce spesso ad Alcide Degasperi una frase che egli riprese dal teologo americano James F. Clarke: “Un politico guarda alle prossime elezioni; uno statista guarda alla prossima generazione. Un politico pensa al successo del suo partito; lo statista a quello del suo paese”. Un invito, in democrazia, per ogni cittadino.
Alla vigilia dell’importante appuntamento elettorale che coinvolge anche la nostra provincia, molti si chiedono in base a quali parametri poter fare una scelta oculata. Al di là della distinzione forse non del tutto appropriata tra “politico” e “statista”, pensare alle prossime generazioni è certamente un criterio significativo. E non vale certo solo per il voto di domenica, ma per ogni scelta (anche del singolo cittadino) che abbia delle conseguenze.
“Dobbiamo disegnare e iniziare a costruire, in questi prossimi anni, l’Italia del dopo emergenza”, ha detto Sergio Mattarella nel febbraio scorso, all’inizio del suo secondo mandato come Presidente della Repubblica. “È ancora tempo di un impegno comune”, ha continuato, per rendere questo Paese più forte, “ben oltre le difficoltà del momento”. E ha dato alcuni precisi orientamenti.
“Un’Italia più giusta, più moderna, intensamente legata ai popoli amici che ci attorniano. Un Paese che cresca in unità”. Un’Italia “in cui le disuguaglianze – territoriali e sociali – che attraversano le nostre comunità vengano meno”. “Un’Italia che offra ai suoi giovani percorsi di vita nello studio e nel lavoro per garantire la coesione del nostro popolo. Un’Italia che sappia superare il declino demografico a cui l’Europa sembra condannata”.
“Un’Italia che tragga vantaggio dalla valorizzazione delle sue bellezze, offrendo il proprio modello di vita a quanti, nel mondo, guardano ad essa con ammirazione”. “Un’Italia impegnata nella difesa dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi, consapevole delle responsabilità nei confronti delle future generazioni”.
“Una Repubblica capace di riannodare il patto costituzionale tra gli italiani e le loro istituzioni libere e democratiche”. “Rafforzare l’Italia significa, anche, metterla in grado di orientare il processo per rilanciare l’Europa, affinché questa divenga più efficiente e giusta; rendendo stabile e strutturale la svolta che è stata compiuta nei giorni più impegnativi della pandemia”.
“L’apporto dell’Italia non può mancare: servono idee, proposte, coerenza negli impegni assunti”. Buon voto e buon impegno a tutti noi.
Autore: Paolo Bill Valente