Percorrendo la A22 da Bolzano verso Trento, nei pressi dell’area di servizio Laimburg si noterà, seminascosta dietro la montagna e il ponte che attraversa l’autostrada, una bellissima villa a ridosso del Monte di Mezzo. Immancabilmente ci si chiede, per quale motivo un edificio di tale pregio ed eleganza, così diverso da tutte le altre costruzioni della zona, si trovi in quel punto per così dire disgraziato del territorio, tra strade, autostrade, fiume e monte. Essa sembra essere collocata lì quasi per fatalità, o per un capriccio del suo proprietario.
Pochi sanno che la piccola località all’estremità meridionale del comune di Vadena si chiama Piccolongo / Piglon (o Piz-long, come dicono quelli del posto) e neppure sono interessati a saperlo – ma la villa, quasi un tocco di rinascimento italiano sotto duro il porfido bolzanino, desta sicuramente la curiosità che merita. Va anche aggiunto, che prima della costruzione dell’autostrada la casa godeva di una posizione certamente più felice e quasi fiabesca, immersa com’era nel verde sterminato dei meleti e vigneti della Bassa Atesina. Allora vederla non era facile, raggiungerla poco agevole perché si doveva percorrere la strada provinciale verso Laimburg e Ora.
La villa, che sembra appartenere ad un altro tempo e luogo, fu fatta costruire dal possidente agricolo Silvio Viesi (1866 – 1930), originario di Cles in Val di Non. Viesi aveva contribuito in maniera sostanziale a bonificare l’intera area di Piccolungo per creare la sua grande e fiorente azienda agricola. Egli fu anche deputato alla Dieta tirolese e poi fervente irredentista come quasi tutti i latifondisti della zona.
Accanto a quella di Viesi, a Vadena sorgevano le aziende dei Miori e più tardi dei Rabbiosi, che di fatto possedevano tutte le campagne tra Vadena e Ora. I Miori, originari di Rovereto, si erano insediati attorno a Birti, i Rabbiosi nella zona di Ora. Viesi occupava la fascia sotto la montagna tra Laimburg e Monte / Gmund.
La villa di Viesi, eretta praticamente sull’argine dell’Adige, fu progettata da un noto architetto trentino, Emilio Paor (1863 – 1935). Paor aveva svolto un’intensa attività soprattutto a Trento ma non di rado veniva chiamato anche in Alto Adige. Per esempio è sua la chiesa neoromanica di Gargazzone, progettata nel 1899 ed eretta con blocchi di porfido tra il 1900 e il 1902. Anche il progetto – poi non realizzato – dell’ampliamento della chiesa parrocchiale di Scena è opera di Paor.
Alla bella villa di Viesi (qui nella foto di Sergio Perdomi) la rivista “Trentinomese” ha recentemente dedicato un articolo a firma di Roberto Pancheri. Egli descrive così la costruzione: “La villa di Piccolongo è caratterizzata dall’incastro di tre corpi di fabbrica, ciascuno con propria copertura a spioventi, tra i quali svetta una torre di tre piani. Ad essa è addossata sul lato orientale un’ariosa loggia ad arcate poggianti su colonne, cui si accede tramite una scala esterna in pietra. Sopra la loggia si estende una terrazza circondata da un parapetto traforato di gusto neorinascimentale. Le finestre hanno cornici di pietra rossa e ai piani superiori assumono fogge a monofora, bifora, trifora e quadrifora. Il terzo piano della torre è ingentilito da un elegante balconcino angolare con parapetto in ferro battuto.” Quanta grazia per questo paesino.
Autore: Reinhard Christanell