La costruzione della line tramviaria tra Bolzano a Laives fu una delle opere più controverse a cavallo tra XIX e XX secolo. Un po’ come oggi il ponte sullo Stretto. Fortemente voluta da gran parte della popolazione, fin dall’inizio trovò molti oppositori che ne rallentarono la realizzazione, tra cui il comune di Dodiciville, poi confluito in quello di Bolzano, e la potente compagnia ferroviaria imperiale Südbahngesellschaft, che ne temeva la concorrenza.
Il 4 aprile 1912, la “Volkszeitung” pubblicò un articolo che riassunse dettagliatamente l’annosa questione “tram”. “I fautori del tram Oltrisarco-Laives fanno sul serio”, scrisse, “sono ormai troppi anni che assistiamo al balletto delle promesse senza che nulla accada”.
“A Oltrisarco, negli ultimi anni, si è registrata una rapida espansione edilizia verso S. Giacomo, una casa si aggiunge all’altra e centinaia di lavoratori si trasferiscono in questo nuovo quartiere”, continuò l’articolo. Molti appartamenti rimanevano tuttavia vuoti mentre si continuava a costruire. “Il piccolo impiegato e altre categorie di lavoratori non possono trasferirsi a Oltrisarco in ragione della breve pausa-pranzo di cui dispongono, benché qui gli appartamenti siano più economici e anche più salutari grazie al bosco e ai prati che li circondano. Manca il mezzo di trasporto per raggiungere rapidamente ed economicamente la città senza dover attraversare un mare di fango nella giornate di pioggia.”
Ma non si trattava solo di “comodità”. Anche l’approvvigionamento della città richiedeva questa infrastruttura. “Da S. Giacomo e Laives arriva l’80% della verdura consumata a Bolzano. Nelle giornate di maltempo, la consegna della verdura viene interrotta oppure i prezzi salgono dal 60 al 100% mettendo in difficoltà i cittadini di Bolzano”.
La presenza del tram doveva consentire ai produttori di raggiungere comodamente la città e di eliminare gli intermediari che facevano lievitare i costi. “La stessa cosa vale anche per il trasporto della frutta”, argomentò l’articolista.
Siccome tutte le promesse formulate in passato erano cadute nel vuoto, si era formato un comitato di cittadini, che nel giro di tre giorni aveva raccolto lasomma di 162.000 corone nella sola Oltrisarco, mentre Laives era disposta a contribuire con altre 70.000 corone. In una affollata riunione presso il ristorante “Stella Alpina” di Oltrisarco, il comitato, in persona dell’ing. Pollo, espose le sue ragioni. Il sindaco Perathoner nella sua replica comunicò che la Südbahn (ente ferroviario), grazie allo spostamento della sede stradale che rendeva superflua la presenza di un casellante, era disposta a contribuire con altre 40.000 corone. La strada e i binari dovevano correre sotto il Monte Calvario e poi doveva essere realizzato un sottopasso per raggiungere Oltrisarco. I costi dell’opera, che doveva essere realizzata dall’Azienda Elettrica, secondo il sindacosi aggiravano sulle 800.000 corone. A differenza del tram di Bolzano, che era costantemente in perdita, per quello di Laives si prospettavano bilanci positivi.
“L’unico ostacolo alla realizzazione rimane il veto del ministero delle ferrovie, che non vuole consentire l’utilizzo del ponte sull’Isarco, ritenuto troppo instabile”, concluse il Sindaco. Ciò nonostante si disse fiducioso e promise l’inizio dei lavori entro il corrente anno, dato che la gara d’appalto era già avvenuta ed erano state presentate cinque offerte.
Alla fine, come sappiamo, l’opera fu realizzata solo a metà, con capolinea al Vurza. Ci vollero altri vent’anni per completarla fino a Laives.
Autore: Reinhard Christanell