Da via Sorrento si può percorrere, costeggiando l’Istituto tecnologico “Max Valier” e la Scuola Media “Anna Negri”, la via Anna Ruedl Zagler, tra viale Druso e viale Europa. Chi era e cosa fece? Anna Ruedl, nata nel 1785 a Caldaro, sposatasi nel 1802 con un medico di Lana, nel 1860 fondò presso la propria abitazione una “casa per domestici”, per offrire un alloggio gratuito alle domestiche anziane, malate e prive di mezzi. L’idea era venuta al figlio della signora Anna, Joseph Zagler, il quale, divenuto Padre Franz Xaver Zagler, si impegnò molto nel campo sociale. La signora Anna Ruedl Zagler dispose che alla propria morte (avvenuta nel 1872) la sua abitazione (in vicolo dei Muratori, ora via dei Vanga), venisse adibita a “Dientsbotenhaus”, ospizio per domestiche. L’ospizio, che offrì alloggio e assistenza fino agli anni ‘50, occupava una vecchia costruzione a due piani, parzialmente danneggiata durante la guerra. Non si trattava però di una vera e propria casa di riposo, poiché le sue ospiti erano pur sempre a servizio presso famiglie bolzanine, dove provvedevano a pulizie o altre faccende di casa. L’istituzione era riservata a “domestiche che abbiano prestato servizio a Bolzano per almeno 15 anni”. Allo scopo venne istituita una Fondazione, che si occupò del collocamento di domestiche disoccupate o inabili. Va ricordato l’aiuto che alla “Casa per domestici” fu dato anche da un’altra benefattrice, la signora Wilhelmine Grätzl, vedova del medico dott. Josef von Kofler. Il 17 dicembre 1987 la Fondazione divenne l’Associazione “Haus der geschützten Wohnungen” (Casa degli alloggi protetti), avente come obiettivo l’assistenza e la protezione per le donne che si trovano in situazione di violenza. La “Casa degli alloggi protetti”, ora del KFS (Katholischer Familienverband Südtirols – Associazione sudtirolese famiglie cattoliche), fu a livello nazionale una delle prime strutture per donne in situazione di violenza.
Autore: Leone Sticcotti