Il veterano Micheletti

Eugen / Eugenio Micheletti era nato nel 1859 a Laives e all’epoca dell’intervista rilasciata alla “Alpenzeitung” (12 febbraio 1937) aveva compiuto la veneranda età di 78 anni. La foto sbiadita in bianco e nero pubblicata sul giornale ci mostra un viso fiero e allegro con un folto barbone bianco. Ricorda, il buon Eugenio, il famoso Popeye o Braccio di Ferro. In testa porta il caratteristico berretto dei vigili del fuoco.

Micheletti racconta di essere stato per oltre 57 anni membro del locale corpo dei vigili del fuoco. In quanto tale, era un dei più vecchi esponenti del corpo a livello provinciale. Era entrato nei vigili del fuoco di Laives all’età di 21 anni, nel 1880. All’epoca Laives era un piccolo paesino rurale alle porte di Bolzano e contava qualche decina di case e un migliaio di abitanti. I vigili del fuoco erano stati fondati un anno prima da Alois Ebner e Micheletti era stato tra i suoi primi membri insieme a Josef Ebner, Peter Pfeifer, Franz Scandella, Dominikus Niedrist, Daniel Negri, Johann Abram e Caesar Curzel. 

“Quand’ero giovane – racconta Micheletti – era un onore fare parte dei vigili del fuoco, e tutti i ragazzi del paese ambivano a tale carica. Ovviamente l’equipaggiamento a nostra disposizione si limitava a pochi attrezzi che riuscivamo a recuperare in campagna, a qualche scala e dei secchi.” Grazie alla sua dedizione e forza fisica, indispensabile per azionare manualmente le pompe, Micheletti divenne pompista responsabile e tale rimase fino al 1931. Divenne quindi membro onorario del corpo e in suo onore fu celebrata una grande festa. 

L’intervento più importante ricordato da Micheletti fu il devastante incendio che aveva colpito il paese di Egna nella Bassa Atesina alla fine del vecchio secolo. “Tutti i pompieri dei paesi vicini erano accorsi e con i mezzi allora a nostra disposizione ci recammo anche noi di Laives a Egna. Quando arrivammo, tutto il paese sembrava avvolto dalle fiamme e pochi credevano di riuscire a salvare qualcosa. Un forte vento aveva contribuito a diffondere le fiamme e inoltre c’era in quel periodo una notevole carenza di acqua. Per molte ore azionai le nostre pompe manualmente finché anche gli ultimi resti dell’incendio non furono domati. Fu un vero miracolo riuscire a dominare quel fuoco e portare in salvo la popolazione. Ci vollero decine e decine di uomini volontari e noi di Laives fummo sempre in prima fila. Non potrò mai dimenticare quel terribile incendio.”

Poi Micheletti ricorda gli altri interventi a cui aveva partecipato a Laives e nei paesi vicini di Bronzolo e Vadena. Spesso i pompieri di Laives venivano chiamati anche a Bolzano. “I pompieri di oggi sono tutti bravissimi ragazzi – racconta – ma certo loro sono facilitati nel loro compito dall’attrezzatura che hanno a disposizione. Quando risuona l’allarme salgono in macchina e raggiungono la sede del corpo in pochi minuti – sorride Micheletti – mentre noi dovevamo correre a piedi o in bicicletta o andare in cerca dei cavalli che pascolavo nei campi. Una volta sul posto basta azionare il motore delle pompe che così possono svolgere il lavoro di molti uomini.”

Ricordiamo che la prima pompa a motore fu acquistata nel 1923, il primo autoveicolo nel 1928. Nel 1929, sotto la guida del comandante Josef Koch, fu allestito il primo vero magazzino al pianterreno della canonica in via Pietralba, dove rimase per diversi decenni prima di stabilirsi in un caseggiato alle spalle del vecchio municipio.

Autore: Reinhard Christanell

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