Nei giorni scorsi i responsabili dell’Associazione Alzheimer Alto Adige hanno lanciato un grido d’allarme, portando allo scoperto un problema che meriterebbe senz’altro una maggiore attenzione da parte dell’opinione pubblica. In sintesi: le famiglie altoatesine che hanno nel proprio nucleo un malato di demenza – più di 13mila – sono oggi in grande difficoltà. Il motivo? In realtà sono tanti. In primo luogo c’è l’erogazione dell’assegno di cura che negli ultimi anni spesso non è stato sufficiente a coprire le spese o è arrivato in ritardo a causa di carenze di personale per effettuare gli accertamenti preliminari. Mentre quest’ultimo problema recentemente è stato parzialmente risolto, permane per le famiglie il problema del reperimento delle badanti. Come sappiamo molte di loro sono ucraine e – durante la pandemia e poi il successivo scoppio della guerra – l’apporto di molte di queste signore è venuto a mancare, con una sostituzione solo parziale da parte di altre signore moldave, rumene, e provenienti da altri paesi del mondo.
L’associazione Alzheimer Alto Adige dunque è tornata, con grande forza, a richiedere la formazione di un registro provinciale, un albo a cui fare riferimento per il reperimento di questa forza lavoro e, anche, per ufficializzare una volta per tutte il ruolo sociale di queste figure professionali, cruciali nell’Alto Adige del terzo millennio, sempre più caratterizzato da un’età media elevata della popolazione.
A proposito delle badanti in quanto lavoratrici – e anche per tutelare le numerose donne che oggi lasciano il lavoro per restare a casa ad occuparsi dei “loro” anziani, con il rischio di finire successivamente in povertà una volta divenute anziane anche loro – sono intervenuti anche i sindacati. Fornendo altre cifre che indicano come priorità assoluta un piano per riorganizzare i servizi e i sostegni per gli anziani che, in provincia di Bolzano, sono ora 100mila e che nel prossimo 2030 saranno 140mila, su una popolazione di mezzo milione di abitanti.
Urge anche una responsabilizzazione nei confronti delle badanti che, si apprende, oggi in provincia di Bolzano sono completamente “in regola” solo nel 50% dei casi, sulle ben 11mila (undicimila!) attive, con un “nero” che riguarda quasi 3mila di loro, secondo le stime.
Le elezioni provinciali sono alle porte e ci aspettiamo che i candidati mettano questi temi ai primi posti nei loro programmi. E’ chiedere troppo?
Autore: Luca Sticcotti