Per accedere da via Resia al “Quartiere Firmian” vi è anche “via Narciso Sordo”. Chi era e cosa fece? Nato il 15 gennaio 1899 a Casteltesino (Trento), dopo l’arruolamento, il confino politico, la ripresa degli studi, divenne sacerdote il 29 giugno 1922. Cooperatore parrocchiale ad Arco, fu poi animatore della parrocchia del Duomo. Docente e prefetto del Liceo vescovile di Trento, si laureò in Scienze Sociali a Bergamo; passò poi all’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige. Fu tra i pochi che non condividevano quanto proponeva e imponeva il regime fascista. Dall’autunno 1942 fu a Bolzano come cooperatore della parrocchia San Giovanni Bosco, nel quartiere noto per le “Semirurali”. Insegnante di catechismo nella scuola del quartiere, al termine dell’anno scolastico rientrò a Casteltesino per un soggiorno in famiglia; in tempi di occupazione nazista, si dedicò ai figli degli sfollati. Quando i partigiani il 14 settembre 1944 attaccarono la caserma del CST di Casteltesino, ci fu una tremenda reazione dei tedeschi. Oltre a rastrellare tutta la zona occuparono il paese. Ci furono diversi arresti; la mattina del 10 ottobre 1944 fu arrestato don Narciso, il quale si mise a confessare e confortare gli altri prigionieri; in serata fu rilasciato. Quattro giovani partigiani furono fucilati. Don Narciso, pur conscio di essere controllato, continuava i contatti con i partigiani. Arrestato il 10 novembre 1944, don Narciso, prigioniero a Grigno e poi a Roncegno, il 10 dicembre 1944 passò al Lager di Bolzano, assegnato al blocco E, dei politici, con il numero 7120. Don Narciso, oltre a privarsi della propria razione per sfamare gli altri, animò e incoraggiò i compagni, pregando per loro. All’inizio del febbraio 1945 fu tra i deportati trasferiti a Gusen. Sopportò con serenità, pur essendo malato, i lavori pesanti, mentre confortava e incoraggiava i compagni. Mentre era sottoposto a docce fredde, suonò l’allarme. Non vedendolo arrivare al rifugio, scesero al lavatoio, dove lo trovarono morto. Era il 13 marzo 1945. Il suo corpo fu bruciato.
Autore: Leone Sticcotti