Spazi urbani

E’ ormai questione di poco. A breve saremo chiamati a rinnovare il Consiglio Provinciale della Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige. Anche sulle tre edizioni dei nostri giornali, QuiBolzano, QuiMerano e QuiBassaAtesina, una serie di candidati e partiti presenteranno dunque le loro proposte e i loro programmi, a pagamento e seguendo le normative vigenti.
In tutta quest’estate, ormai agli sgoccioli, ho riflettuto in merito a quali aspetti privilegiare, in tali programmi, per la mia scelta personale di voto. Ebbene: sono arrivato ad una conclusione che ho pensato di condividere per tempo con tutti voi lettori, prima che parta la fase più accesa della campagna elettorale.
A mio avviso il concetto chiave dovrebbe essere quello di privilegiare le proposte politiche che forniscano delle indicazioni convincenti nell’ottica del ripensamento e miglioramento dei nostri spazi urbani. Non è una questione che riguardi solo il capoluogo, si badi bene. Anche nei nostri comuni più piccoli ed anche nelle frazioni la possibilità di fruire di un’adeguata vivibilità urbana, è sempre più importante sia per noi residenti che per i tantissimi ospiti che ci raggiungono ormai tutto l’anno, per visitare le nostre bellezze.
Viviamo tutti in dimensioni urbane che sono state edificate in epoche remote, sviluppate nei secoli sulla base delle nuove esigenze subentrate, e quindi nei tempi più recenti spesso solo purtroppo in qualche modo adattate ai nuovi bisogni, collettivi e dei vari gruppi di interesse.
Dal mio punto di vista tutti i problemi che attanagliano la società altoatesina nel suo complesso e che la prossima giunta provinciale sarà chiamata in qualche modo a governare, possono essere affrontati in maniera adeguata solo attraverso un nuovo percorso volto a riconsiderare finalmente i nostri spazi urbani riadeguandoli, sulla scia di un progetto condiviso che tenga conto delle necessità di tutti i conviventi. Considerando le nostre città alla stregua di veri e propri organismi viventi. In urbanistica e negli studi sociali si parla di indice di vitalità urbana, andatevi a vedere di cosa si tratta. Ripensare ai nostri spazi, soprattutto quelli comuni – in senso generale e non parcellizzato su commercio, residenza, mobilità ecc. ecc. – non è impossibile. In tantissimi luoghi d’Europa ciò è stato fatto nei decenni scorsi. Con risultati che dovrebbero finalmente diventare fonte d’ispirazione per noi e quindi anche per i politici che chiameremo a rappresentarci il prossimo 22 ottobre.

Autore: Luca Sticcotti

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