Una soprano di successo

Qui Intervista a Martina Bortolotti von Haderburg. Dopo gli studi al Conservatorio di Milano, all’Accademia della Scala e ancora all’Università di musica e spettacolo di Monaco di Baviera, la soprano Martina Bortolotti von Haderburg, nata a Bolzano e ora residente a Salorno, ha iniziato la propria attività esibendosi anche con direttori del calibro di Riccardo Muti e registi come Franco Zeffirelli. Per lo più presta il proprio canto in opere e operette tedesche ed italiane.  A breve sarà pure impegnata in una tournée a Seul.

La cosa che più mi piace di me. 

L’energia.

Il mio principale difetto.

La curiosità.

Il mio momento più felice. 

Con la famiglia, con la natura e con la musica.

Le persone che ammiro di più.

I miei genitori.

Un libro sull’isola deserta.

Un manuale di sopravvivenza oltre a fogli bianchi e una penna, per scrivere il mio primo libro.

La mia occupazione preferita.

Cantare.

Il paese dove vorrei vivere.

Il mio.

Il mio piatto preferito.

La pizza.

Non sopporto.

La violenza.

Per un giorno vorrei essere… 

Un uomo.

La mia paura maggiore. 

La guerra.

Nel mio frigo non mancano…

Frutta e verdura.

Se fossi un animale sarei…

Una balena.

Mi sento orgogliosa…

Quando faccio bene il mio lavoro.

Il mio motto. 

Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo.

Il capriccio che non mi sono mai tolta. 

Un viaggio nello spazio.

Il giocattolo che ho amato di più.

Il mio Teddybär.

I miei poeti preferiti.

Rilke, Quasimodo, Verlaine, Merini, Wilde.

I miei pittori preferiti.

Amadeus Bortolotti, Leonardo da Vinci, Schiele, Chagall.

Il dono di natura che vorrei avere. 

Mi accontento di quelli che ho e cerco di curarli.

Dico bugie solo…

Sotto tortura.

Dove mi vedo fra dieci anni.

Spero di esserci e di stare in salute.

I colori che preferisco.

Rosso, blu e oro.

L’ultima volta che ho perso la calma.

La perdo quando sono stanca o affamata.

Da bambina sognavo…

Lo spazio e la luce.

Autore: Daniele Bebber

La bandiera dei pirati

Qui Intervista ad Alessandro Huber, 36 anni, bolzanino, laureato in storia e filosofia (Trieste, Berlino, Padova) e insegnante al Liceo Toniolo di Bolzano. Dal 2012 organizza il “treno della memoria – Promemoria Auschwitz” che ha fino ad oggi portato migliaia di giovani ad approfondire la storia della Shoah e ad attivarsi nella cittadinanza attiva e consapevole. è consigliere comunale a Bolzano. Da sempre appassionato dei colori bianconeri, è tifosissimo della Juve e ha un cane dalmata di nome Indy.

La cosa che più mi piace di me.

In generale mi sto molto simpatico, quindi devo dire che mi piaccio tutto. Però ho delle caviglie bellissime.

Il mio principale difetto.

Cerco sempre di trovare un compromesso, mi hanno detto che si dice che sono poco assertivo. Ci sto lavorando. Ah… e sono arrogante! Ma non lo vedo come un difetto, se contestualizzato.

Da bambino sognavo di diventare….

Adulto. Ci sono riuscito. 

La mia occupazione preferita.

Passeggiare con il cane al sole. E guardare gli alberghi su internet.

Il mio piatto preferito.

Le polpette e la pizza. Quindi la pizza con le polpette.

Non sopporto…

La pioggia. Lo so che è utile, ma proprio mi mette di cattivo umore. E poi chi salta la fila. Pensa se uno salta la fila in un giorno di pioggia…

Per un giorno vorresti essere…

Libero. Solo a Berlino mi sono sentito libero, e non sono rimasto là. Ma mi piacerebbe sperimentare di nuovo quella sensazione.

Nel mio frigorifero non manca mai….

Il succo di frutta.

Sono stato orgoglioso di me stesso quella volta che…

Ultimamente a fine anno scolastico quando uno studente mi ha scritto che sono stato per lui un esempio di uomo. Son soddisfazioni.

L’ultima volta che ho perso la calma.

La perdo ogni volta che una riunione che potrebbe finire in 35 minuti dura invece 4 ore.

Tre aggettivi per definirmi.

Riflessivo, sorridente, entusiasta.

Il mio attore preferito.

Leonardo Di Caprio.

La disgrazia più grande.

La morte del mio amico Andrea Simone Lerussi.

La massima stravaganza della mia vita.

In Erasmus avevo la cresta, da punk proprio. Ne vado ancora molto orgoglioso.

L’oggetto a cui sono più legato.

Una bandiera dei pirati, sono particolarmente legato ai pirati.

Un fiero vigile del fuoco

Qui Intervista a Christopher Nardin, comandante dei  Vigili del Fuoco di Salorno. Non avrebbe mai immaginato che la fondazione nel 2002 del gruppo giovanile dei vigili del fuoco, avrebbe fatto nascere in lui una grande passione, un interesse suscitato anche dalla possibilità di poter fare attività improbabili nella vita comune. Nardin concilia tutto ciò con il lavoro di responsabile, coordinatore sicurezza e direttore lavori, sui cantieri edili provinciali, e con un’altra passione per i droni.

La cosa che più mi piace di me. 

La voglia di provare cose nuove.

Il mio principale difetto.

Essere spesso troppo preciso.

Il mio momento più felice.

Il mio matrimonio.

La persona che ammiro di più.

Tutti coloro che con la propria forza hanno raggiunto i loro obiettivi.

Un libro sull’isola deserta.

“Freunde in Edelweiß”.

La mia occupazione preferita.

Le attività svolte come vigile del fuoco, fare lavoretti in garage, e far volare i droni.

Il paese dove vorrei vivere.

Salorno.

Il piatto preferito.

Pizza.

Non sopporto… 

I ritardatari.

Per un giorno vorrei essere.

Un astronauta.

La mia paura maggiore.

Perdere la mia famiglia.

Nel mio frigo non manca…

Il cibo in generale.

Se fossi un animale sarei… 

Un gatto.

Mi sono sentito orgoglioso quando…

Ho ricevuto la mia prima paga.

Il mio motto.

“Certi problemi non sono un dramma perché è la vita che li programma” (GG Dag).

Il capriccio che non mi sono mai tolto.

Vivere bene.

Il giocattolo che ho amato di più.

La mia prima macchina radiocomandata.

I miei poeti preferiti.

Gigi D’Agostino, un poeta musicale.

I miei pittori preferiti.

I quadri sono un’arte a 2D, preferisco quella 3D di Luca Pojer.

Il dono di natura che vorrei avere.

Saper volare.

Dico bugie solo…

Se positive.

Dove mi vedo fra dieci anni.

A fare lo smart-working sulla luna.

Il colore che preferisco.

Rosso.

L’ultima volta che ho perso la calma.

Molto tempo fa.

Da bambino sognavo…

Di diventare pilota.

Autore: Daniele Bebber

La barbiera di Salorno

Il 2 marzo del 1965, a Trento, nasce Maria Daniela Albertini, la futura barbiera di Salorno. Dopo aver frequentato la scuola professionale per parrucchiera, con l’amica Manuela inizia a lavorare nel salone di Rosalia Zendron, per poi prendere il largo nel 1988 mettendosi in proprio e specializzandosi nei tagli maschili, soprattutto barbe. Una carriera durata ben 34 anni, che non gli ha levato la possibilità di partecipare in prima persona alla vita associazionistica salurnera.

La cosa che più mi piace di me. 

Il fatto che sono espansiva.

Il mio principale difetto. 

Non lasciar parlare gli altri.

Il mio momento più felice. 

Quando ho conosciuto Felice, mio marito.

La persona che ammiro di più. 

Emma Bonino, come donna e in politica.

Un libro da portare sull’isola deserta. 

La casa degli spiriti, di Isabel Allende.

La mia occupazione preferita. 

Il mio giardino.

Il paese dove vorrei vivere. 

l’Italia, da nord a sud.

Il mio piatto preferito. 

Spaghetti al pomodoro.

Non sopporto… 

L’indifferenza delle persone.

Per un giorno vorrei essere… 

Samantha Cristoforetti, per vedere la terra da lontano.

La mia paura maggiore. 

Per ora non ho paure.

Nel mio frigo non manca mai… 

Il latte.

Se fossi un animale sarei… 

Un pesce.

Mi sono sentita orgogliosa quando… 

Quando ho imparato a sciare.

Il mio motto. 

Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi.

Il capriccio che non mi sono mai tolta. 

Imparare ad andare in barca a vela.

Il giocattolo che ho amato di più. 

Le bambole.

I miei poeti preferiti. 

Giovanni Pascoli.

I miei pittori preferiti. 

Depero.

Il dono di natura che vorrei avere. 

Una bella voce per cantare.

Dico bugie solo… 

Non sono brava, mi scoprirebbero subito.

Dove mi vedo fra dieci anni. 

Bella domanda, ma non voglio programmare il futuro.

L’ultima volta che ho perso la calma. 

Sinceramente non lo ricordo.

Da bambina sognavo… 

Quello che sogno ancora, tante cose belle da realizzare.

Autore: Daniele Bebber

L’obiettivo sulla musica

QuiIntervista Franco Silvestri, che lavora come consulente assicurativo ed è laureato in Scienze Politiche Indirizzo Politico Economico. Ha 66 anni, è papà di Alberto da 22 anni e fidanzato con Cristina. Ritiene che il seguire una passione, un hobby, qualcosa di nostro insomma, sia fondamentale per il raggiungimento di un equilibrio personale. Ama la musica e in particolare il jazz e si dedica a fotografare chi lo suona.

La cosa che più mi piace di me.
Ho facilità a relazionarmi con le persone.

Il mio momento più felice.
Facile, la nascita di mio figlio.

La mia occupazione preferita.
Ascoltare musica e fotografare chi suona.

Il luogo dove vorrei vivere.
A Bolzano, la mia città.

Il mio piatto preferito.
La pasta al dente.

Non sopporto…
L’avidità e l’invidia, il marciume del mondo parte da qui.

Se fossi un animale sarei…
Un gatto, ma farei bau bau.

La prima cosa che faccio al mattino.
Un’abbondante colazione dolce.

Il mio film preferito.
C’era una volta in America di Sergio Leone.

Il mio attore preferito.
Robert De Niro.

Il superpotere che vorrei avere.
Nessun superpotere, non ne farei buon uso.

Il mio ultimo acquisto.
Una cassa altoparlante wireless.

La cosa che apprezzo di più nel luogo in cui vivo.
L’ordine.

Amo il mio lavoro perché…
Per la funzione sociale che ha.

La massima stravaganza della mia vita.
Essere arrivato in Spagna con una Fiat 126 in completa solitudine.

L’oggetto a cui sono più legato.
La mia macchina fotografica.

Del mio aspetto non mi piace…
Non mi piacciono troppe cose, non ho lo spazio per descriverle.

Il mio colore preferito.
Tutto ciò che sfuma dal blu al verde.

Il mio primo ricordo.
Il primo giorno di scuola, avevo sei anni, la maestra mise in fila noi bambini in ordine di altezza con lo scopo di assegnarci un banco. Io finii nel primo.

Arti marziali e vita Zen

Nato a Bolzano nel 1961, Rolando Pizzini in qualità di professore ha ideato e coordinato la ricerca italo-australiana che ha portato alla luce la vita del missionario Angelo Confalonieri, il primo bianco che scelse di vivere con e per gli aborigeni d’Australia. Ha tenuto lezioni e conferenze in varie località d’Italia e del mondo. È istruttore di Mma e di Shoot Boxe e direttore tecnico di Shoot Boxe Federkombat per il Trentino Alto Adige. Ha anche ispirato la creazione dello Sports College a Salorno e contribuito alla realizzazione di alcuni progetti nella scuola per bambini poveri Tia Fausta in Brasile.

La cosa che più mi piace di me. 

La continua ricerca in molti campi del sapere umano.

Il mio principale difetto. 

A volte non utilizzare al meglio il tempo.

Il mio momento più felice. 

La nascita delle figlie.

La persona che ammiro. 

La mia ex moglie. 

Un libro sull’isola deserta. 

“L’io come cervello” di Patricia Churchland.

La mia occupazione preferita. 

Arti marziali miste e libri.

Il paese dove vorrei vivere.

Roveré della Luna e Salorno.

Il mio piatto preferito. 

Spaghetti al dente.

Non sopporto. 

I cattivi e gli ipocriti.

Per un giorno vorrei essere. 

In grado di migliorare l’altruismo nel mondo.

La mia paura maggiore. 

Un aldilà non consistente.

Nel mio frigo non manca. 

Il mio frigo è sempre vuoto.

Mi sono sentito orgoglioso…

Quando ho scritto i miei due ultimi libri.

Il mio motto.

La spiritualità sta nella continua ricerca.

Il giocattolo che ho amato di più.

Il Lego.

I miei poeti preferiti. 

I poeti Zen.

I miei pittori preferiti. 

I pittori del Quattrocento.

Il dono di natura che vorrei avere.

Apprendere con facilità le lingue straniere.

Dico bugie solo… 

Sotto minaccia armata. 

Dove mi vedo fra dieci anni.

In palestra a praticare arti marziali miste e a leggere libri.

L’ultima volta che ho perso la calma. 

Quando mi hanno fatto perdere tempo in una riunione inutile.

Da bambino sognavo… 

Di avere dei cavalli.

Autore: Daniele Bebber

Linguaggi differenti

QuiIntervista a Gianfranco Maffei. E’ nato il primo gennaio 1956 a Campo Sampiero in provincia di Padova. Si è laureato in pedagogia all’università di Bologna e ha lavorato per trentacinque anni presso il servizio handicap dell’A.S.S.B. Ha sempre avuto una grande passione politica ed è stato segretario della federazione provinciale di rifondazione comunista dal 2013 al 2016. Attualmente, dal 2021, è presidente del gruppo A.I.D.O. comunale di Bolzano, associazione che si occupa di sensibilizzare sul tema dei trapianti di organi, essendo lui stesso un trapiantato.

Il mio principale difetto.

Tendo a fare tutto all’ultimo momento.

Il mio momento più felice.

La nascita di mio figlio.

Da bambino sognavo di diventare…

Capostazione. Avevo una vera e propria passione per i treni.

La mia occupazione preferita.

La lettura. Sono un vorace lettore di romanzi.

Il luogo dove vorrei vivere.

A Bolzano, nella mia città.

Il mio piatto preferito.

Melanzane alla parmigiana.

Non sopporto…

Le ingiustizie e le prevaricazioni verso i più deboli.

L’ultima volta che ho pianto.

è stato quando è morto mio padre. 

Tre aggettivi per definirmi.

Molto curioso, pigro, coerente.

La prima cosa che faccio al mattino.

Accarezzo il mio cane.

Il mio film prederito.

Pane e tulipani.

Il mio attore preferito.

Jack Nicholson.

Cosa apprezzo di più del luogo in cui vivo?

La dimensione della città di provincia e le montagne.

Amo il mio lavoro perché…

Nonostante in questo momento sia in pensione, ho lavorato per trentacinque anni come educatore in un servizio per disabili. Ho amato il mio lavoro perché le relazioni umane avevano una parte preponderante e mi ha permesso di confrontarmi con linguaggi del tutto differenti dalla nostra normalità.

La persona che ammiro di più.

Papa Francesco.

L’oggetto a cui sono più legato.

I miei libri.

Se fossi un animale sarei…

Una tartaruga.

Il mio colore preferito.

Rosso come il sol dell’avvenire.

Il mio primo ricordo.

è mia nonna che prendeva l’acqua dal pozzo del cortile nella sua casa in campagna.

Nel mio frigorifero non mancano mai…

I cornetti Algida.

Un giaguaro che… vola!

Nato e cresciuto a Bolzano, da oltre 11 anni vive a Bristol in Inghilterra dove si è trasferito per studi universitari. Lavora come produttore discografico e tecnico di missaggio nel suo studio di registrazione e come chitarrista in diversi progetti musicali che lo portano in giro per il mondo.

La cosa di me che mi piace di più.
La determinazione nel perseguire i miei obiettivi.
Il mio principale difetto.
Quando il mio perfezionismo esagera…
Da bambino sognavo di diventare…
Un avvocato.
La mia occupazione preferita.
È permesso dire la mia?
Il luogo dove vorrei vivere.
Caldo e vicino al mare.
Il mio piatto preferito.
La pasta alla Norma di mia Mamma.
Non sopporto…
L’ingiustizia.
Per un giorno vorresti essere…
Un pilota di Formula 1. Ferrari, chiaramente.
Se fossi un animale sarei…
Un giaguaro.
Sono stato orgoglioso di me stesso quella volta che…
La mia tesi di Master fu pubblicata in un libro accademico.
Dove mi vedo fra dieci anni.
In uno studio di registrazione a Nashville, Tennessee.
L’ultima volta che ho perso la calma.
Proprio ieri, sull’autostrada M5!
Tre aggettivi per definirmi.
Determinato, gentile e leale.
Il mio attore preferito.
Di recente, Kevin Hart, ma l’adolescente in me vuole sempre dire Zac Efron…
Il superpotere che vorrei avere.
Volare, pensa il senso di libertà che darebbe!
La disgrazia più grande.
Quando qui in UK mi dicono che la Carbonara si fa col pollo e i funghi…
Cosa apprezzo di più del luogo in cui vivo?
L’opportunità che mi ha dato di inseguire il mio sogno.
La persona che ammiro di più
Tim Ferriss, per avermi dato gli strumenti con cui condurre una vita consapevole.
Il mio motto.
Traduco una citazione dell’autore Tim Fargo: “Chi sei domani inizia con quello che fai oggi”.
La massima stravaganza della mia vita.
Comprare come seconda casa un appartamento all’ottantottesimo piano di un grattacielo a Midtown Manhattan (mai smettere di sognare…).
L’oggetto a cui sono più legato.
La Gibson SG appesa al muro del mio studio. Difficile scegliere fra le mie chitarre, ma quella ha davvero una storia speciale. Per certi versi è la chitarra che ha iniziato tutto.

Non più di 16 colori…

Nato per sbaglio a Montebelluna in Veneto, dal settimo giorno di vita Sandro Acinapura è cresciuto a Bolzano. Musicista professionista (sì, si procura da vivere con la musica!), è appassionato di tecnologia e divoratore di serie tv. Sportivo moderato, non si separa mai dalla bicicletta per muoversi in città e passerebbe le sue giornate a nuotare.

La cosa di me che mi piace di più.

Cerco di capire e conoscere ogni cosa nella quale mi imbatto.

Il mio principale difetto.

Sono davvero poco paziente!

Il mio momento più felice.

Tanti. Scelgo il giorno in cui ho vinto il posto in Orchestra Haydn.

Il luogo dove vorrei vivere.

Torino.

Il mio piatto preferito.

Più che un piatto, mangerei Parmigiano Reggiano ogni momento!

Non sopporto…

La superficialità.

Nel mio frigorifero non manca mai…

Ovviamente il Parmigiano Reggiano!

Sono stato orgoglioso di me stesso quella volta che…

Lo sono tutte le volte che riesco a soddisfare una richiesta di aiuto.

Dove mi vedo fra dieci anni.

A camminare sui sentieri delle nostre montagne.

La prima cosa che faccio al mattino.

Ascoltare un podcast leggero e divertente, mentre faccio colazione

Il mio film preferito.

Diversi, ma scelgo C’era una volta in America.

Il superpotere che vorrei avere.

Il teletrasporto tipo Star Trek.

Il mio sogno ricorrente.

Un incubo direi, cadere da grandissime altezze.

Il mio ultimo acquisto.

Un televisore.

Cosa apprezzo di più del luogo in cui vivo? 

Ovvio: le nostre montagne.

Amo il mio lavoro perché.

Anche se spesso è faticoso… chi non ama la musica?

La persona che ammiro di più.

In generale chi riesce ad essere se stesso senza bisogno di sembrare altro.

L’oggetto a cui sono più legato.

Volente o nolente il mio violino.

Del mio aspetto non mi piace.

Non riesco proprio a farmi piacere il mio viso.

La mia maggiore paura.

Non avere punti di riferimento intorno a me.

Il mio colore preferito.

Sono maschio, incapace perciò di vederne più di 16. Una via di mezzo tra un verde scuro e un blu scuro.

Il mio primo ricordo.

Mia madre che mi accompagna all’asilo.

Se Berlino avesse il mare

Piemontese di nascita con sangue misto, berlinese di cuore e bolzanino acquisito. Lavora come psicoterapeuta, esplorando quotidianamente ipotesi. Gli piacciono le persone che provano a raccontarsi e sono capaci di ascoltare. Inevitabilmente attratto dalle differenti forme d’arte con cui l’essere umano tenta di…

La cosa che mi piace di più di me stesso.
L’energia che posso sprigionare quando credo in qualcosa.

Il mio principale difetto.
Pretendo troppo dalle persone.

Da bambino sognavo di diventare…
Un benzinaio, naturalmente.

La persona che invidio di più.
L’invidia fa male all’anima.

La persona che ammiro di più.
Tutte quelle che costruiscono ponti anziché muri.

Il capriccio che non mi sono mai tolto.
Un maggiolone. 

L’ultima volta che ho perso la calma.
Con una persona più anziana, mi sentii preso in giro.

L’ultima volta che ho pianto.
Per un amico.

La mia occupazione preferita.
Serata con amici, musica, buon cibo e vino.

Il paese dove vorrei vivere.
Se Berlino avesse il mare…

Il fiore che amo.
Esistono crisantemi molto belli.

Il mio piatto preferito.
Pizza e gelato.

Il mio musicista preferito.
Ehh, quante pagine ho? Probabilmente Dylan, e non solo per la sua musica.

Del mio aspetto non mi piace…
Il rapporto tra le forme.

Non sopporto…
Chi non coltiva il dubbio.

La qualità che preferisco in un uomo.
Il desiderio di raccontarsi e ascoltare.

La qualità che preferisco in una donna.
Essere diretta.

Il giocattolo che ho amato di più.
Probabilmente il pallone.

Mi sono sentito orgoglioso di me stesso quando…
Quando l’energia della prima risposta è stata d’aiuto agli altri.

Il mio più grande rimpianto.
Non avere imparato a suonare uno strumento.

Nel mio frigorifero non mancano mai.
Frutta e cioccolato.

Se fossi un animale sarei…
Forse un cane. A quanto ne so, son tipi fedeli.

L’ultima volta che ho pregato.
Da ateo esplorante, in una chiesa berlinese.