La bandiera dei pirati

Qui Intervista ad Alessandro Huber, 36 anni, bolzanino, laureato in storia e filosofia (Trieste, Berlino, Padova) e insegnante al Liceo Toniolo di Bolzano. Dal 2012 organizza il “treno della memoria – Promemoria Auschwitz” che ha fino ad oggi portato migliaia di giovani ad approfondire la storia della Shoah e ad attivarsi nella cittadinanza attiva e consapevole. è consigliere comunale a Bolzano. Da sempre appassionato dei colori bianconeri, è tifosissimo della Juve e ha un cane dalmata di nome Indy.

La cosa che più mi piace di me.

In generale mi sto molto simpatico, quindi devo dire che mi piaccio tutto. Però ho delle caviglie bellissime.

Il mio principale difetto.

Cerco sempre di trovare un compromesso, mi hanno detto che si dice che sono poco assertivo. Ci sto lavorando. Ah… e sono arrogante! Ma non lo vedo come un difetto, se contestualizzato.

Da bambino sognavo di diventare….

Adulto. Ci sono riuscito. 

La mia occupazione preferita.

Passeggiare con il cane al sole. E guardare gli alberghi su internet.

Il mio piatto preferito.

Le polpette e la pizza. Quindi la pizza con le polpette.

Non sopporto…

La pioggia. Lo so che è utile, ma proprio mi mette di cattivo umore. E poi chi salta la fila. Pensa se uno salta la fila in un giorno di pioggia…

Per un giorno vorresti essere…

Libero. Solo a Berlino mi sono sentito libero, e non sono rimasto là. Ma mi piacerebbe sperimentare di nuovo quella sensazione.

Nel mio frigorifero non manca mai….

Il succo di frutta.

Sono stato orgoglioso di me stesso quella volta che…

Ultimamente a fine anno scolastico quando uno studente mi ha scritto che sono stato per lui un esempio di uomo. Son soddisfazioni.

L’ultima volta che ho perso la calma.

La perdo ogni volta che una riunione che potrebbe finire in 35 minuti dura invece 4 ore.

Tre aggettivi per definirmi.

Riflessivo, sorridente, entusiasta.

Il mio attore preferito.

Leonardo Di Caprio.

La disgrazia più grande.

La morte del mio amico Andrea Simone Lerussi.

La massima stravaganza della mia vita.

In Erasmus avevo la cresta, da punk proprio. Ne vado ancora molto orgoglioso.

L’oggetto a cui sono più legato.

Una bandiera dei pirati, sono particolarmente legato ai pirati.

Passione educativa

Qui Intervista a Claudia Pittino. Nata a Cles, ma giunta a Merano a 14 anni per motivi di studio, Claudia Pittino è un’educatrice con uno sguardo curioso e positivo sulla realtà; ama conoscere la gente, scoprire storie nuove, e vive a contatto con i giovani grazie anche al suo impegno nel Doposcuola “1, 2, 3… stella” e negli “Argonauti”. Madre di quattro figli, definisce il suo mestiere, l’educatrice, il lavoro più bello del mondo. Lavora con i bambini della scuola primaria ed i ragazzi delle medie.

Il mio principale difetto.

Parlo tanto ed entro nei dettagli quando racconto, oltre ad una certa iperattività che da sempre mi accompagna.

Il mio momento più felice.

Sicuramente quando sono nati i nostri quattro meravigliosi figli.

La persona che ammiro di più.

Queste persone sono davvero tante, grazie al buon Dio.

Un libro da portare sull’isola deserta.

“La fortuna non esiste” di Mario Calabresi (storie di uomini e donne che hanno avuto il coraggio di rialzarsi).

La mia occupazione preferita.

Andare a trovare gli amici, ma è così difficile, perché la vita corre…

Il paese dove vorrei vivere.

In Italia, un mese in ogni regione.

Il mio piatto preferito.

Polenta, funghi e gorgonzola.

Non sopporto…

Le persone che non sanno ascoltare e non si mettono in discussione. 

Per un giorno vorrei essere…

Madre Teresa di Calcutta.

La mia paura maggiore.

Ritrovarmi da sola in mezzo al mare di notte.

Nel mio frigo non manca…

Il Trentingrana.

Se fossi un animale sarei…

Un cavallo da passeggio, che di tanto in tanto sgroppa.

Il mio motto.

“Da soli si va più veloci, insieme si va più lontano”.

Il giocattolo che ho amato di più.

Saltare l’elastico e le palline Clic Clac.

Il mio poeta preferito.

Leopardi. 

Il mio pittore preferito.

Van Gogh.

Il dono di natura che vorrei avere.

Saper parlare tante lingue.

Il superpotere che vorrei avere.

Poter viaggiare nel tempo.

Il colore che preferisco.

L’azzurro.

Da bambina sognavo…

Di diventare postina o maestra.

L’ultima volta che ho perso la calma.

Stamattina con uno che ha parcheggiato sul marciapiede…

Autore: Luca Masiello

L’obiettivo sulla musica

QuiIntervista Franco Silvestri, che lavora come consulente assicurativo ed è laureato in Scienze Politiche Indirizzo Politico Economico. Ha 66 anni, è papà di Alberto da 22 anni e fidanzato con Cristina. Ritiene che il seguire una passione, un hobby, qualcosa di nostro insomma, sia fondamentale per il raggiungimento di un equilibrio personale. Ama la musica e in particolare il jazz e si dedica a fotografare chi lo suona.

La cosa che più mi piace di me.
Ho facilità a relazionarmi con le persone.

Il mio momento più felice.
Facile, la nascita di mio figlio.

La mia occupazione preferita.
Ascoltare musica e fotografare chi suona.

Il luogo dove vorrei vivere.
A Bolzano, la mia città.

Il mio piatto preferito.
La pasta al dente.

Non sopporto…
L’avidità e l’invidia, il marciume del mondo parte da qui.

Se fossi un animale sarei…
Un gatto, ma farei bau bau.

La prima cosa che faccio al mattino.
Un’abbondante colazione dolce.

Il mio film preferito.
C’era una volta in America di Sergio Leone.

Il mio attore preferito.
Robert De Niro.

Il superpotere che vorrei avere.
Nessun superpotere, non ne farei buon uso.

Il mio ultimo acquisto.
Una cassa altoparlante wireless.

La cosa che apprezzo di più nel luogo in cui vivo.
L’ordine.

Amo il mio lavoro perché…
Per la funzione sociale che ha.

La massima stravaganza della mia vita.
Essere arrivato in Spagna con una Fiat 126 in completa solitudine.

L’oggetto a cui sono più legato.
La mia macchina fotografica.

Del mio aspetto non mi piace…
Non mi piacciono troppe cose, non ho lo spazio per descriverle.

Il mio colore preferito.
Tutto ciò che sfuma dal blu al verde.

Il mio primo ricordo.
Il primo giorno di scuola, avevo sei anni, la maestra mise in fila noi bambini in ordine di altezza con lo scopo di assegnarci un banco. Io finii nel primo.

Talenti e passioni

Qui Intervista ad Amedeo Masetti. Nato a Bolzano nel 1951, da due anni vive a Merano. Sposato con Daniela dal 1979 ha un figlio, Andrea, e due splendidi nipotini. Diplomato perito elettrotecnico è stato per anni responsabile dell’assistenza tecnica di Telecom Italia a livello regionale. Appassionato di pittura, vi si dedica fin da quando aveva 13 anni. Ha partecipato a più di 100 esposizioni, tra personali ed altre mostre. Per 12 anni è stato presidente del gruppo “Amici dell’Arte” di Bolzano. Ama la montagna ed ha arrampicato per quasi 30 anni. Suona anche la batteria.

La cosa che più mi piace di me.

La voglia di fare e la determinazione. 

Il mio principale difetto.

L’ottimismo sfrenato.

La volta in cui sono stato più felice.

Alla nascita di mio figlio.

La volta in cui sono stato più infelice.

Infelicità? Non pervenuta.

L’errore che non rifarei.

Rinunciare a un’occasione.

La persona che ammiro di più.

Chi si impegna per raggiungere i suoi obiettivi. 

Un libro da portare sull’isola deserta.

Vita e opere di Caravaggio.

Il capriccio che non mi sono mai tolto.

Una Porsche Carrera.

L’ultima volta che ho perso la calma.

La perdo ogni volta che incontro la presunzione.

Il colore che preferisco.

Blu cobalto.

Il fiore che amo.

La genziana.

Il mio piatto preferito.

Spaghetti aglio, olio e peperoncino.

Il mio musicista preferito.

Gigi Grata.

Non sopporto…

I furbi.

La qualità che preferisco in un uomo.

La capacità di decidere.

La qualità che preferisco in una donna.

L’intelligenza.

La mia paura maggiore.

Il terremoto.

L’oggetto a cui sono più legato.

La stella di maestro del lavoro.

Il mio motto.

C’è sempre una soluzione.

Il mio più grande rimpianto.

Non aver frequentato l’Accademia delle Belle Arti.

Per un giorno vorrei essere…

Il Presidente del Consiglio.

Nel mio frigorifero non manca mai…

Lo yogurt.

Se fossi un animale sarei…

Un cavallo.

L’ultima volta che ho pregato.

Prego tutte le sere prima di addormentarmi.

Linguaggi differenti

QuiIntervista a Gianfranco Maffei. E’ nato il primo gennaio 1956 a Campo Sampiero in provincia di Padova. Si è laureato in pedagogia all’università di Bologna e ha lavorato per trentacinque anni presso il servizio handicap dell’A.S.S.B. Ha sempre avuto una grande passione politica ed è stato segretario della federazione provinciale di rifondazione comunista dal 2013 al 2016. Attualmente, dal 2021, è presidente del gruppo A.I.D.O. comunale di Bolzano, associazione che si occupa di sensibilizzare sul tema dei trapianti di organi, essendo lui stesso un trapiantato.

Il mio principale difetto.

Tendo a fare tutto all’ultimo momento.

Il mio momento più felice.

La nascita di mio figlio.

Da bambino sognavo di diventare…

Capostazione. Avevo una vera e propria passione per i treni.

La mia occupazione preferita.

La lettura. Sono un vorace lettore di romanzi.

Il luogo dove vorrei vivere.

A Bolzano, nella mia città.

Il mio piatto preferito.

Melanzane alla parmigiana.

Non sopporto…

Le ingiustizie e le prevaricazioni verso i più deboli.

L’ultima volta che ho pianto.

è stato quando è morto mio padre. 

Tre aggettivi per definirmi.

Molto curioso, pigro, coerente.

La prima cosa che faccio al mattino.

Accarezzo il mio cane.

Il mio film prederito.

Pane e tulipani.

Il mio attore preferito.

Jack Nicholson.

Cosa apprezzo di più del luogo in cui vivo?

La dimensione della città di provincia e le montagne.

Amo il mio lavoro perché…

Nonostante in questo momento sia in pensione, ho lavorato per trentacinque anni come educatore in un servizio per disabili. Ho amato il mio lavoro perché le relazioni umane avevano una parte preponderante e mi ha permesso di confrontarmi con linguaggi del tutto differenti dalla nostra normalità.

La persona che ammiro di più.

Papa Francesco.

L’oggetto a cui sono più legato.

I miei libri.

Se fossi un animale sarei…

Una tartaruga.

Il mio colore preferito.

Rosso come il sol dell’avvenire.

Il mio primo ricordo.

è mia nonna che prendeva l’acqua dal pozzo del cortile nella sua casa in campagna.

Nel mio frigorifero non mancano mai…

I cornetti Algida.

Un giaguaro che… vola!

Nato e cresciuto a Bolzano, da oltre 11 anni vive a Bristol in Inghilterra dove si è trasferito per studi universitari. Lavora come produttore discografico e tecnico di missaggio nel suo studio di registrazione e come chitarrista in diversi progetti musicali che lo portano in giro per il mondo.

La cosa di me che mi piace di più.
La determinazione nel perseguire i miei obiettivi.
Il mio principale difetto.
Quando il mio perfezionismo esagera…
Da bambino sognavo di diventare…
Un avvocato.
La mia occupazione preferita.
È permesso dire la mia?
Il luogo dove vorrei vivere.
Caldo e vicino al mare.
Il mio piatto preferito.
La pasta alla Norma di mia Mamma.
Non sopporto…
L’ingiustizia.
Per un giorno vorresti essere…
Un pilota di Formula 1. Ferrari, chiaramente.
Se fossi un animale sarei…
Un giaguaro.
Sono stato orgoglioso di me stesso quella volta che…
La mia tesi di Master fu pubblicata in un libro accademico.
Dove mi vedo fra dieci anni.
In uno studio di registrazione a Nashville, Tennessee.
L’ultima volta che ho perso la calma.
Proprio ieri, sull’autostrada M5!
Tre aggettivi per definirmi.
Determinato, gentile e leale.
Il mio attore preferito.
Di recente, Kevin Hart, ma l’adolescente in me vuole sempre dire Zac Efron…
Il superpotere che vorrei avere.
Volare, pensa il senso di libertà che darebbe!
La disgrazia più grande.
Quando qui in UK mi dicono che la Carbonara si fa col pollo e i funghi…
Cosa apprezzo di più del luogo in cui vivo?
L’opportunità che mi ha dato di inseguire il mio sogno.
La persona che ammiro di più
Tim Ferriss, per avermi dato gli strumenti con cui condurre una vita consapevole.
Il mio motto.
Traduco una citazione dell’autore Tim Fargo: “Chi sei domani inizia con quello che fai oggi”.
La massima stravaganza della mia vita.
Comprare come seconda casa un appartamento all’ottantottesimo piano di un grattacielo a Midtown Manhattan (mai smettere di sognare…).
L’oggetto a cui sono più legato.
La Gibson SG appesa al muro del mio studio. Difficile scegliere fra le mie chitarre, ma quella ha davvero una storia speciale. Per certi versi è la chitarra che ha iniziato tutto.

Non più di 16 colori…

Nato per sbaglio a Montebelluna in Veneto, dal settimo giorno di vita Sandro Acinapura è cresciuto a Bolzano. Musicista professionista (sì, si procura da vivere con la musica!), è appassionato di tecnologia e divoratore di serie tv. Sportivo moderato, non si separa mai dalla bicicletta per muoversi in città e passerebbe le sue giornate a nuotare.

La cosa di me che mi piace di più.

Cerco di capire e conoscere ogni cosa nella quale mi imbatto.

Il mio principale difetto.

Sono davvero poco paziente!

Il mio momento più felice.

Tanti. Scelgo il giorno in cui ho vinto il posto in Orchestra Haydn.

Il luogo dove vorrei vivere.

Torino.

Il mio piatto preferito.

Più che un piatto, mangerei Parmigiano Reggiano ogni momento!

Non sopporto…

La superficialità.

Nel mio frigorifero non manca mai…

Ovviamente il Parmigiano Reggiano!

Sono stato orgoglioso di me stesso quella volta che…

Lo sono tutte le volte che riesco a soddisfare una richiesta di aiuto.

Dove mi vedo fra dieci anni.

A camminare sui sentieri delle nostre montagne.

La prima cosa che faccio al mattino.

Ascoltare un podcast leggero e divertente, mentre faccio colazione

Il mio film preferito.

Diversi, ma scelgo C’era una volta in America.

Il superpotere che vorrei avere.

Il teletrasporto tipo Star Trek.

Il mio sogno ricorrente.

Un incubo direi, cadere da grandissime altezze.

Il mio ultimo acquisto.

Un televisore.

Cosa apprezzo di più del luogo in cui vivo? 

Ovvio: le nostre montagne.

Amo il mio lavoro perché.

Anche se spesso è faticoso… chi non ama la musica?

La persona che ammiro di più.

In generale chi riesce ad essere se stesso senza bisogno di sembrare altro.

L’oggetto a cui sono più legato.

Volente o nolente il mio violino.

Del mio aspetto non mi piace.

Non riesco proprio a farmi piacere il mio viso.

La mia maggiore paura.

Non avere punti di riferimento intorno a me.

Il mio colore preferito.

Sono maschio, incapace perciò di vederne più di 16. Una via di mezzo tra un verde scuro e un blu scuro.

Il mio primo ricordo.

Mia madre che mi accompagna all’asilo.

Se Berlino avesse il mare

Piemontese di nascita con sangue misto, berlinese di cuore e bolzanino acquisito. Lavora come psicoterapeuta, esplorando quotidianamente ipotesi. Gli piacciono le persone che provano a raccontarsi e sono capaci di ascoltare. Inevitabilmente attratto dalle differenti forme d’arte con cui l’essere umano tenta di…

La cosa che mi piace di più di me stesso.
L’energia che posso sprigionare quando credo in qualcosa.

Il mio principale difetto.
Pretendo troppo dalle persone.

Da bambino sognavo di diventare…
Un benzinaio, naturalmente.

La persona che invidio di più.
L’invidia fa male all’anima.

La persona che ammiro di più.
Tutte quelle che costruiscono ponti anziché muri.

Il capriccio che non mi sono mai tolto.
Un maggiolone. 

L’ultima volta che ho perso la calma.
Con una persona più anziana, mi sentii preso in giro.

L’ultima volta che ho pianto.
Per un amico.

La mia occupazione preferita.
Serata con amici, musica, buon cibo e vino.

Il paese dove vorrei vivere.
Se Berlino avesse il mare…

Il fiore che amo.
Esistono crisantemi molto belli.

Il mio piatto preferito.
Pizza e gelato.

Il mio musicista preferito.
Ehh, quante pagine ho? Probabilmente Dylan, e non solo per la sua musica.

Del mio aspetto non mi piace…
Il rapporto tra le forme.

Non sopporto…
Chi non coltiva il dubbio.

La qualità che preferisco in un uomo.
Il desiderio di raccontarsi e ascoltare.

La qualità che preferisco in una donna.
Essere diretta.

Il giocattolo che ho amato di più.
Probabilmente il pallone.

Mi sono sentito orgoglioso di me stesso quando…
Quando l’energia della prima risposta è stata d’aiuto agli altri.

Il mio più grande rimpianto.
Non avere imparato a suonare uno strumento.

Nel mio frigorifero non mancano mai.
Frutta e cioccolato.

Se fossi un animale sarei…
Forse un cane. A quanto ne so, son tipi fedeli.

L’ultima volta che ho pregato.
Da ateo esplorante, in una chiesa berlinese.

Saper ascoltare

QuiIntervista a Matteo Battistella. Nato a Merano, lavora come giornalista per la redazione Rai di Bolzano. Dorme poco ma riesce a farlo anche in autobus, o nelle scatole di cartone. Da quando è diventato papà dorme pure senza chiudere gli occhi. Vorrebbe poter dire di avere un hobby, ma deve ancora trovarlo.

La cosa che più mi piace di me.

Saper ascoltare.

Il mio principale difetto.

In passato pretendere coerenza. Ora non pretenderla.

Il mio momento più felice.

Quando mia moglie ha detto di sì al pover’uomo che sono!

Da bambino sognavo di diventare…

Pilota di Formula 1.

Il capriccio che non mi sono mai tolto.

Provare a diventarlo!

La mia occupazione preferita.

Cercare di essere invitato a cena a casa dei miei amici. Con i figli servono tecniche sofisticate.

Il mio piatto preferito.

Il tonno in tutte le sue declinazioni. In scatoletta al naturale, nell’olio di oliva. In barattolo. Nella confezione 3×2 o 4+1.

Non sopporto…

Chi ha fretta. Nel traffico, al supermercato, negli uffici.

Per un giorno vorrei essere…

Un liutaio.

L’ultima volta che ho perso la calma.

Con un turista che metteva i piccioni un gradino sopra le persone.

La prima cosa che faccio al mattino.

Purtroppo guardo il cellulare.

Il mio film preferito.

Good Will Huntig, per “l’odore della Cappella Sistina”.

Il mio attore preferito.

Matt Damon.

Il superpotere che vorrei avere.

Ricordarmi cosa ho fatto ieri.

Il mio sogno ricorrente.

Il giorno della laurea accorgermi di non essermi mai diplomato. E dover ricominciare daccapo.

La disgrazia più grande.

Vivere proiettati nel futuro o nel passato. Peggio se ripiegati su se stessi. 

Il mio ultimo acquisto.

Spesso sono i ticket per i parcheggi.

Cosa apprezzo di più del luogo in cui vivo?

Il profilo bidimensionale, all’imbrunire, delle montagne.

Amo il mio lavoro perché…

… è difficile annoiarsi.

L’oggetto a cui sono più legato.

Un libro di poesie scritto da mio nonno.

Il mio primo ricordo.

Con mia madre mentre vado, controvoglia, all’asilo. Il secondo quando a un matrimonio scoprii il concetto di open bar. 

Realizzare sogni

Qui Intervista a Francesca Peruz. Nata a Bolzano, ha studiato design a Milano e Scienze dell’educazione a Verona, lavorando in entrambi i campi. Più di 20 anni fa ha iniziato a collaborare con la cooperativa sociale CLAB, facendo tutta la gavetta fino a diventarne direttrice e presidente. Adora la cioccolata, soprattutto gianduia. Vive a Rovereto con un marito adorato e bizzarro, un vulcanico figlio artista, tre ultra amati gatti. Ha molte passioni, tra le quali il disegno.

La volta in cui sono stata più felice.

Molte volte, ma tutte legate all’amore o al mare (o entrambi).

La volta in cui sono stata più infelice.

Quando è morta mia madre.

Da bambina sognavo di diventare…

Me stessa.

Un libro da portare sull’isola deserta.

Il meraviglioso “Alla ricerca del tempo perduto” di Proust, perché mi farebbe ricordare splendori e miserie della società.

Il capriccio che non mi sono mai tolta.

Permettermi di essere capricciosa.

La mia occupazione preferita.

Sognare e realizzare i sogni.

Il paese dove vorrei vivere.

Quello dei balocchi, dove tutti sono in pace e felici.

Il fiore che amo.

Adoro i fiori, ma per quelli che nascono inaspettati dalle crepe dei muri ho un debole speciale…

Il mio musicista preferito.

Gli uccellini che cantano all’alba. E Paolo Conte.

Del mio aspetto non mi piace…

Che non corrisponde a come mi sento.

Non sopporto…

Nonostante tutto, sopporto…

La qualità che preferisco in un uomo (e in una donna).

L’essere brillante, divertente e anticonformista.

La qualità che preferisco in una donna (e in un uomo).

La bontà, la forza, il calore.

Dico bugie solo…

Per abbellire un po’ la realtà.

Il giocattolo che ho amato di più.

L’orso Natalino, la Barbie, i pennarelli, il senso civico: ci gioco ancora!

La disgrazia più grande.

La banalità.

L’oggetto a cui sono più legata.

La mia libreria: i libri sono i miei angeli custodi.

Mi sono sentita orgogliosa di me stessa quando…

Quando sono riuscita a reagire alle avversità della vita senza diventare cinica o detestare me stessa e gli altri.

Il mio motto.

“Dal sublime al ridicolo non c’è che un passo”.

Il mio primo ricordo.

Una zanzara che girava sopra la mia culla.