La curiosa storia della parrocchia di Malles


Se siete degli amanti dello stile liberty e del “curioso” nell’arte è Malles la vostra meta. Nel 1903 i fedeli della parrocchiale di Malles ebbero l’occasione di scoprire la propria chiesa in una nuova “luminosità”:  quella cioè data dalle luce elettrica. Il 17 dicembre infatti i più ansiosi si recarono alla prima funzione, quella delle cinque del mattino, per essere i primi a godere di quella visione. Ma le novità di carattere tecnologico sembravano non finire, nel luglio del 1906, infatti fu inaugurato l’ultimo troncone della tratta ferroviaria Merano – Malles. Ora il paese era raggiungibile con un viaggio comodo e relativamente breve. Forse una parte del turismo che affollava la vicina Merano avrebbe potuto raggiungere anche l’alta Val Venosta e arricchire la parrocchiale di nuovi e raffinati affreschi non poteva essere che ben fatto. 

Così nel 1914 il decano Dietl chiamò a Malles il pittore Emanuel Raffainer di Schwaz e insieme pianificarono l’intera dipintura dell’abside e della navata. L’artista, allora trentatreenne, eseguì il progetto pittorico e uno schizzo e, ottenuta l’approvazione del decano, iniziò a dipingere. Poco tempo prima dello scoppio del primo conflitto mondiale il pittore, che aveva iniziato i lavori partendo dalla zona absidale, si trovava a dipingere l’Incoronazione di Maria. Gli echi, edulcorati dalla propaganda, dei vari successi al fronte, i fatti riportati nei bollettini di guerra e gli avvenimenti nella zona serba, rimbalzavano anche fra le viuzze del piccolo agglomerato venostano e ispirarono l’artista al punto che volle fissarne alcuni frammenti sulla parete di quel luogo sacro, anzi proprio nella rappresentazione stessa dell’Incoronazione. 

Sulla volta l’artista ha organizzato lo spazio pittorico in modo da riuscire a far convivere soggetti diversi. Un nuvolone suddivide il mondo terreno da quello ultraterreno ed in entrambe gli spazi, gremiti di personaggi, si articolano i diversi racconti. Solo a noi è dato di partecipare con lo sguardo agli accadimenti di entrambe le realtà, mentre i diretti interessati sembrano ignari gli uni degli altri. La Santissima Trinità sta per porre sul capo di Maria una corona di gusto bizantineggiante. Assistono Gioacchino e Anna, San Giovanni Battista, Santa Barbara e Santa Caterina, da un lato, Giuseppe e Giovanni Evangelista dall’altro.

Nel mondo terreno, intanto, le scene, apparentemente slegate fra loro, si accalcano una accanto all’altra ma forse si tratta delle diverse sfaccettature di un unico incubo premonitore: la guerra, che semina fame, morte e distruzione, lascia donne e bambini privi di sostegno mentre i padri sono al fronte, mette gli uni contro gli altri. Sullo sfondo, un paese va in fiamme, mentre sul lato destro, in primo piano, un uomo giace sul letto di morte: sono i suoi ultimi istanti di vita, la morte è al suo capezzale e con la clessidra in mano lo attende. Al centro, la figura in piedi sembra creare una tred’union tra quei due mondi, si tratta infatti di Bernardo di Chiaravalle, colui che nel Medioevo determinò la devozione per la Madonna. 

COME ARRIVARCI

Malles si raggiunge percorrendo prima la MeBo in direzione Merano poi imboccando e percorrendo quasi per intero la val Venosta. La parrocchiale di Santa Maria Assunta si trova in paese in via dell’Ospedale 2.

Autrice: Rosanna Pruccoli

In visita all’ospizio di San Floriano a Laghetti di Egna


Da sempre il viaggio era fonte di insidie e preoccupazioni: oltre al problema della condizione delle strade, il viaggiatore si interrogava quotidianamente sul dove e come superare la notte ma soprattutto sul come sarebbe stato accolto come forestiero. Nell’antichità e nel Medioevo infatti lo straniero era visto con sospetto fino ad essere considerato un nemico o un portatore di malattie. I monasteri o gli eremi, spesso ubicati in zone totalmente disabitate, costituivano l’unica ancora di salvezza per quei viaggiatori che si trovavano per via cercando di raggiungere le mete del pellegrinaggio medievale e di frequente erano organizzati per l’accoglienza di massa.

La prima menzione di una chiesa e di un prete in zona San Floriano risale al 1188, cosa che potrebbe indurre a datare la chiesetta al XII secolo. Risale al 1316 la testimonianza dell’attività di una Compagnia di San Floriano, facendo così risalire il Conventino al XIII secolo. Un documento del 1316 attesterebbe invece l’opera di una confraternita di padri domenicani. 

L’ospizio di San Floriano ha conservato intatta nei secoli la sua antica fisionomia. È costituito da tre edifici posti a quadrato intorno ad un cortile ed un muro difensivo nel lato privo di costruzione. Proprio per la necessità pratica e funzionale dell’insieme abitativo, le finestre, le porte ed ogni altro dettaglio non recano né cornici né decorazioni aggettanti di sorta. Un lato era occupato dalla chiesa, la cui navata fungeva da supporto ad un ampio dormitorio. Dal dormitorio, attraverso una apertura a forma d’arcata praticata sul muro orientale, si poteva guardare nell’abside ed assistere alla messa. Molti ospiti si trovavano costretti a letto stremati dalle fatiche del lungo viaggio a piedi, oppure colpiti dalla malattia, così per dar modo anche a loro di seguire con attenzione la liturgia furono sistemati nel muro del presbiterio numerosi vasi acustici, vere e proprie casse di risonanza. Il corpo principale della fabbrica era affiancato da un altro braccio abitativo disposto su due piani. A pianterreno si trovavano locali adibiti a diversi usi come ripostigli, magazzini ecc., al primo piano invece si sviluppava un ulteriore vasto dormitorio. Alle due estremità opposte di quest’ultimo ambiente si trovavano alcune stanzette per i sorveglianti e per i viaggiatori di riguardo come ad esempio prelati, nobili e autorità. Sul lato opposto, a est, si trovavano le stalle, i fienili, le cantine e le dispense. Nel XVI e nel XVII secolo il complesso subì una ristrutturazione: vi fu l’aggiunta di un piano nel tratto occidentale, e degli abbellimenti come ad esempio le scritte latine del 1501 e del 1514 che probabilmente decoravano la sala da pranzo. 

COME ARRIVARCI

Laghetti è una frazione di Egna, posta lungo la statale che collega Bolzano a Trento. Dista circa 30 km da Bolzano e altrettanti da Trento. Il conventino è posto poco a nord del paese, vicino alla centrale elettrica.

Autrice: Rosanna Pruccoli