La Commissione provinciale per le pari opportunità, in collaborazione con l’Eurac, ha realizzato e presentato una guida dal titolo “Più donne in politica… prospettive e soluzioni”. “La partecipazione delle donne in politica – dice la presidente Ulrike Oberhammer – è un presupposto per una democrazia vitale, anche in Alto Adige”.
La presenza femminile in posizione di vertice, in politica come in tanti altri settori, rappresenta a tutt’oggi un’eccezione o comunque un fenomeno minoritario. Tacendo qui di quei contesti in cui le donne sono addirittura escluse in linea di principio.
Questa situazione ha diverse cause. In generale le donne hanno la necessità di conciliare la loro presenza nel mondo del lavoro e nella società con gli impegni legati all’essere madri (quando fanno questa scelta). Ma certamente pesa, a determinare una presenza ridotta delle donne, il fatto che gli uomini non cedono volentieri spazi di potere. E giustificano questa loro pretesa nei modi più vari, fino a quel sessismo che considera – spesso senza dirlo – la donna inadatta a questo o a quell’incarico.
Donne in politica. Ma che cosa è la politica?
Ci possono essere visioni diverse.
C’è chi considera la politica l’arte della costruzione del Bene comune. Chi vi si impegna, si mette al servizio della comunità (tutta e non solo una parte, non solo il proprio elettorato). C’è chi invece vive la politica come l’ambito in cui si lotta per il potere. Un potere, in definitiva, fine a se stesso. Allora diventa un gioco, in cui tutto è lecito e in cui le persone sono solo strumenti. È quella politica che a volte, come vediamo, degenera nella guerra.
Quando prevale la seconda visione le donne (e i gruppi minoritari o più deboli) tendono ad essere escluse.
Quando c’è di mezzo il potere, la situazione non si risolve in modo spontaneo perché il più forte tende a ignorare (o escludere) il più debole.
Per questo sono necessari dei correttivi (come le quote, ma non solo).
Lo prevede già la Costituzione: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti”.
Autore: Paolo Bill Valente