“Non facile, ma sempre fruttuoso e ricco di doni”

Si è spento a Merano uno degli ultimi preti che, originari del Trentino, hanno seguito l’appello del vescovo fondatore della diocesi di Bolzano-Bressanone, Joseph Gargitter, e sono rimasti al servizio della comunità, in particolare per sviluppare una pastorale di lingua italiana integrata con quella di lingua tedesca e ladina.

Don Ettore Garollo era nato a Levico Terme nel maggio del 1929. Dopo l’ordinazione sacerdotale (1954) era stato inviato come cappellano a Bronzolo e di lì trasferito a Merano. Era il lontano 1956. Allora parroco di Santo Spirito era don Guido Cadonna, altro prete trentino, arrivato nel 1939. Negli ultimi giorni di guerra si era contraddistinto per il coraggio avuto nel benedire le salme di alcuni giovani uccisi dai nazisti, mettendo a rischio la propria stessa vita.
Questi preti trentini erano in Alto Adige perché allora gran parte del territorio apparteneva alla diocesi di Trento. Le cose cambiarono nel 1964, quando le diocesi furono fatte coincidere con le due province. A quel punto il vescovo Gargitter, ben consapevole di cosa voglia dire governare una comunità trilingue, chiese ai preti trentini di rimanere. Un altro di loro, don Giancarlo Bertagnolli (che oltretutto si alternò con don Ettore a Bronzolo), scrisse così di quella situazione. “Gargitter è stato un grande vescovo. Lo ricordo ancora molto, con affetto. Quello che mi ha impressionato quando è nata la nuova diocesi è che ci ha detto: ‘I preti trentini che sono qui, li prego di rimanere perché c’è la cura d’anime della popolazione di lingua italiana’. Ci è stata offerta la possibilità di scegliere. Se sono rimasto a Bolzano è stato in primo luogo per questo appello del vescovo. A me dispiaceva molto questo distacco dei decanati altoatesini da Trento, perché sono stato sempre molto legato al mondo tedesco. Ho sempre sentito tutti come fratelli e figli di uno stesso Padre, gli amici di lingua italiana, tedesca e i ladini”. I preti trentini aiutarono la diocesi a guardare oltre i propri confini. Li dobbiamo ringraziare di cuore.
Altri sentono la convivenza di culture diverse come un peso. Non così papa Benedetto, anche lui scomparso in questi giorni, che proprio a Bressanone disse: “Nelle tre lingue – italiano, tedesco e ladino – si incontrano le culture”. Dell’incontro tra le culture” “oggi tanto abbiamo bisogno”. “Sappiamo che non sempre è facile, ma che sempre è fruttuoso e ricco di doni, che aiuta tutti e ci rende più ricchi, più aperti e più umani”.

Autore: Paolo Bill Valente

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